GRANDI, Giuseppe Domenico
Scultore, nato a Ganna (prov. di Varese) il 17 ottobre 1843, morto ivi il 30 novembre 1894. Sua prima opera e rivelazione fu l'Ulisse che gli guadagnò un premio accademico. Passò poi a Torino alla scuola del Tabacchi e vi rimase due anni; tornato a Milano, si rivelò compiuto maestro vincendo il concorso e successivamente scolpendo il monumento a Cesare Beccaria. In seguito la sua arte sembra innestarsi nel tronco della pittura del Cremona e del Ranzoni o nascere dalle stesse radici; il Paggio di Lara (1872) è il più bel saggio della scultura impressionistica lombarda. Vi si trovano in germe le caratteristiche di un'arte che fu poi gloria del Troubetzkoy (Trubeckoj) di Medardo Rosso e del Bazzaro e da ultimo degenerò nelle facilità irriflessive d'una moda. Il G. nel periodo che corre dal Paggio di Lara al primo bozzetto per il Monumento alle Cinque giornate (1881), sembra un po' smarrito: le piccole statue: Ney, Beethoven giovanetto, Alessandro Volta, Tumulo recente, Garibaldino ferito, alternate a bozzetti per diversi concorsi, tutti falliti, non lasciano prevedere la grande opera del Monumento alle Cinque giornate. A esso il G. lavorò circa 14 anni, curandolo fin nei minimi particolari e procedendo personalmente alla fusione delle statue. La maggior parte delle sue opere sono nella Galleria d'arte moderna di Milano; due statue, Santa Tecla e Santa Orsola, adornano la parte esterna del duomo di Milano.
Bibl.: F. Fontana, G. G., Milano 1895; C. Bozzi, G. G., in Emporium, XVI (1902), pp. 91-108; Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XIV, Lipsia 1921; R. Boccardi, G. G., in Rass. d'arte, VIII (1921), pp. 195-207.