FOLGHERAITER, Giuseppe
Nato a Trento il 22 maggio 1856, compì gli studi ginnasiali nella stessa città, quindi frequentò nel 1876 l'università di Innsbruck, da cui si trasferì a Padova, dove, nell'agosto del 1879, conseguì la laurea in fisica. Fu assistente di F. Rossetti, il quale lo segnalò a P. Blaserna; questi, nel 1880, lo chiamò a Roma presso il R. Istituto di fisica, di recente fondazione. Nello stesso anno ottenne l'abilitazione all'insegnamento della fisica e, nel novembre, la nomina a secondo assistente alla cattedra di fisica di quell'Istituto di fisica di Roma. Nel gennaio 1882 fu promosso primo assistente alla stessa cattedra e direttore della Scuola pratica di fisica, annessa all'Istituto e destinata agli studi di matematica, di scienze naturali e di, medicina. Ricoprì questo incarico fino al 15 marzo 1913, quando fu nominato ispettore per la scuola media.
Dal 1881 al 1885 aveva tenuto per incarico un corso di elettricità e magnetismo per allievi ufficiali telegrafisti; dal 1885 al 1894 aveva invece insegnato fisica e chimica, applicata alle costruzioni, presso l'Istituto di belle arti di Roma. Nel giugno 1900 conseguì la libera docenza in fisica sperimentale e nel 1903 tenne il corso di fisica per farmacia. Nel 1905 ebbe la supplenza di fisica sperimentale per medicina.
Il F. fu un docente appassionato e scrupoloso, che seppe trasmettere ai suoi allievi la passione per la ricerca sul campo, in accordo con la prevalente cultura del tempo che vedeva fiorire in Italia "circoli di naturalisti" e "circoli fisici", cui partecipavano con entusiasmo docenti, ricercatori e uomini di cultura. Agli ideali di una diffusione delle conoscenze scientifiche anche a livello delle scuole secondarie era ispirata l'attività della Società italiana per il progresso delle scienze, cui il F. dedicò molte energie, non soltanto nel campo scientifico ma anche in quello amministrativo.
Le sue ricerche si inquadrano prevalentemente nel campo geofisico (in cui d'altronde l'interesse dei suoi maestri Rossetti e Blaserna era molto spiccato), allora emergente, anche in seguito all'influenza che esercitava la scienza tedesca, precisamente gli studi sul magnetismo che C.F. Gauss e W. Weber avevano condotto con successo a metà secolo.
Le ricerche del F. riguardarono in particolare il magnetismo delle rocce vulcaniche, che egli attribuiva ad una doppia modalità induttiva, a seconda che si trattasse di campi magnetici deboli e diffusi (per azione induttiva del campo magnetico terrestre nello stato di fusione delle rocce), oppure di campi intensi e localizzati, dovuti alle scariche elettriche atmosferiche. Le principali pubblicazioni in proposito sono: Origine del magnetismo nelle rocce vulcaniche del Lazio, in Rend. della R. Accad. dei Lincei, classe di scienze fisiche matem. e natur., s. 5, III (1894), pp. 53-61; Orientazione e intensità del magnetismo permanente, ibid., pp. 165-172; L'azione chimica nella magnetizzazione delle rocce vulcaniche, ibid., IV (1895), pp. 78-85. Pubblicò inoltre varie ricerche sperimentali sulla determinazione della direzione del campo magnetico terrestre (supposto uniforme) derivata dall'orientamento dei magnetismo da esso indotto nei terreni, le cui conclusioni sono nell'articolo Ancora sui risultati delle misure, ibid., V (1896), pp. 171, 199-206, 242-249.
Il F. si occupò anche di ricerche sulla variazione secolare del campo magnetico terrestre attraverso la misura di campi magnetici "congelati" in reperti archeologici, misure che oggi sono di nuovo al centro di interesse anche per effetto di nuovi e più potenti e precisi metodi di rilevazione e misura (Variazione secolare dell'inclinazione magnetica, ibid., pp. 66-74). In definitiva si deve al F. la scoperta della possibilità di stabilire la direzione del campo magnetico in epoche storiche precristiane attraverso la considerazione che l'argilla dei materiali fittili, come vasellame ed altro, si magnetizza alle alte temperature di cottura nella direzione del campo magnetico "storico". Basandosi su tali considerazioni e su laboriose misure, il F. riuscì a stabilire che nel VI secolo a.C. l'equatore magnetico attraversava l'Italia.
Le sue più importanti pubblicazioni nel campo sono: Ricerche sull'inclinazione magnetica all'epoca etrusca, ibid., pp. 293-301; La magnetizzazione dell'argilla colla cottura in relazione colle ipotesi sulla fabbricazione del vasellame nero etrusco, ibid., VI (1897), pp. 368-381; Ricerche sull'inclinazione magnetica col mezzo della distribuzione del magnetismo libero nei vasi fittili antichi, ibid., VIII (1899), pp. 69-86; Ricerche sull'inclinazione magnetica ... dai vasi fittili di Arezzo e di Pompei, ibid., pp. 121-129; Ricerche sull'inclinazione magnetica durante il periodo di fabbricazione dei vasi fittili greci, ibid., pp. 176-183; Ancora sull'inclinazione magnetica durante il periodo di fabbricazione dei vasi fittili greci, ibid., pp. 269-276.
Altre ricerche il F. svolse nel campo delle scariche atmosferiche e della protezione attraverso parafulmini, oltre che su altri aspetti applicativi dell'elettricità e del magnetismo.Il F. morì a Roma il 1° sett. 1913.
Fonti e Bibl.: F. Ambrosi, Scrittori e artisti trentini, Trento 1894, p. 411; A. De Gubematis, Piccolo dizionario dei contemporanei italiani, Roma 1895, p. 989; L. Bonomi, Naturalisti, medici, tecnici trentini. Contributo alla storia della scienza in Italia, Trento 1930, p. 53; Enc. Italiana, XV, p. 603.