BRIVIO, Giuseppe Ferdinando
Nacque probabilmente a Milano intorno al 1700. Le notizie biografiche relative alla sua giovinezza, già scarse, sono rese vieppiù confuse ed incerte dalla coesistenza di un omonimo (e forse congiunto) Giuseppe Brivio, anch'egli milanese e strumentista, ma di tromba anziché di violino. I due musicisti vengono spesso identificati, ma la cronologia differente consente di supporre, al di là d'una possibile parentela, una dissimile identità.
Giuseppe Brivio "della tromba", elencato tra gli esecutori strumentali presenti a Novara per la solenne fraslazione delle reliquie di s. Gaudenzio nel 1711, non è certo la stessa persona del Giuseppe Brivio che nel 1720 suonava come violinista nell'orchestra milanese del Teatro Ducale, noto come una delle tre più forti "spalle" (Barblan, 1962) insieme a G. M. Perroni e G. F. Todeschino, i quali ricevevano una paga uguale a quella dei maestri di cappella. Il suggerito legame di parentela potrebbe trovare conferma dalla notizia di un altro strumentista milanese recante un cognome pressocché identico: vale a dire Gaetano Brivi, secondo violino nella celebre orchestra del Teatro Ducale nel 1748 e ancora presente nello stesso complesso, diretto da G. B. Sammartini, a Pavia per il passaggio dell'arciduca Leopoldo nel 1765. Se ne può dedurre che forse tutti appartenevano ad un'unica famiglia Brivio, tipica di quAle dinastie di strumentisti e virtuosi quali i Todzschino e gli Scaccia, i Fiamminghino e i Grandi. Un altro congiunto del B. fu, forse, Carlo Francesco Brivio, musicista del "castellano di Milano" che nel 1696 cantava nell'Orosmonda e che sarebbe autore dell'opera Demofoonte attribuita in genere al'B.: perciò l'ipotesi dell'Eitner che si tratti della Stessa persona (i lessici più vecchi indicherebbero Carlo Francesco ed i posteriori il B.) potrebbe anche reggere in considerazione di un'attività in effetti consona e simile.
Le notizie biografiche sicure indicano il B. violinista e membro tra i più rappresentativi della "corte" di G. B. Sammartini, insieme con G. B. Lampugnani, G. Giulini, G. Fioroni, C. Monza, A. Brioschi e altri, a Milano, dove si distinse soprattutto come compositore teatrale nonché come impresario del Teatro Ducale, mansione che esercitò prima in collaborazione con Giuseppe Milesi tra il 1721 ed il 1723, quindi da solo dal 29 maggio 1725 al 1731 (0 1732, secondo il Cesari, quando cioè l'impresa passò a G. A. Rozio). Che inoltre avesse fondato nel 1730 a Milano una scuola di canto divenuta famosa e che annoverò parecchi distinti allievi, è notizia riferita da molte fonti: e d'altronde l'attività operistica del B. si documenta, soprattutto presso il Teatro Ducale, negli anni compresi tra il 1727 ed il 1742. In quest'anno sembra che il musicista si fosse trasferito a Londra, dove vennero eseguite due sue opere al King's Theatre, Gianguir (libretto di A. Zeno, 2 nov. 1742) e Mandane (12 dic. 1742). Non si sa per quanto tempo il B. si trattenesse a Londra, ma forse fino al 1745 quando, sempre al King's Theatre, fu programmata ancora una delle sue opere, l'Incostanza delusa, già eseguita al Teatro Ducale di Milano nel carnevale 1739. Intanto, anche come autore di musica strumentale era diventato noto a Parigi, ove le sue opere vennero stampate tra il 1739 e il 1751 dagli editori F. Dufresne e N. Chédeville e infine da J.-B. Venier nel 1757. Prima di questa data, risulta che nel 1740 aveva accolto nella sua casa milanese Leonardo Leo, giunto per la rappresentazione del suo Scipione nelle Spagne, e che nel 1748 aveva ospitato il ballerino francese Sauveterre. Il B. morì, forse a Milano, verso il 1758.
Tardo esponente dell'opera seria e buffa, la sua misura artistica maggiore è certo da ricercarsi nella produzione fino ad oggi quantitativamente minore, ossia nella musica strumentale, anche solo a considerare la presenza significativa di una sua Sinfonia nella collana Sei sinfonie... de' varii autori edita dal Venier a Parigi nel 1757 accanto a nomi quali Sammartini e J. A. Rasse, Giulini e N. Porpora. Il ritratto più vero del B. musicista, nel contesto della tradizione della sinfonia italiana settecentesca, è ancora differito dalla scarsa conoscenza della sua produzione strumentale. Le opere teatrali note sono: Ipermestra (libretto di A. Salvi), in collaborazione con altri musicisti, Milano, Teatro Ducale, 26 dic. 1727; L'Olimpiade (libretto di P. Metastasio), composta per le nozze del re Carlo Emanuele III di Savoia con la principessa Elisabetta Teresa di Lorena, Torino, Teatro-Ducale, 5 marzo 1737; Demofoonte (libretto dello stesso), ibid., carnevale 1738 (la partitura di quest'opera conservata nella Bibl. della Gesellschaft der Musikfreunde di Vienna reca, come già accennato, la paternità di Carlo Francesco Brivio); Artaserse (libretto dello stesso), composta per il passaggio di Maria Amalia regina delle Due Sicilie, Padova, Teatro degli Obizzi, 2 giugno 1738; Merope (libretto di A. Zeno), Milano, Teatro Ducale, 26 dic. 1738; Didone abbandonata (libretto del Metastasio), ibid., gennaio 1739; L'Incostanza delusa cit. e Alessandro nelle Indie (libretto dello stesso), ibid., gennaio 1742; Gianguir e Mandane cit. Della sua musica strumentale si ricordano una Sonata per oboe, pubblicata a Parigi da N. Chédeville nel 1739; The favourite songs in the opera call'd L'incostanza delusa, London 1745;due Sonate incluse nella Musica curiosa or a curious collection of.. airs, London 1745 circa; una Ouverture a più stromenti stampata con altre cinque di autori diversi a Parigi nel 1757.
Bibl.: A. Paglicci Brozzi, Il Regio Ducal Teatro di Milano nel sec. XVIII, Milano 1894, p. 118;M. Brenet, La librairie musicale en France de 1653 à 1790, in Sammelbände der internationalen Musikgesellschaft, VIII (1906-1907), pp. 437, 440, 446, 449;G. Cesari, G. Giulinimusicista. Contributo alla storia della sinfonia in Milano, in Riv. musicale italiana, XXIV (1917), pp. 25 s.; V.Fedeli, Le cappelle musicali di Novara, Milano 1939, p. 30;C. A. Vianello, Teatri,spettacoli,musiche a Milano nei secoli scorsi, Milano 1941, pp. 276, 292(pp. 51, 365per Carlo Francesco); G. Barblan, Sammartini e la scuola sinfonica milanese, in Acc. musicale Chigiana, XV, Musicisti lombardi ed emiliani, a cura di A. Damerini e G. Roncaglia, Siena 1958, p. 33; Id., Il teatro musicale in Milano nei secc. XVII e XVIII, in Storia di Milano, XII, Milano 1959, pp. 973-975, 978;C. Sartori, G. B. Sammartini e la sua corte, in Musica d'oggi, III (1960), 3, pp. 108, 117 s., 121(per Gaetano); G. Barblan, La musica strumentale e cameristica a Milano nel Settecento, in Storia di Milano, XVI, Milano 1962, pp. 620 s., 623-626, 651 (pp. 627, 652per Gaetano); E. L. Gerber, Neues historisch-biographisches Lexikon der Tonkünstler, I, Leipzig 1812, coll. 515 s.; H. Mendel-A. Reissmann, Musikalisches Conversations-Lexikon, II, Berlin 1872, pp. 188 s.; E. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, II, p.195; C. Schmidl, Diz. universale dei Musicisti, I, p. 248;U. Manferrari, Diz. univ. delle opere melodrammatiche, I, Firenze 1954, pp. 165; G. Grove's Dict. of Music and Musicians, I, London 1954, pp. 90 s.; Enc. dello Spett., II, col. 1134; Encicl. della Musica Ricordi, I, Milano 1963, p. 323; Répert. intern. des sources musicales. Recueils... XVIIIe siècle, II, München-Duisburg 1964, pp. 58, 150, 178, 244, 276, 361; La Musica, parte II, Diz., I, pp. 289 s.