DEL PUENTE, Giuseppe
Nacque a Napoli il 30 genn. 1841. Secondo alcuni autori (La musica. Diz.; Enc. d. musica Ricordi), compì gli studi musicali da autodidatta, mentre secondo altri intraprese lo studio del violoncello al conservatorio partenopeo, per passare in seguito al carito (Ewen; Baker's. Biograph.; Int. Cycl.). Questa seconda-ipotesi sarebbe avvalorata dal Florimo, che trattando della decadenza della scuola vocale italiana annovera. il D. tra coloro che "educati all'antica maniera, brillano ancora...".
Dotato di bella voce di baritono, dopo un solo anno di studi, il D. debuttò a Jassi (l'attuale Iasi), uno dei centri principali della vita musicale rumena, ma colse i primi successi a Siviglia nel 1870, al fianco di C. Marchisio nel Ballo in maschera e nel Macbeth di G. Verdi. Iniziò qui una notevole carriera, che lo porterà ad essere figura di rilievo nel Panorama operistico degli anni '70-'80: accanto alle principali voci dell'epoca, infatti, contribuì su eccellenti livelli professionali alla diffusione e al successo dell'opera italiana e francese, in particolare in Inghilterra e negli Stati Uniti. Cantò nei maggiori teatri europei e statunitensi e legò il proprio nome a numerose prime esecuzioni, nonché alla inaugurazione del Metropolitan di New York e dell'Opera di Chicago.
Nel settembre 1871 cantò in Cenerentola di G. Rossini e in Marin Faliero di G., Donizetti al politeama genovese. Nel 1871-72 partecipò alla stagione di carnevale e quaresima al teatro Apollo di Roma, cantando da protagonista in Rigoletto (31 dicembre) e interpretando i personaggi belliniani di F.M. Visconti in Beatrice di Tenda (17 febbraio) e di Rodolfo nella Sonnambula (11marzo). Il 1873 fu un anno importante per il Del Puente. Ingaggiato dall'impresario J.H. Mapleson, figura decisiva nella sua carriera (con lui il D. resterà quasi ininterrottamente fino al 1883), debuttò al Drury Lane (ancora in Rigoletto) e al Covent Garden di Londra. Successivamente, come membro della Strakosch Opera Company, esordì anche negli Stati Uniti, accanto a cantanti famosi quali la soprano svedese Christina Nilsson, il tenore I. Campanini e il baritono V. Maurel. Con questa compagnia, il 23 marzo 1874 interpretò il ruolo di Telramund nel Lohengrin di R. Wagner, all'Academy of Music di New York, e questa rimase la sua unica interpretazione wagneriana di cui si ha notizia (Int. Cycl.). L'11 giugno partecipò alla prima esecuzione de Iltalismano dell'irlandese M. W. Balfe, al Drury Lane di Londra, mentre il 24 dicembre fu nuovamente a New York per vestire i panni di Saint-Bris in Les Huguenots di G. Meyerbeer, ancora al fianco di C. Nilsson e I. Campanini.
Il 7 ott. 1875 apparve al teatro alla Scala di Milano come protagonista in Rigoletto, affiancato dalla cantante americana Alwina Valleria. Non si hanno notizie relative all'attività del D. nel 1876, mentre per l'anno successivo le "Corrispondenze" da Londra della Gazzetta musicale di Milano si rivelano ricche di informazioni. In data 6 maggio il corrispondente (a firma "P.M.") salvò il D., "che interpretò con coscienza e accuratezza la sua parte", da quello che chiamò "Il massacro del Trovatore" andato in scena al Her Majesty's Theatre (Gazz. mus. di Milano, 13 maggio 1877, p. 164). Il 5 agosto il medesimo corrispondente dedicò un breve profilo al baritono napoletano.
A proposito dell'intera e faticosa stagione, conclusasi il 28 luglio con il Flauto magico di Mozart, e caratterizzata dalla presenza trionfale della cantante ungherese Etelka Gerster, il corrispondente scriveva: "Compagno alla Gerster in quasi tutti i suoi trionfi, che si può dire egli ha diviso, è stato il baritono Del Puente. Questo giovine artista ha fatto progressi meravigliosi, e non mi perito ad affermare che egli è uno dei migliori baritoni del giorno. Coscienzioso ed accuratissimo, egli non trascura il benché minimo particolare delle sue parti grandi o piccole che siano ... per quell'istinto d'artista vero che sa che entrando nella pelle d'un altr'uomo egli deve dimenticare se stesso.... Il Del Puente possiede quest'arte in un grado supremo. Di più egli ha voce bella e limpida, educata ad ottima scuola. Ha aspetto vantaggioso e simpatico, occhio vivace ed intelligente, portamento dignitoso, infine è un artista senza eccezione, o per meglio dire un'eccezione d'artista" (Gazz. mus. di Milano, 12 ag. 1877, p. 267).
Il 23 settembre la compagnia di Mapleson partì "pel solito giro nelle provincie" (ibid., 30 sett. 1877, p. 323). Quell'anno fortunato per il D. si concluse con la stagione autunnale (a prezzi ridotti) sempre al Her Majesty's Theatre di Londra, dal 5 novembre al 18 dicembre: in data 10 novembre la corrispondenza londinese ci fa sapere che il D. interpretò o con felicissima intuizione" il ruolo del conte d'Almaviva nelle Nozze di Figaro di Mozart (ibid., 18 nov. 1877, p. 380). Il 22 giugno 1878 interpretò Escamillo nella prima inglese di Carmen di G. Bizet (in lingua italiana), insieme a Minnie Hauk (Carmen), A. Valleria (Micaela) e I. Campanini (Don José).
L'anno seguente raggiunse gli Stati Uniti con la compagnia di Mapleson, della quale rappresentava una delle "leading voices" (Schiavo), e che comprendeva 140 persone. Il 23 ottobre sostenne il ruolo di Escamillo anche nella prima americana di Carmen all'Academy of Music di New York, col medesimo cast della prima londinese. Impegnato in frenetici attraversamenti d'Oceano al seguito di Mapleson, il D. fu nuovamente al Her Majesty's Theatre di Londra verso la fine dell'aprile 1879: la compagnia si arricchì anche delle voci del contralto Zelia Trebelli, di E. Gerster e del baritono A. Galassi. Il 20 dic. 1879 cantò nell'opera di E. Usiglio Le educande di Sorrento e, dopo un ennesimo trasferimento a New York, il 25 marzo 1880 il D. interpretò "un ameno e simpatico Melitone" nella Forza del destino di G. Verdi. Agli inizi di novembre vestì nuovamente i panni di Rodolfo nella Sonnambula di V. Bellini, riuscendo molto applaudito nella romanza "Cari luoghi". Sempre al 1880 risalirebbe, secondo R. Celletti, una non meglio individuata presenza del D. a Genova.
Il 1881 vide impegnato il baritono napoletano di nuovo a Londra, al Her Majesty's Theatre, per la stagione di opera italiana. Nel settembre 1882 partecipò ad una serie di rappresentazioni di Carmen, organizzate a scopo di beneficenza da I. Campanini a Parma, sua città natale. Presentato al pubblico già il 2 agosto come provvisto "in arte [di] un eccellente riputazione" (Gazz. di Parma, n. 208, p. 3), il D. colse l'ennesimo successo nelle vesti di Escamillo. Questo ruolo costituì per lui un vero e proprio cavallo di battaglia (si veda al proposito la testimonianza di W. J. Henderson riportata in Intern. Cyclop.).
Quasi un anno dopo, il 22 ott. 1883 (passato, come molti colleghi, dalle fila di Mapleson a quelle del concorrente H.E. Abbey, in virtù di contratti più vantaggiosi), il D. partecipò alla inaugurazione del Metropolitan Opera House di New York. Andò in scena il Faust di Ch. Gounod (in italiano): il D. fu Valentino, Christine Nilsson Margherita, I. Campanini Faust. Un cast di tale livello era sostenuto da un'orchestra composta da elementi della Fenice di Venezia e del S. Carlo di Napoli e delle orchestre di Lipsia, Londra e Bruxelles, diretta da A. Vianesi. La cronaca di H. Krehbiel sul New York Tribune attribuì in questa circostanza al D. un (xhigh degree of merit" (Seltsam, p. 6). Nella stagione 1883-84 il D. interpretò i ruoli di Lothario nella Mignon di C.-L.-A. Thomas, del protagonista in Rigoletto (30 novembre), di Germont nella Traviata (5 e 10 novembre, 21 dicembre), di Figaro nel Barbiere di Siviglia di G. Rossini (23 novembre, 14 dicembre).
Oltre alle opere, numerosi furono anche i concerti, ma l'avvenimento più importante di questo scorcio di tempo fu la prima americana della Gioconda di A. Ponchielli (20 dic. 1883): nei panni di Barnaba, il D. condivise il grande successo con la Nilsson, Sofia Scalchi e R. Stagno. Tre giorni dopo, il 23 dicembre, all'Academy of Music un'altra prima americana di rilievo: si trattava della Manon di J. Massenet, cui il D. partecipò nel ruolo di Lescaut, con Minnie Hauk e F. Giannini, sotto la direzione di L. Arditi. Tra il dicembre '83 e il gennaio '84 la compagnia fu a Boston, e in seguito (gennaio-marzo) toccò Cincinnati, Detroit e Washington, ed è verosimile che il D. partecipasse a queste tournées. Di sicuro il 9 genn. '84 egli vestì per l'ennesima volta i panni di Escamillo, al Metropolitan, accanto a Zelia Trebelli (Carmen). Nella "New York Spring Season" l'unica novità è rappresentata dalla versione italiana di Les Huguenots di Meyerbeer (19 marzo), con il D. nel ruolo di Nevers. L'ultima sua presenza nell'ambito della stagione è segnalata il 21 aprile: in un concerto di beneficenza egli interpretò brani dal più recente repertorio.
In data 2 febbr. 1885 il corrispondente da Napoli della Gazz. mus. di Milano rilevava, a proposito di una Carmen al S. Carlo, che il D. si distingueva per l'impegno profuso, anche se la sua voce non si faceva notare per estensione e timbro. È lecito pensare a una défaillance occasionale, se è vero che nell'estate del medesimo anno il D. fu scelto per affiancare Adelina Patti (cantante indiscussa e la voce più pagata dell'epoca) sulle scene del Covent Garden: il 23 giugno fu Assur nella Semiramide di G. Rossini, e il 14 luglio "repeated a familiar success" (Rosenthal, p. 214) nelle vesti di Escamillo.
Sporadiche sono le notizie sull'attività successiva: il 15 giugno 1886 impersonò Figaro in un Barbiere al Drury Lane di Londra, ancora accanto alla Patti, mentre nel 1887, ingaggiato da A. Harris insieme con (tra gli altri) i fratelli Jean e Edouard de Reszke, inaugurò la stagione al Covent Garden, nei panni di Germont in Traviata. L'ultima presenza in Inghilterra, peraltro non meglio identificata, di cui si ha notizia risale al 1888 (Klein, p.224). Nel febbraio 1888 compì una breve tournée toccando il Regio di Parma, il Pagliano di Firenze, e Trieste con una poco fortunata edizione del Barbiere.
Tornato definitivamente in America, il 1º dic. 1889 prese parte all'inaugurazione dell'Auditorium di Chicago, ricoprendo il ruolo di Mercutio nel Roméo et Juliette di Ch. Gounod, con la Patti protagonista. Al gennaio del 1890 a Chicago (o forse nel marzo a New York) risale una importante performance del D., che impersonò Iago nell'Otello di Verdi, al fianco di F. Tamagno, interprete leggendario del personaggio verdiano. In quest'ultima parte della carriera il D. si distinse soprattutto per la partecipazione alle prime americane con la compagnia di G. Hinrichs, al Grand Opera House di Filadelfia. Il 9 sett. 1891 apparve in Cavalleria rusticana di P. Mascagni, nel ruolo di Alfio, mentre quello di Lola era ricoperto da Helen Dudley Campbell, sua futura moglie. L'8 giugno 1892 fu la volta dell'AmicoFritz, ancora di P. Mascagni, nel ruolo di rabbi David. Sempre nel 1892 raccolse ulteriori successi al fianco della Patti nel corso della "Supplementary Season" al Metropolitan di New York, dapprima nella Lucia di Lammermoor diG. Donizetti (6 aprile) e subito dopo nel Barbiere di Siviglia (9 aprile).
Nell'agosto dell'anno successivo fu impegnato nuovamente a Filadelfia nel debutto di altre due opere: Les pécheurs de perles di G. Bizet e Manon Lescaut di G. Puccini (rispettivamente 25 e 29 agosto). Poche (almeno quelle documentate) ma importanti presenze dunque nell'ultima fase della sua carriera, a riprova dell'affidabilità, per così dire, che sapeva fornire per la vita di. un teatro e di una compagnia stabile quale quella di G. Hinrichs. L'ultima interpretazione nella carriera attiva è verosimilmente databile al 2 febbr. 1895, quando egli impersonò Don Giovanni nel capolavoro mozartiano in una matinée al Metropolitan. Quanto alla sua permanenza a Filadelfia, sappiamo che vi aprì una scuola di canto insieme alla moglie (mezzosoprano) e che vi morì il 25 maggio 1900 (cfr. necrol. in Gazz. mus. di Milano, 12 luglio 1900 3 p. 386).
Dotato di voce limpida e potente, di una tecnica sicura, fu apprezzato soprattutto per le capacità interpretative, notevolmente duttili data la vastità del suo repertorio (oltre ai lavori già nominati vi figurano Aida di G. Verdi, La favorita di G. Donizetti, Martha di F. von Flotow, nonché, come si legge nell'Enc. d. spett., ilruolo di Mefistofele nel Faust di Gounod). Dopo l'esordio rumeno aveva cantato anche in Francia, Russia e Germania (Int. Cycl.).
Fonti e Bibl.: Gazz. musicale di Milano, XXXII (1877), pp. 164, 267, 323, 380; XXXV (1880), pp. 126, 388; XI, (1885), p. 57;XLIII (1888), nn. 7, 9; LV (1900), p. 386; Gazzetta di Parma, XXIII (1882), nn. 208, 243, 252, 256 s., 259 s.;XXIX (1888), nn. 32, 37;F. Florimo, La scuola musicale di Napoli e i suoi conservatori, Napoli 1881, II, p. 62;H. Klein, Thirty years of musical life in London 1870-1900, New York 1903, ad Indicem; G. D., in The Macmillan Encyclopedia of Music and Musicians, London 1938, p. 1476;G. E. Schiavo, Italian-American history, New York 1947, I, p. 313e passim;W. H. Seltsam, Metropolitan Opera Annals. A chronicle of artists and performances, New York 1947, ad Indicem;R. Celletti, D. G., in Enc. dello spett., IV, Roma 1957, p. 431; H. Rosenthal, Twocenturies of opera at Covent Garden, London 1958, ad Indicem;F. De Filippis-R. Arnese, Cronache del teatro di S. Carlo, Milano 1964, ad Indicem;E. Frassoni, Due secoli di lirica a Genova, I-II, Genova 1980, ad Indicem; Enc. della musica Ricordi, II, p. 35; La Musica. Diz., I, p. 508; Baker's Biogr. Dict. of musicians, New York-London 1971, p. 1289;D. Ewen, The New Encyclopedia of the Opera, New York 1971, p. 174; The International Encyclopedia of music and musicians, New York 1975, pp. 555 s.; G. Tintori, Duecento anni di teatro alla Scala. Cronologia opere-balletti-concerti 1778-1977, Milano 1979, I, ad Indicem; The New Grove Dict. of music and musicians, V, p. 353.