FALCHETTI, Giuseppe
Nacque a Caluso (Torino) il 18 giugno 1843 da una modesta famiglia artigiana: il padre, Battista, era falegname e la madre, Maria De Rossi, era di origini contadine. A circa dodici anni lasciò la natia Caluso e si stabilì a Torino, dove entrò nello studio del conterraneo pittore paesaggista Giuseppe Camino. Verso il 1860 il F. aprì uno studio a Torino.
La sua cultura pittorica non era però legata soltanto agli insegnamenti del maestro di Caluso: attraverso le visite assidue alla Galleria sabauda egli aveva cominciato ad interessarsi al genere della natura morta, che diventò uno dei temi principali della sua produzione.
Al 1862 risale la partecipazione alla mostra della Società promotrice di belle arti di Torino con tre paesaggi: Le sponde della Bormida, Lago di Candia e Veduta alpestre. Negli anni successivi fino al 1913, pur con qualche breve interruzione, partecipò alle Promotrici torinesi, mentre dal 1915 al 1918 fu presente alle mostre del Circolo degli artisti di Torino.
La sua fama si era diffusa tra le famiglie nobili di Torino, che apprezzavano sia i paesaggi dall'aspetto romantico con ampi spazi aperti verso l'orizzonte e minuscole figurine quasi invisibili sia le realistiche nature morte, saggi di virtuosismo per la resa perfetta, nei toni a volte accesi a volte più cupi, dei modelli naturali. A questo proposito si ricorda un quadro esposto nel 1865 alla Promotrice torinese, Prodotti d'autunno, acquistato poi dalla stessa società (conservato presso la Gall. d'arte moderna di Torino; cfr. inoltre presso lo stesso museo la Natura morta, eseguita tra il 1902 e il 1906, e i dipinti: Grappoli d'uva e fiasco e Grappoli d'uva e pannocchie, pubbl. in Monumenta Bergomensia, Collezioni private bergamasche, Bergamo 1983, figg. 1309 s.).
La fama raggiunta nel genere della natura morta gli procurò nel 1876 l'incarico governativo di riprodurre le uve italiane da vino e da pasto in tavole a colori.
Del F. si conservano alcune tele nel Comune di Caluso e cinque nature morte alla Galleria d'arte moderna di Torino; il resto della sua produzione si trova quasi interamente in collezioni private piemontesi.
Sposatosi nel 1870 con Luigia Querio (1852-1919), ebbe due figli, Ernesto ed Alberto. Morì il 6 nov. 1918 a Torino e fu sepolto a Caluso nella tomba di famiglia, accanto al fratello Michele.
Michele nacque a Caluso nel 1845 e vi morì nell'inverno del 1877. Anch'egli si dedicò giovanissimo alla pittura. Trasferitosi a Torino, frequentò l'Accademia Albertina dietro consiglio di A. Gastaldi, che lo tenne come allievo prediletto, e ricevette numerosi premi. Nel 1865 presentò alla mostra annuale di Brera a Milano un Trofeo di caccia, esposto accanto a L'autunno del fratello Giuseppe (catalogo, 1865, p. 21, nn. 145 e 146). Partecipò alle mostre della Società promotrice di Torino dal 1865 al 1874 con paesaggi e nature morte. Nel 1872 ottenne all'Accademia Albertina la patente di maestro di disegno.
Fonti e Bibl.: Torino, Accademia Albertina, Atti a stampa della Real Accademia Albertina 1845-1880, ad annos; Esposizione delle opere di belle arti nelle Gallerie del palazzo nazionale di Brera nell'anno 1865, Milano 1865, p. 21; M. Soldati, La Galleria d'arte moderna del Museo civico di Torino, Torino 1927, pp. 122 s.; Società promotrice di belle arti, Esposizioni collettive postume e personali (catal.), Torino 1928, pp. 9 s.; A. Dragone-J. Dragone Conti, I paesisti piemontesi dell'Ottocento, Milano 1947, p. 50 figg. 3941; Mostra di pittori piemontesi dell'Ottocento (catal.), Exilles 1957, p. 18; E. Magaton-M. Bernardi, I pittori G. e Alberto Falchetti (catal.), Caluso 1960; L. Mallè, I dipinti della Galleria d'arte moderna, Torino 1981, p. 141; C. Thellung, in La pittura in Italia. L'Ottocento, Milano 1991, II, p. 816.