FANCELLI, Giuseppe
Figlio del quadraturista Petronio e di Orsola Benedelli, venne battezzato a Bologna il 23 febbr. 1763. Avviato all'arte dal padre, compì i suoi studi tra l'accademia di belle arti di Venezia, dove la famiglia si era trasferita nel 1774, e la scuola di decorazione di Bologna. Nel 1788 vinse un premio, per la categoria di architettura, bandito dall'Accademia clementina (cfr. Atti d. Acc. Clementina).
Dell'attività del F., tradizionalmente considerato un caposcuola della pittura paesistica e ornamentale bolognese, si possono evidenziare sostanzialmente tre filoni fondamentali. Il primo è quello di quadraturista e prospettico, che si concretizzò in decorazioni a fregi e motivi architettonici fantasiosi in diverse chiese bolognesi, interventi spesso eseguiti in collaborazione con il fratello Pietro, al quale competeva la realizzazione delle figure.
Nell'ambito di questa produzione si ricordano: l'ornamento a chiaroscuro delle cappelle maggiori di S. Benedetto (Bianconi, 1820; Giordani, 1853), snaturate dagli interventi urbanistici di fine Ottocento, ma di cui si conserva il progetto (1822) presso le collezioni d'arte della Cassa di risparmio (Emiliani-Varignana, 1973); la decorazione dell'altar maggiore di S. Carlo di via Nuova [di Reno] (Bianconi, 1820), anch'esso distrutto ma documentato da un disegno autografo del 1824 (Emiliani-Varignana, 1973); la decorazione della cappella absidale di S. Giovanni in Monte, interessante esempio di Gothic revival, realizzata dal F. a cornice della pala di Lorenzo Costa e di cui resta anche il progetto nella già citata raccolta (Emiliani-Varignana, 1973). Altre sue opere si trovano in S. Martino Maggiore, alla Beata Vergine della Mercede, nella cappella Gozzadini di S. Bartolomeo, in palazzo Merendoni (ora Aldrovandi; cfr. Bianconi, 1820). Ed ancora prove decorative e quadraturistiche sono documentate da alcuni progetti per cortili in palazzi senatori (Bologna, Pinacoteca nazionale, Gabinetto dei disegni e delle stampe; Ibid., Collezioni d'arte della Cassa di risparmio), esempi della grande tradizione bolognese dell'architettura dipinta (cfr. L'arte del Settecento, 1979).
La sua collaborazione ai "lavori d'arte e di pietà" (Emiliani-Varignana, 1973, p. 334), intrapresi alla certosa di Bologna in seguito alla legge napoleonica che ne istituiva la creazione, è testimoniata da numerosi monumenti dedicati ad eminenti personaggi cittadini: Giacomo Malvezzi Campeggi (1806); Claudia Marianna Albertazzi (1816); Ginevra Gozzaffini Malvasia Zambeccari; Anna Conti Castelli (Terry, 1817).
Per la realizzazione di queste memorie tombali il F. trasse ispirazione sia da motivi neorinascimentali, allineandosi in tal modo alla crescente moda purista, sia da schemi di più antico e ortodosso neoclassicismo con l'inserimento di motivi tratti da Antonio Basoli. I progetti dei monumenti tombali della certosa sono documentati da diversi disegni conservati presso le collezioni d'arte della Cassa di risparmio.
Infine dell'attività di vedutista è testimonianza un consistente numero di disegni - 3 presso la Pinacoteca nazionale di Bologna; 19 presso le collezioni della Cassa di risparmio di Bologna - dedicati a paesaggi localizzabili nei dintorni di Bologna e nella valle del Reno (Emiliani-Varignana, 1973; Artisti italiani..., 1976). Sono documenti assai vivi, anche se non privi di una vena fantastica ed enfatizzata, di quel vedutismo che raggiunse la sua massima espressione nelle opere di Pio Panfili e di Antonio Basoli.
Ricordiamo tra gli altri la Veduta della Madonna del Monte (1795), di intento più decorativo che iconografico (Zucchini, 1939); S. Mamante di Lizzano in Belvedere (1825); La veduta della piazza di Porretta (1827). Il movente di tutti questi disegni del F. fu quello di "cogliere i monumenti" in modo che restasse "una viva documentazione storica di essi. Il suo interesse era costantemente volto alla valorizzazione documentaria del patrimonio locale" (Artisti italiani..., 1976, p. 60).
Il F. morì a Bologna nel 1840.
Fonti e Bibl.: Bologna, Bibl. dell'Accademia dì belle arti, Atti dell'Accademia Clementina di Bologna, m s., III (1788), c. 264; Ibid., Bibl. comunale dell'Archiginnasio, ms. B 878: B. Carrati, Estratti dai libri battesimali, c. 5; R. Terry, Collezione de' disegni a semplice contorno delli monumenti sepolcrali nel cimitero di Bologna..., Bologna 1817, tav. XXX; G. Bianconi, Guida del forestiere per la città di Bologna e suoi sobborghi [1820], Bologna 1835, pp. 13 s., 45, 50, 62, 138, 150; G. Giordani, Brevi notizie stor. della parrocchia di S. Benedetto, Bologna 1853, p. 19; Mostra del Settecento bolognese, a cura di G. Zucchini-R. Longhi, Bologna 1935, p. 139; G. Zucchini, La Madonna del Monte, Bologna 1939, p. 56; Disegni di G. F. nella raccolta della Cassa di risparmio in Bologna, in Strenna storica bolognese, XVIII (1968), pp. 153 s.; C. Ricci-G. Zucchini, Guida di Bologna, a cura di A. Emiliani, Bologna 1968, p. 47; A. Emiliani-F. Varignana, Le collezioni d'arte della Cassa di risparmio in Bologna. I disegni, I, Bologna 1973, pp. 326-345; Artisti italiani dal XVI al XIX secolo. Mostra di 200 disegni (catal.), a cura di G. Gaeta Bertelà, Bologna 1976, pp. 60 s.; L'arte del Settecento emiliano. Architettura, scenografia, pittura di paesaggio (catal.), Bologna 1979, pp. 38 s., 258 s.; A. M. Matteucci-A. Stanzani, Architettura dell'Inganno. Cortili bibieneschi e fondali dipinti nei palazzi storici bolognesi ed emiliani, Bologna 1991, p. 217; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, XI, p. 244.