DE LOGU, Giuseppe
Nacque a Catania, il 26 sett. 1898, da Giampietro, professore di diritto romano e in seguito rettore di quella università, e da Marianna Benenati. Completati gli studi liceali si trasferì a Roma, dove nel '21 conseguì il diploma all'istituto superiore di belle arti e si laureò nel '22 in lettere e nel '24 in filosofia. Per un triennio seguì poi il corso di perfezionamento in storia dell'arte, sotto la guida di Adolfo Venturi.
Iscrittosi nel '21 al Partito repubblicano italiano, collaborò dallo stesso anno al giornale La Voce repubblicana, in veste di critico d'arte, con una serie di articoli che lo mostrano attento osservatore degli avvenimenti culturali contemporanei e, in particolare, delle Biennali e Quadriennali romane e della Biennale di Venezia.
Risale a questi anni giovanili l'interesse per la pittura ottocentesca e per l'epoca barocca, che costituirono il motivo di studi ampi e approfonditi, lungo l'arco di tutta la sua vita.
Firmatario del Manifesto crociano nel 25 (Protesta contro il manifesto degli intellettuali fascisti), ilD. iniziò la carriera d'insegnante a Genova e, di lì, a Venezia dove, conseguita la libera docenza in storia dell'arte, fu incaricato dal '28, all'accademia di belle arti, e dal '31, alla Scuola superiore di architettura. Cessata, per le leggi fasciste sulla stampa, la pubblicazione del giornale repubblicano, continuò la sua attività di critico militante sulle riviste di storia dell'arte Emporium, L'Arte e Dedalo.
L'interesse già manifestato per il '600 si concretò nella pubblicazione del volume La pittura italiana del Seicento (Firenze 1931) a cui fecero seguito quelli sulla Scultura italiana del Seicento e del Settecento (ibid. 1932) e sull'Architettura italiana del Seicento e del Settecento (ibid. 1935). Pur avvalendosi metodologicamente dell'indirizzo crociano, a cui resterà sostanzialmente sempre fedele, egli esaminò con un più sereno giudizio l'arte barocca e rococò, ravvisandovi quei valori di novità iconografica ed estetica, che saranno poi accolti dalla critica più recente.
Particolarmente fecondi nel campo degli studi, furono gli anni dell'insegnamento veneziano che gli consentirono di pubblicare opere sui Pittori minori veneti del '700 (Venezia 1930) e Pittori minori veneti, lombardi e piemontesi del Seicento e Settecento (ibid. 1931) in cui sono preziose ed inedite indicazioni su artisti quali M. Ricci, B. Strozzi e G.A. Ceruti, detto il Pitocchetto.
Nel '33, essendosi rifiutato di prestar giuramento al regime fascista, andò in esilio volontario: recatosi per un anno in Ungheria, dove tenne un corso di lezioni sul Quattrocento e sull'arte barocca in Italia (Coco-Manzonetto, 1981, p. 21), si tasferì dal '34 al '38 a Vienna, dove insegnò alla scuola superiore di commercio (ibid., p. 8). Presente ai congressi internazionali di storia dell'arte, attento a tutte le manifestazioni atte a promuovere la conoscenza dell'arte italiana in Europa, scrisse diverse monografie ed un Essaid'une bibliographie internationale dhistoire de l'art (Vienna 1936) che avrebbe dovuto divenire strumento di aggiornamento culturale.
Lasciata fortunosamente l'Austria, visse fino alla conclusione della guerra in Svizzera, a Zurigo, dove fece parte del gruppo di esuli italiani impegnati a sostenere, politicamente ed intellettualmente, una loro elitaria battaglia contro il fascismo. Qui si prodigò nell'insegnamento, all'università popolare di Zurigo e alla scuola normale di Locarno; tenne conferenze per la "Dante Alighieri" di Ginevra; sostenne l'attività delle "colonie libere", pubblicò un'Antologia pittorica dell'arte italiana (Bergamo 1940) e Bruto (Lugano 1945), saggio storico sulla difesa della libertà.
Ritornato in Italia nel '45 e ripreso l'insegnamento all'accademia di Venezia, ne divenne direttore e "restauratore" e volle solennemente celebrare nel 1950 il bicentenario della fondazione. Frutto delle sue pazienti ricerche di archivio e degli studi mai tralasciati sono le monografle su Tiziano (Bergamo 1935) e Tintoretto (Milano 1964), Pittura italiana dell'Ottocento (Bergamo 1954) e Pittura veneziana (ibid. 1958); sintesi di tutto il suo pensiero possono considerarsi i volumi Natura morta italiana (ibid. 1962) e Il ritrattonella pittura italiana, pubblicato postumo nel 1976 a Bergamo.
Il D. morì a Venezia il 12 nov. 1971.
Bibl.: S. Zamboni, Ricordo di G. D., in Atti e mem. della Acc. Clementina di Bologna, XI (1974), pp. 165 ss.; C. Coco-F. Manzonetto, G. D. (1898-1971), Venezia 1981, volume pubblicato dal Comune di Venezia e dall'Ateneo veneto nel decennale della morte, a cui si rimanda per la bibliografia e l'elenco puntuale delle opere pubblicate dal De Logu.