FELICI (Felice), Giuseppe
Nacque a Trapani nel 1656, secondogenito del notaio Francesco Antonio (Scuderi, 1985, p. 554). Indossato l'abito della Compagnia di Gesù, completò gli studi presso il collegio dei gesuiti. Il Di Ferro (1830, p. 119), autore della prima biografia dell'artista, insiste sulla formazione autodidattica del pittore, i cui primi committenti furono proprio i gesuiti, che lo invitarono a realizzare per il loro oratorio a Trapani sei dipinti con la Passione di Gesù Nazareno.
Questi quadri, trasferiti dapprima in S. Alberto, si trovano ora nella chiesa del Purgatorio (ma in numero di cinque) e denotano una formazione caravaggesca compiutasi attraverso la conoscenza delle stampe di Gherardo delle Notti.
Al periodo giovanile dell'attività del F., databile tra l'ottavo e il nono decennio del secolo XVII, debbono riferirsi anche la Sacra Famiglia, l'Adorazione dei magi e l'Adorazione dei pastori, oggi presso il vescovado di Trapani, ove però è più evidente l'influsso della cultura palermitanonovellesca divulgata da Andrea Carrera. Più legati invece al filone culturale classico-manierista sono i dipinti raffiguranti la Madonna dell'Itria e l'Assunta e santi della chiesa degli agostiniani a Trapani. Datate rispettivamente al 1702 e 1703 sono le tele con i Ss. Pietro e Paolo e i Sette arcangeli eseguite per la chiesa dei Ss. Paolo e Bartolomeo ad Alcamo, per le quali il pittore ricevette un compenso di once 15 e 12 rispettivamente (Rocca, 1892). A Licata nella chiesa dell'Annunziata sono conservati due quadri databili al 1732 o al 1734 con la Morte di s. Giuseppe e le Stimmate di s. Maria Maddalena dei Pazzi (Carità, 1981, cfr. anche Scuderi, 1985, che tratta brevemente il problema della datazione). Al terzo decennio del Settecento appartiene inoltre un altro gruppo fondamentale di dipinti: il ciclo con Storie della Vergine realizzate per la chiesa dell'Annunziata a Trapani, di cui le due Presentazioni al tempio sono firmate e datate 1725.
Le sette tele denotano una diminuzione dell'interesse per le notazioni realistiche e per la ricerca di espressività dei volti a vantaggio di una visione più enfatica e scenografica (Scuderi, 1985, p. 557).
II F. fu attivo come frescante nella chiesa di S. Giuseppe a Marsala, nella sagrestia della chiesa del collegio a Trapani e nella cattedrale di Mazara, ove per il modo di spartire la volta nell'affresco con l'Allegoria della Fede appare legato a modelli romani tardobarocchi, mentre da un punto di vista stilistico si riallaccia alle decorazioni palermitane di Giacinto Calandrucci e Antonino Grano (Siracusano, 1986, p. 63). Altre opere significative sono: l'Ultima Cena della chiesa di S. Nicolò, l'Assunta e il S. Trifone martire della chiesa del Carmine, il S. Antonio da Padova e il S. Cristoforo della chiesa di S. Lorenzo e la S. Margherita da Cortona della chiesa di S. Maria di Gesù, a Trapani; la tela con i Ss. Pietro e Paolo della cattedrale di Mazara e il S. Francesco Saverio in adorazione e l'Annunciazione della chiesa del collegio di Salemi (Bellafiore, 1963). Nonostante l'opera del F. fosse legata a una committenza prevalentemente religiosa, il Di Ferro (1830, p. 125) non manca di ricordare il "significante numero de' suoi quadri che adornano le abitazioni dei particolari". Uno di questi è stato riconosciuto nella piccola tela con la Adorazione dei magi presente in una collezione privata di Palermo (pubbl. in In Epiphania Domini. L'adorazione dei magi nell'arte siciliana [catal.], a cura di M. C. Di Natale - V. Abbate, Palermo 1992, tav. 20).
Di Ferro (1830, p. 121) segnala l'esistenza di un unico dipinto a carattere profano del F. "che per trista prova della Siciliana non curanza, venne trasferito al di là dei mari": si tratta di una grande tela raffigurante il Sepolcro di Nino, la cui ubicazione è oggi ignota.
Il F. morì a Trapani il 24 luglio 1734 (Sgadari Di Lo Monaco, 1940).
Fratello del F. fu probabilmente Pietro, battezzato il 23 ott. 1645 (Scuderi, 1985, p. 554), che eseguì nel 1668 per gli agostiniani di Trapani una copia della tela con S. Agostino davanti alla Vergine e al Redentore dipinta da Pietro Novelli per la chiesa di S. Nicola da Tolentino a Palermo (Negri Arnoldi, 1969).
Fonti e Bibl.: G. M. Di Ferro, Guida per gli stranieri in Trapani, Trapani 1825, p. 267; Id., in Biografia degli uomini illustri trapanesi, II, Trapani 1830, pp. 119-125; Id., in E. De Tipaldo, Biografia degli italiani illustri..., VI, Venezia 1838, pp. 344-348; F. Mondello, Breve guida artistica di Trapani, Trapani 1883, p. 27; P. M. Rocca, Documenti su M. Giambona, in Arch. stor. sicil., n.s., XVII (1892), p. 323; G. B. Quinci, La cattedrale di Mazzara, Marsala 1916, pp. 52 s.; F. Napoli, Guida storico-artistica di Mazara, Agrigento 1928, p. 53; F. De Felice, Arte del Trapanese, Palermo 1936, p. 93; G. Bellafiore, La civiltà artistica della Sicilia, Firenze 1963, p. 311; F. Negri Arnoldi, IV Mostra di opere restaurate (catal.), Trapani 1969, pp. 15 s.; V. Regina, Alcamo, storia, arte e tradizione, II, Alcamo 1980, p. 28; C. Carità, Isantuari prenormanni e le fondazioni benedettine a Licata, Agrigento-Palermo 1981, p. 20; V. Scuderi, Pittori trapanesi del Settecento: G. F., G. La Francesca, D. La Bruna, in Le arti in Sicilia nel Settecento. Studi in memoria di M. Accascina, Palermo 1985, pp. 553-560; C. Siracusano, La pittura del Settecento in Sicilia, Roma 1986, pp. 62 s., 180, 212; V. Scuderi, Pittura a Licata dal XVI al XIX secolo (catal.), Licata 1995, pp. 78-81; P. E. Sgadari Di Lo Monaco, Pittori e scultori siciliani dal Seicento al primo Ottocento, Palermo 1940, pp. 51 s.; L. Sarullo, Dizionario degli artisti siciliani, II, Pittura, Palermo 1993, pp. 197 s.