FAVALORO, Giuseppe
Nato a Ustica (Palermo) da Antonino e da Francesca Calderaro il 21 genn. 1897, studiò medicina e chirurgia presso l'università di Palermo, ove dal 1915 al 1917 fu allievo interno nell'istituto di anatomia umana normale, allora diretto da G. Levi, alla cui scuola poté formarsi alla ricerca istologica. Negli ultimi anni del corso prestò servizio come ufficiale medico presso i reparti oculistici di alcuni ospedali militari.
Conseguita la laurea nel 1920, si trasferì all'università di Catania, ove nello stesso anno divenne assistente di ruolo presso la clinica oculistica e due anni dopo aiuto di ruolo. Nel 1923 frequentò, nella clinica oculistica dell'università di Palermo, un corso completo di microscopia dell'occhio vivente tenuto da L. Koeppe. A partire dal 1926, per alcuni anni, frequentò l'istituto di anatomia umana normale dell'università di Catania, diretto da G. Cutore, anch'egli noto per le sue ricerche istologiche (Diz. biogr. degli Ital., XXXI, pp. 542-545). Conseguita nel 1927 la libera docenza in clinica oculistica, il F. cominciò a svolgere ogni anno corsi complementari di oftalmoscopia clinica e nel 1930 sostituì nella direzione della clinica e nell'insegnamento ufficiale il direttore S. Calderaro. Sempre nel 1930 partecipò al concorso per la cattedra di clinica oculistica dell'università di Cagliari, riportando un lusinghiero giudizio. Incaricato nel '35 dell'insegnamento di clinica oculistica nell'università di Catania, successivamente ternato al concorso per tale cattedra, il 1º apr. 1939 fu chiamato dalla facoltà medica dell'università catanese alla direzione di quella clinica oculistica.
Allievo di S. Calderaro, a sua volta allievo di G. Cirincione (Ibid., XXV, pp. 805 ss.), il F. fu un clinico di valore e si distinse per le sue ricerche che interessarono vari settori della specialità.
Volendo procedere a un esame della sua produzione scientifica, è possibile individuare alcuni temi di ricerca che il F. affrontò con particolare impegno. Uno di questi fu il settore dell'indagine istologica, cui si dedicò con le solide basi teorico-pratiche acquisite alle scuole del Levi e del Cutore (Ricerche embriologiche, istogenetiche ed istologiche sui rapporti tra chiasma ed ipotalamo nell'Uomo e in altri Vertebrati, in Soc. ital. di oftalmologia, Atti del congresso di oftalmologia. Roma 22-24 ott. 1928, Roma 1929, pp. 94-147, lavoro questo per il quale gli fu conferito il premio nazionale Cidonio; Sui rapporti tra nevroglia e fibre nervose del nervo ottico, in Rass. ital. di ottalmologia, I [1932], pp. 289-298, Sopra una personale concezione dell'istogenesi della nevroglia: la nevroglia indifferenziata e differenziata delle vie ottiche (nota preventiva), ibid., VII [1938], pp. 161-167, La "pars optica" nel complesso ipotalamo-ipofisi (Embriologia, istogenesi, istologia), 2 voll., Torino 1955). Il F. recò i suoi contributi anche nel campo della fisiologia e della fisiopatologia dell'occhio (Sul rapporto fra le costanti ottiche e sulla teoria biologica nel determinismo della rifrazione normale ed anormale, in Atti del congresso di oftalmologia... 1928, cit., pp. 252-286; Sulla crescenza dimensionale dell'occhio umano, in Rivista sanitaria sicil., XXII [1934], pp. 1069-1076; Introduzione allo studio della fisiologia e della patologia primaria del foglietto lamino-endoteliale della camera anteriore dell'occhio umano, in Boll. d'oculistica, XXIII [1944], pp. 229-242; Fisiopatologia del foglietto Descemet-endotelio (Fisiologia - endoteliosi - endoteliti primarie). Relazione al XXXVIII Congr. della Soc. ital. di oftalmologia, Catania 1949; Sullo stato attuale delle nostre conoscenze sui rapporti anatomo-fisiologici ottico-ipotalamici, in Actualités latines d'ophalmologie, Paris 1958, pp. 228-235).
Di più immediato interesse clinico furono gli studi di patologia oculare del Favaloro. Nelle sue osservazioni sul tracoma egli descrisse interessanti quadri anatomo-patologici, sostenendo in particolare la teoria plasmocitaria delle degenerazioni ialine e ialino-simili palpebrali così frequenti nella malattia, e fu autore di indagini batteriologiche sull'agente etiologico che la sostiene (Sulla xerosi epiteliale a chiazze della congiuntiva tarsale nel tracoma inveterato, in Lettura oftalmologica, IV [1927], pp. 210-219; Ricerche batteriologiche e sperimentali sul tracoma, con particolare riguardo al Bacterium granulosis (Noguchi), in Rass. ital. di ottalmologia, I [1932], pp. 26-65; Sulle forme attenuate e poco note del tracoma iniziale (contributo biomicroscopico), in Annali di ottalmologia e clin. ocul., LX [1932], pp. 3-10; Ulteriori ricerche sulla contagiosità, immunità, reinfezione nel tracoma, in Rass. ital. di ottalmologia, III [1934], pp. 369-388; La questione della lotta integrale contro il tracoma nei suoi aspetti fondamentali e razionali; nuove considerazioni e proposte, in Riv. sanitaria siciliana, XXVI [1938], pp. 1046-1054). Fortemente attratto dai problemi inerenti a questa malattia, egli aveva creato un Centro di studi sul tracoma annesso alla clinica da lui diretta e fondò una rivista, Rivista italiana del tracoma e di patologia oculare virale ed esotica, edita a Catania dal 1949 al 1969. Il F. aveva puntualizzato in modo originale e incisivo, volutamente evitando ogni riferimento alla letteratura oftalmologica in materia, un progetto di lotta antitracomatosa che, per riuscire "veramente efficace nello spazio e soprattutto nel tempo", avrebbe dovuto fondarsi su tre basi: l'organizzazione scientifica, indispensabile ai fini pratici, umanitari e culturali; l'organizzazione clinica, per garantire la riduzione progressiva dei contagi, l'attenuazione dell'agente patogeno, l'esaltazione nel tempo dei poteri di difesa; l'organizzazione sociale, che, insieme con programmi di bonifica idrico-edilizia, avrebbe costituito l'elemento più rapido e risolutivo delle misure profilattiche.
Altre interessanti ricerche, anche di ordine sperimentale, il F. condusse sul glaucoma, in particolare sulla forma emorragica anteriore, per la cui cura ideò l'intervento di peritomia ignea profonda, che altri autori denominarono successivamente diatermocoagulazione sclerale, volto a ridurre la produzione dell'umor acqueo da parte del corpo ciliare (Sulla peritomia ignea profonda nell'occhio umano ed animale e sulle sue possibili applicazioni in terapia oculare, specie antiipertensiva, in Lettura oftalmologica, IV [1927], pp. 75-99; Sul glaucoma emorragico, sua patogenesi e terapia, con particolare riguardo allaforma anteriore di Contino, in Ann. di ottalmologia e clin. ocul., LXV [1937], pp. 241-255; Das Glaucoma anterius von Contino, in Klinische Monatsblätter für Augenheilkunde, C [1938], pp. 745-752; Rubeosis iridis diabetica e glaucoma anteriore (contributo clinico ed isto-patologico), in Boll. d'oculistica, XXI [1942], pp. 209-227): fin dal 1924, infatti, egli aveva studiato gli effetti di ignipunture multiple, profonde, disseminate nella regione sclerale, ciliare ed equatoriale, in varie condizioni flogistiche e ipertensive del coniglio e dell'uomo.
Un settore di indagini particolarmente curato dal F. fu quello delle alterazioni dell'epitelio corneale: le traumatiche, che denominò "cherato-endoteliti disciformi ectogene"; le endogene, da sifilide, tubercolosi, virus erpetico, le distrofiche, che, sulla scorta di una accurata rassegna bibliografica e di numerose osservazioni personali, contestando il concetto di distrofia in senso anatomico, tentò di inquadrare secondo nuovi concetti classificatori (epiteliali, stromali, endoteliali, rispettivamente distinte in congenito-ereditarie giovanili, semplici benigne, complicate progressive; complicate o secondarie alle distrofle dell'epitelio e dell'endotelio e progressive; congenito-ereditarie, primarie e progressive, primarie degenerative pseudoflogistiche). Tale distinzione era volta a facilitare l'ardua comprensione patogenetica e nosologica delle affezioni distrofiche della cornea (Sulle distrofie epiteliali ed endoteliali della cornea e sul loro problema patologico e classatorio, in Boll. d. Soc. medicochir. di Catania, X [1942], pp. 571-603).
Del F. si ricordano anche numerose osservazioni cliniche relative a varie condizioni morbose, tra cui processi neoplastici e forme iperplastiche paraoculari che ascrisse nosologicamente al gruppo delle leucemie e pseudoleucemie, con l'indicazione di procedimenti diagnostici e terapeutici (Ricerche di morfologia clinica sulla regione delle vie ottiche e dell'ipofisi negli stadii fetali e nell'adulto; sulla patogenesi delle affezioni delle vie ottiche con particolare riguardo alle affezioni da compressione, in Ann. di ottalmologia e clin. oculistica, LVII [1929], pp. 354-361; Pseudo-cisti acuta della cornea (contributo clinico ed istologico), ibid., LIX [1931], pp. 722-729, con F. Reganati; Sull'importanza diagnostica della puntura esplorativa nelle affezioni neoplastiche dell'occhio e dell'orbita, in Boll. doculistica, XI [1932], pp. 540-553; Sull'istogenesi del glioma della retina, ibid., pp. 767-781; Sulla plastica per scorrimento della regione naso-lacrimale, in Rass. ital. di ottalmologia, I [1932], pp. 197-209; Contributo alla conoscenza delle sindromi senili del fundus (coroidite peripapillare con atrofia del nervo ottico e cataratta), in Arch. di ottalmologia, XLI [1934], pp. 107-115; Sopra un caso di tumore simmetrico pseudo-leucemico delle palpebre e congiuntive (contributo clinico ed isto-patologico), in Boll. d'oculistica, XIII [1934], pp. 475-487; Cataratte embrionali e fetali, zonulari, centrali (contributo clinico e biomicroscopico), in Ann. di ottalmologia e clin. oculistica, LXIV [1936], pp. 721-737; Ulteriore contributo alla conoscenzadella sifilide terziaria della coroide (gomma), in Rass. italiana di ottalmologia, V [1936], pp. 671-679; Sui glioblasto-spongioblastomi anaplastici e differenziati della retina (contributo clinico, istopatologico, istopatogenetico e classatorio sui tumori retinici), in Ann. di ottalmologia e clin. oculistica, LXV [1937], pp. 881-918; Sulla "degeneratio disciformis maculae" di Junius e Kuhnt (contributo clinico), ibid., LXVI [1938], pp. 81-99).
È stato anche autore dei volumi La chirurgia orbitaria (Catania 1938), Propedeutica alla clinica oculistica (ibid. 1955), Elementi di propedeutica, oftalmoscopia, clinica e neurologia oculare (ibid. 1964) e ha collaborato all'Enciclopedia medica italiana con le voci Cheratiti e Cornea.
Valente clinico, il F. fu un apprezzato didatta e fondò una fiorente scuola. Direttore della scuola di specializzazione in oculistica dell'università di Catania, socio delle Società italiana, francese e belga di oftalmologia e della Società Gioenia di scienze naturali di Catania, fu socio onorario dell'Istituto Barraquer di Barcellona, presso il quale nel 1958 fu invitato a tenere una conferenza al simposio internazionale di oculistica. Nel 1924 aveva ricevuto la medaglia d'oro e il diploma della Società italiana di oftalmologia per i suoi studi sulle forme traumatiche del glaucoma.
Morì a Catania il 9 maggio 1970.
Fonti e Bibl.: Necrol., in L'Oculista italiano, II (1970), 8-9, pp. 91 s.; inUniversità degli studi di Catania, Annuario degli anni accademici 1969-70 e 1970-71, Catania 1980, pp. 457 s.; L'oftalmologia in Italia, in Acta medica Italica, VI (1940), 2, pp. 16, 23, 36 s., 46, 66, 91, 99; D. Cattaneo, Manuale di oculistica, Napoli 1952, pp. 184, 196, 203, 210.