FIORINI, Giuseppe
Nacque a Bazzano (Bologna) il 26 sett. 1861 da Raffaele e Teresa Obici.
Raffaele (nato a Pianoro in prov. di Bologna nel 1828 - morto a Bologna nel 1898), già allievo dei Tadolini di Modena, fu importante esponente della scuola bolognese di liuteria e maestro di A. Pollastri.
Nel 1868 il padre si trasferì con la famiglia a Bologna su invito del musicista bolognese C. Verardi. Il F. lavorò con il padre - che dapprima si era opposto alla vocazione del F., giacché riteneva tale arte poco redditizia - nell'apprezzata e fiorente bottega artigiana sita nel palazzo Pepoli, occupandosi in particolare della costruzione e riparazione dei violini.
Nel 1877, all'età di sedici anni, il F. costruì il suo primo violino e nel 1881 aprì una propria bottega di liuteria. Conquistato nel 1888 il primo premio assoluto alla Esposizione internazionale di musica di Bologna, l'anno seguente si trasferì a Monaco di Baviera dove strinse amicizia con W. Benno, primo violino dell'Opera di quella città, con il principe Luigi Ferdinando di Baviera e A. Rieger, il più famoso dei liutai bavaresi, del quale divenne prima socio e poi nel 1889 genero, avendone sposato la figlia. Nel 1896, ritiratosi il Rieger dalla professione, il F. rimase unico titolare del laboratorio.
Nel 1914, allo scoppio della guerra, il F. trasferì la sua bottega a Zurigo, dove il suo lavoro fu presto apprezzato. Nel 1920 riuscì ad aggiudicarsi per 100.000 lire, dalla marchesa Paola Della Valle del Panaro di Torino, erede di I.A. Cozio conte di Salabue, la famosa collezione degli arnesi che avevano fatto parte del laboratorio di A. Stradivari e il violino del celebre maestro cremonese. Particolare curioso è che, dopo aver corrisposto un acconto di 20.000 lire e non disponendo dell'intera somma, il F. dovette indebitarsi per pagare il resto, pur di battere il concorrente, l'ambasciatore francese a Roma C. Barrère.
Il F. riprodusse con arte lo Stradivari originale e le copie ottennero un grande successo presso collezionisti e utenti. Nel 1923 si recò a Roma con l'intento di aprire una scuola di liuteria, sogno che non riuscì a realizzare a causa di una malattia agli occhi che lo rese quasi cieco e lo costrinse a rinunciare alla sua arte. Tornò a Bologna e quindi si trasferì a Monaco con la speranza di recuperare la vista grazie ad applicazioni elettriche. Svanita anche questa speranza, il F. affidò le riparazioni dei violini al suo allievo ed amico W. Turcké-Bebié, che già numerose volte lo aveva sostituito nel lavoro quando si trovava all'estero.
Nel 1930 donò al Museo di Cremona la collezione dei cirrieli appartenuti a Stradivari, con l'obbligo che fosse pubblicamente esposta e col proposito di fondare una scuola di liuteria, da lui diretta. Il progetto tanto accarezzato e al quale il F. aveva sacrificato tutti i suoi risparmi sarà realizzato solo nel 1937, dopo la sua morte, quando, in occasione del bicentenario della morte di Stradivari, la città di Cremona accolse l'idea di fondare la scuola di liuteria.
Il F. morì a Monaco di Baviera il 24 genn. 1934.
Costruttore appassionato e fecondo, usò un metodo basato su un accurato studio del rapporto fra legno utilizzato e vibrazioni volute durante la fabbricazione dello strumento (è ipotizzabile potesse trattarsi fors'anche dei segreto di Stradivari) che il F. aveva appreso afferando le proprie capacità e il proprio intuito. Contrariamente a quanti pensavano che lo strumento si forma col tempo, egli sosteneva che "l'instrumento nasce buono e perfetto". Profondo esperto di strumenti antichi, la sua competenza fu riconosciuta in Europa e in America.
Di lui si conoscono oltre cinquecento strumenti. La sua etichetta italiana è "Fiorini Giuseppe fece in Bologna anno ..."; quelle datate da Monaco: "G. Fiorini München 1899" e "Anno 1905 - München - Giuseppe Fiorini Bolognese", quindi "Giuseppe Fiorini - München 1913 M. p.". Costruttore di strumenti di fattura classica, il F. fu continuatore degnissimo della gloriosa scuola cremonese impostasi in tutto il mondo.
Fonti e Bibl.: E. Santoro, G. F. e i cimeli stradivariani, in Annali della Bibl. statale di Cremona, 1988 (col carteggio relativo alla donazione); G. Lipparini, Un grande liutaio bazzanese G. F., Bologna s.d.; E. Santoro, Oltre Stradivari, Cremona 1991, ad Indicem; V. Hamma, Meister italienischer Geigenbaukunst, München s.d., pp. 222-225; E. Mariani, Nel mondo della liuteria italiana, Genova-Savona 1979, pp. 72 s.; G. Nicolini, Liutai di ieri e di oggi, Cremona 1983, p. 60; Id., Liutai ital. di ieri e di oggi, Cremona 1991, pp. 195 s.; G. Strocchi, Liutai romagnoli, Cremona 1992, pp. 25-33; S. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti …, I, p. 546; R. Vannes, Dict. univ. des luthiers, Bruxelles 1951, pp. 107, 369; Encicl. della musica Ricordi, II, p. 201; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti …, Le biografie, II, p. 768.