FATINI, Giuseppe
Nacque a Piancastagnaio (Siena) il 5 genn. 1884 da Anselmo e Teresa Brogi. Nel 1906 si laureò in lettere presso l'università di Pisa, avendo tra i suoi maestri Vittorio Cian, al quale dedicò in seguito un saggio, Quattro poesie inedite di Ludovico Ariosto, in una miscellanea in suo onore, A V. Cian i suoi scolari dell'Università di Pisa (1900-1908), Pisa 1909. Subito dopo la laurea il F. intraprese la carriera di insegnante in vari licei a Temi, Rieti e Mortara (Pavia). Nel 1923 fu nominato preside, e con questa qualifica diresse a Grosseto il liceo ginnasio "Carducci-Ricasoli" fino al 1932, spostandosi in seguito a Prato fino al 1935, e infine a Firenze, dove rimase al liceo classico "Galileo" fino al 1954, anno del suo collocamento a riposo. Si occupò spesso di questioni scolastiche, tracciando un bilancio della sua attività in questo campo in Esperienze di un vecchio educatore (in Annuario del Liceo "Galileo" di Firenze, 1950-54, pp. 5-33). Per le scuole secondarie curò inoltre, insieme con M. Vanni, il libro di letture Le opere e l'uomo (Milano 1929).
Nella sua prolifica attività di saggista - tra le sue pubblicazioni si contano, tra libri e articoli, quasi 200 titoli - si occupò di moltissimi argomenti, e in particolare modo di questioni letterarie. Esordì con uno studio su Agnolo Firenzuola e la borghesia letteraria nel Rinascimento (Cortona 1907), già presentato all'università di Pisa nel 1906 come tesi di laurea. Di questo autore continuò ad occuparsi molto spesso anche in seguito, in articoli e interventi, tra i quali i profili Agnolo Firenzuola, con notizie storiche ed estetiche (Torino 1932) e Agnolo Firenzuola (in Letteratura italiana. I minori, II, Milano 1961), curandone inoltre un'edizione di Opere scelte (Torino 1957). Il suo nome è però legato soprattutto alla monumentale Bibliografia della critica ariostesca 1510-1956, suddivisa in due sezioni, una cronologica e l'altra per settori tematici, pubblicata a Firenze nel 1958 a cura dell'Istituto nazionale di studi sul Rinascimento, opera che fece seguito a una lunga serie di studi ariosteschi (tra gli altri, L. Ariosto prosatore, in Giorn. stor. d. lett. ital., LXVI [1915], pp. 305-346; Umanità e poesia dell'Ariosto nelle "Satire", in Arch. romanicum, XVII [1933]; Ariosto [Torino 1938]), e a lunghe e minuziose ricerche bibliografiche, delle quali il F. andava molto fiero, condotte nelle biblioteche di tutto il mondo.
Dell'Ariosto curò anche numerose edizioni e antologie commentate, tra le quali: Le opere minori (Firenze 1915, ristampa ibid. 1961, inserita nella seconda serie della collezione "Biblioteca scolastica di classici italiani", già diretta da G. Carducci, alla quale il F. fu invitato a collaborare), Lirica (Bari 1924), Le Satire (Firenze 1933), Le "Rime" (Torino 1934), Orlando furioso (ibid. 1937). Frutto dei suoi interessi per la letteratura del Rinascimento sono anche le edizioni Novelle del Quattrocento (ibid. 1929) e Novelle del Cinquecento (ibid. 1931), nonché quelle de Il Morgante di L. Pulci (ibid. 1926, più volte ristampato), di pagine scelte Da Le istorie fiorentine di N. Machiavelli (Milano 1928) e delle Poesie di Giuliano de' Medici (Firenze 1939).
Un altro costante polo dei suoi interessi fu la cultura dell'Otto-Novecento. Alle indagini riguardanti molte figure minori di critici e letterati (tra gli altri, D. Guerrazzi, G. Nencioni, G. Marradi) si affiancano gli studi carducciani, con una lunga serie di saggi e articoli storico-biografici dedicati al poeta romagnolo, tra i quali citiamo La prima giovinezza di G. Carducci (Città di Castello 1914), Donne di casa Carducci (in Nuova Antologia, 1º ott. 1935, pp. 398 ss.) e la Bibliografia carducciana 1835-1860 (Bologna 1939), e quelli su G. D'Annunzio e G. Pascoli, poi confluiti nel volume postumo Il D'Annunzio e il Pascoli e altri amici (Pisa 1963).
Il volume non comprende però l'importante studio Il cigno e la cicogna. G. D'Annunzio collegiale (Firenze 1935, poi Pescara 1960, con aggiunte e correzioni, poi Firenze 1988, con il titolo Gabriele D'Annunzio collegiale a Prato), nel quale il F. ricostruì l'adolescenza del poeta pescarese sulla base dei documenti conservati presso l'archivio del collegio "Cicognini" di Prato, dove il D'Annunzio aveva trascorso gli anni 1874-1881: un tipo di ricerca biografica a quell'epoca fortemente innovativa, e in particolare modo su un personaggio oggetto di culto quale il D'Annunzio, come non mancò di rilevare qualche recensore, sottolineando la rottura rappresentata dall'opera rispetto alla consueta "letteratura dannunziana apologetica e giornalistica" (R. Viola Muzzolon, in Rivista letteraria, VII [1936], 6, p. 34).
Socio di numerose società e accademie (gli Intronati di Siena, La Colombaria di Firenze, la Deputazione di storia patria per le provincie modenesi di Modena, l'Accademia di scienze, lettere ed arti "F. Petrarca" di Arezzo, i Sepolti di Volterra) e assiduo frequentatore delle conferenze tenute presso la "Leonardo", il "Lyceum" e la "Società Dante Alighieri" di Firenze, gli fu conferito nel 1939, per le sue opere su Carducci e Giuliano de' Medici, un "premio del ministero dell'Educazione nazionale per le scienze filologiche" indetto dalla R. Accademia d'Italia (aveva già ricevuto nel 1926, per le sue opere sull'Ariosto, un premio ministeriale indetto dalla R. Accademia dei Lincei per le scienze storiche e filologiche).
Autore di varie voci per l'Eneiclopedia italiana, fu collaboratore di numerose riviste storiche e letterarie, fra le quali Convivium, Nuova Antologia, il Giornale storico della letteratura italiana, il Bullettino senese di storia patria, Civiltà moderna, Humanitas, La Cultura, Lingua nostra, La Rassegna bibliografica della letteratura italiana (poi La Rassegna), il Giornale dantesco, Civiltà moderna, e di molti quotidiani e settimanali, fra i quali Il Telegrafo, La Nazione, Nuovo Giornale, Sera, Il Dovere, Idea nazionale, Rivoluzione fascista, Maremma.
Uomo di molteplici interessi, si occupò, tra l'altro, anche di problemi marginali di storia del Risorgimento, di cultura religiosa, di erudizione storico-geografica, dedicandosi soprattutto ad indagini erudite sulla sua regione e a ricerche lessicali sui dialetti toscani, che sfociarono nella pubblicazione, nella collezione "Vocaboli e glossari pubblicati dall'Accademia della Crusca", di un Vocabolario amiatino (Firenze 1952). Ricercatore instancabile, "agilissimo e sveltissimo fino agli ultimi giorni", come lo ricorda un amico (cfr. Pieraccioni, p. 276), lavorava ancora ad un volume sulla figura di David Lazzaretti, David Lazzaretti, il profeta dell'Amiata (pubblicato postumo, Grosseto 1986), quando, dopo una breve malattia, fu colto dalla morte, il 24 febbr. 1963, nella sua abitazione di Firenze, dove viveva con la moglie Antonietta De Palma, dalla quale aveva avuto il figlio Giulio.
Fonti e Bibl.: F. Fattorello, G. F., in Rivista letteraria, VI (1934), 2, pp. 31 ss.; U. Renda-P. Operti, G. F., in Dizionario storico della letteratura italiana, Torino 1954, pp. 435 s.; D. Pieraccioni, G. F., in Convivium, XXXII (1964), 2-3, pp. 275-281.