AROMATARI, Giuseppe degli
Nato in Assisi nel 1587, morto nel 1660, fece i suoi studî letterarî e scientifici a Perugia e nell'università di Padova, dove si laureò in medicina a 18 anni; appunto durante la sua dimora in questa città ebbe la celebre polemica col Tassoni intorno alle Considerazioni sopra le rime del Petrarca. Probabilmente egli non fu che Uno strumento nelle mani dei due professori di quello studio Cesare Cremonino e Paolo Beni. Contro le Considerazioni, pubblicate nel 1609, l'Aromatari diede fuori nel 1611 alcune sue Risposte, dove le idee del Tassoni sono sistematicamente confutate, ma troppo spesso anche fraintese e falsate. Il Tassoni rispose con gli Avvertimenti di Crescenzio Pepe di Susa (1611), ai quali l'Aromatari contrappose i Dialoghi di Falcidio Melamipodio (1613). La polemica fu chiusa dal Tassoni con la Tenda Rossa (1613). Notevole è la sua raccolta Autori del bel parlare (Venezia 1643), nella quale sono accolti i rétori principali e più acclamati, da Diomede, Demetrio, Ermogene, al Patrizi, a Lodovico di Norcia, al Panigarola. V'introdusse anche qualche trattato suo.
L'Aromatari esercitò per cinquant'anni a Venezia, la professione di medico, rifiutando gl'inviti di Giacomo I d'Inghilterra, del duca di Mantova e di papa Urbano VIII, che lo volevano loro medico particolare. L'opera sua più importante, nel campo delle scienze naturali, è la rarissima lettera: De generatione plantarum et seminibus, stampata in principio a una dissertazione sulla rabbia (Dissertatio de rabie contagiosa, Venezia 1625); ristampata in Ricther, Epistulae selectae, Norimberga 1662 e nelle opere di Jungius, Coburgo 1747). Combatté la dottrina della generazione spontanea; sostenne che non tutto il seme contiene le facoltà germinative, ma soltanto una piccola parte (l'embrione), poiché il resto è destinato al nutrimento dell'embrione e paragonabile al tuorlo delle uova degli uccelli.
Bibl.: L. Lionelli, Memorie di G. A., Assisi 1887.