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FALI, Giuseppe

di Enrico Maria Guzzo - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 44 (1994)
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FALI (Falli), Giuseppe

Enrico Maria Guzzo

Scarsamente documentato, questo pittore bresciano nacque probabilmente nel 1697 se è vero che morì nel 1772 a 75 anni come attesta Carboni (1776), il quale aggiunge che "era di famiglia civile, e duopo aver studiato la gramatica fu posto dai suoi genitori soto la direzione di Gio. Giuseppe del Sole [Giovan Gioseffo Dal Sole] a Bologna".

Il Maccarinelli (1751 e 1758) cita le sue opere già in S. Antonio Abate a Brescia ed oggi perdute come del 1745 (affreschi nelle navate laterali e nel coro entro quadrature di Paolo Santagostino) e del 1746 (tela raffigurante la Pietà sul corpo di Cristo, a integrazione e completamento del ciclo di nove tele dei Bassano): altri dati non sono noti, se non forse, implicitamente, la collocazione cronologica assai tarda delle sue tele in S. Francesco, non citate nemmeno dal Carboni nella Guida del 1760.

Verosimilmente apre il catalogo del F. il Noli me tangere in S. Maria dei Miracoli a Brescia: la tela, pur rovinata dal bombardamento dell'ultima guerra e pesantemente restaurata, sembra convalidare il preteso alunnato dell'artista presso il Dal Sole, sia per la cadenza oratoria dei gesti, sia per le scelte cromatiche. Ab antiquo era tra l'altro creduta o del Dal Sole stesso con restauri del F., o del F. con ritocchi del maestro.

In realtà, un'opera probabilmente più matura, il S. Giuseppe da Leonessa liberato, durante il martirio, dagli angeli, nella chiesa di S. Michele al convento di Trenzano, segnalata da Anelli (1987), apre uno spiraglio inedito alla comprensione dell'artista e del suo passaggio alle forme anticlassiche delle opere più tarde, di recente messo in rapporto in toto all'influenza esercitata dalla produzione bresciana del clusonese Antonio Cifrondi (certo tenuto presente sul versante cromatico e in particolare nell'uso insistito delle biacche), ma da rivedere, come la tela di Trenzano dimostra, anche in direzione dell'antiaccadernismo del bolognese Giuseppe Maria Crespi (qui ampiamente citato nelle tipologie virili e nel disegno dei corposi angeli svolazzanti).

Nella chiesa di S. Francesco a Brescia il F. eseguì per la cappella del Crocefisso sei tele sagomate: due grandi sulle pareti laterali, raffiguranti Gesù nell'orto degli ulivi e l'Andata al Calvario, e quattro (ignote alla letteratura antica: segnalate in Anelli-Guzzo, 1981), già sui peducci sotto la cupola, poi staccate e collocate in sacrestia, raffiguranti Cristo spogliato, Cristo alla colonna, Cristo deriso e l'Ecce Homo.

In queste due ultime le figure di Cristo sono palesemente derivate dagli Ecce Homo del Moretto da Brescia (A. Bonvicino) nella Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia e nel Museo di Capodimonte di Napoli (quello di Napoli, negli anni 1708-1736 a Parma nelle collezioni farnesiane e dal 1736 ad oggi a Napoli, più probabilmente conosciuto attraverso repliche o copie). Tali sorprendenti riprese arcaicizzanti, ma anche l'umorale espressionismo (che verrebbe da dire romaniniano) di alcuni personaggi, ad esempio i carnefici nelle tele per i peducci, e la partitura cromatica dominata dai toni terrosi e dall'ampio uso della biacca ritagliano un posto assai particolare per il F. e per il suo antiaccademismo, in linea, sul versante della pittura sacra, con le opere del Crespi, del Cifrondi o di G. A. Ceruti, nel panorama bresciano del maturo Settecento, solitamente dominato dal perentorio e composto classicismo derivato dalle scuole pittoriche di Bologna, Verona e Roma.

Al catalogo del F. vanno inoltre aggiunte (cfr. Anelli, 1984, 1987) la serie di undici ovati raffiguranti Ritratti di francescani illustri, nel convento di S. Francesco a Brescia, e il ciclo di sedici tele nella parrocchiale di S. Erasmo a Castelgoffredo (Mantova), raffiguranti gli Apostoli in dodici tele sulle pareti della navata, il Ritrovamento di Mosè e Mosè che fa scaturire l'acqua dalla roccia nel presbiterio, la Flagellazione di Cristo e l'Andata al Calvario in sacrestia.

Non sembrano invece del F. il Cristo confortato da un angelo in S. Maria dei Miracoli a Brescia, attribuitogli unicamente dal Sala (1834) e da confermare al catalogo di Enrico Albrizzi; il Cristo deposto tra le braccia della Madonna nella canonica della parrocchiale di Borgosatollo (Brescia), dubitativamente identificato da Anelli (1980) con la Pietà sul Corpo di Cristo già in S. Antonio Abate, che però (cfr. Carboni, 1760) comprendeva anche le figure di S. Giovanni e della Maddalena; infine le quattro tele, recentemente trafugate, della sacrestia di S. Zeno al Foro (Brescia), raffiguranti Gesù, prima della Passione, tra le pie donne e gli apostoli, il Bacio di Giuda, l'Incoronazione di spine e l'Incontro con la Veronica (Anelli, 1984), spettanti al tardo Seicento.

Fonti e Bibl.: F. Maccarinelli, Le glorie di Brescia [1747], a cura di C. Boselli, Brescia 1959, c. 42; ibid. [1751] cc. 74, 94, 96 s.; Id., Il Supplemento delle pitture di Brescia [1758 c.], a cura di C. Boselli, Brescia 1959, c. 1; G. B. Carboni, Le pitture e sculture di Brescia che sono esposte al pubblico..., Brescia 1760, pp. 56, 64; Id., Notizie istoriche delli pittori, scultori ed architetti bresciani [1776], a cura di C. Boselli, Brescia 1962, pp. 26, 43; F. Nicoli Cristiani, Della vita e delle pitture di Lattanzio Gambara, Brescia 1807, p. 156; A. Sala, Pitture ed altri oggetti di belle arti di Brescia, Brescia 1834, pp. 91, 94; S. Fenaroli, Dizionario degli artisti bresciani, Brescia 1877, p. 119; Catalogo delle cose d'arte e di antichità d'Italia, A. Morassi, Brescia, Roma 1939, pp. 262, 416; C. Boselli, Gli elenchi della spoliazione artistica nella città e nel territorio di Brescia nell'epoca napoleonica, in Commentari dell'Ateneo di Brescia, CLIX (1960), p. 286; L. Anelli, Arte e artisti nel santuario dei Miracoli, in S. Maria dei Miracoli, Brescia 1980, pp. 86 s.; L. Anelli-E. M. Guzzo, Iconografia antoniana "e immagini del santo nella chiesa di S. Francesco d'Assisi a Brescia (catal.), Brescia 1981, pp. 63-67; P. V. Begni Redona, in Brescia pittorica 1700-1760: l'immagine del sacro (catal.), Brescia 1981, pp. 155 s.; E.M. Guzzo, La pittura e la rappresentazione del sacro nella cultura figurativa bresciana del Settecento. Appunti critici su una mostra, in Brixia sacra, n.s., XVI (1981), p. 185; F. Murachelli, La pittura a Brescia nel Seicento e Settecento, Brescia 1983, pp. 47 s.; L. Anelli, Nota per G. F., in Arte lombarda, n.s., 1984, nn. 70-71, pp. 145-148; Id., in Storia arte religione a Trenzano tra il XVI e il XVIII secolo, a cura di C. Barbera, Brescia 1987, pp. 129-132; La pittura in Italia. Il Settecento, Milano 1990, I, p. 108; II, pp. 710 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, XI, p. 230.

Vedi anche
Bazzani, Giuseppe Pittore (Mantova 1690 - ivi 1769). Formatosi allo studio delle opere di P. P. Rubens e di D. Fetti, raggiunse alti effetti di luminosità, mostrando anche una sensibilità di gusto rococò (Storie di Alessandro, Mantova, palazzo D'Arco; Tradizione delle chiavi, Goito, parrocchiale; Miracoli di S. Pio V, ... Brescia Comune della Lombardia (90,7 km2 con 190.044 ab. nel 2007), capoluogo di provincia. È situata a 149 m s.l.m. nella pianura pedemontana alla sinistra del fiume Mella, allo sbocco della Val Trompia. Il vecchio centro si è esteso in un primo tempo soprattutto fuori delle mura occidentali, fino alla sede ... Lombardia Regione dell’Italia settentrionale (23.864 km2 con 10.426.155 ab. nel 2008, ripartiti in 1546 Comuni; densità 437 ab./km2), compresa tra il crinale delle Alpi Centrali, il medio corso del Po, il Ticino, il Sarca, il Lago di Garda e il Mincio. La Lombardia è divisa in 12 province: Bergamo, Brescia, Como, ... Roma Città del Lazio, capitale della Repubblica Italiana; capoluogo di regione e di provincia (Comune di 1307,7 km2 con 2.718.768 ab. nel 2008). ● Il problema dell’etimologia del nome di Roma si era presentato già alla mente degli antichi, ma le soluzioni da essi offerte non reggono alla critica scientifica. ...
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