FOSSATI, Giuseppe
Nacque a Morcote, in Canton Ticino, il 5 luglio 1822 da Ambrogio Marcellino e Virginia Rippa. Seguendo le tracce dei suoi antenati e del fratello Gaspare, intraprese la carriera di architetto. Dopo una prima formazione classica presso il ginnasio di Lugano, nel 1837 fu ammesso alla scuola di architettura dell'Accademia di belle arti di Brera, dove per due anni seguì i corsi di G. Albertolli, di G. Moraglia - che lo accolse nel suo studio per il tirocinio pratico - e di C. Amati.
Conclusi gli studi, nel 1839 fu chiamato a lavorare per l'architetto Amati, che in quel tempo dirigeva il cantiere del tempio di S. Carlo a Milano. Nello stesso anno raggiunse a Costantinopoli il fratello maggiore Gaspare, allora impegnato nella costruzione del grandioso palazzo per l'ambasciata russa.
Come Gaspare, del quale divenne assiduo collaboratore, anche il F. aveva una particolare predisposizione per il disegno e per la pittura, testimoniata dai numerosi schizzi e acquerelli di edifici o personaggi turchi, eseguiti per uso personale e conservati nel Fondo Fossati dell'Archivio cantonale di Bellinzona. Rispetto a Gaspare, il F. mostra tuttavia un segno grafico meno preciso e accurato.
Viste le condizioni favorevoli del mercato, la disponibilità della committenza e l'appoggio del fratello, anche il F. fissò stabile dimora a Costantinopoli, lavorando sia per la corte ottomana, sia per ricchi committenti operanti nelle ambasciate europee. Tuttavia i legami con il paese d'origine non furono mai totalmente recisi, come dimostrano i periodici quanto brevi rientri a Morcote, dove nel 1844 lasciò un disegno per l'organo della prepositurale e, l'anno seguente, un progetto per la casa parrocchiale.
La maggior parte dei progetti era condotta in stretta collaborazione con il fratello, ciò che rende difficile distinguere una mano dall'altra. L'attività dei due fratelli si intrecciò e si confuse continuamente. Gaspare trovò nel F. un interlocutore dotato di un notevole patrimonio di conoscenze tecniche e della sua stessa erudizione classica, acquisite all'Accademia milanese di belle arti. La formazione braidense, ampiamente rivolta alle arti applicate, oltre che alle cosiddette arti maggiori, lasciò il segno anche nel F., portandolo a occuparsi non solo di problemi architettonici, ma anche tecnici e artigianali. Il progetto e la costruzione del primo telegrafo ottomano nei pressi di Bagcé Kapu, per il quale gli fu conferito, nel 1855, l'Ordine turco del Megīddiyye, sono un esempio della sua attività pluridisciplinare.
Il F. si cimentò anche nel campo del restauro. Nel 1847 il sultano ‛Abd ul-Megīd lo incaricò di ripristinare la moschea di S. Sofia. Dopo aver progettato i primi interventi, il F. affidò al fratello la direzione dei lavori: il restauro fu portato a termine nel 1849.
Nel 1854 sposò Alessandra de Stiepovich, figlia di un segretario dell'ambasciata di Prussia, da cui ebbe cinque figli. Nello stesso anno la regina di Spagna Isabella II gli conferì il titolo di cavaliere dell'Ordine spagnolo per la ricostruzione del palazzo di Spagna a Costantinopoli.
Rientrato in patria nel 1859, un anno dopo il fratello, il F. andò ad abitare nella casa paterna di Morcote. Nel 1862, in seguito a uno scoscendimento che aveva inghiottito parte della riva di Morcote, i due fratelli si stabilirono a Milano, pur non interrompendo i rapporti con l'Oriente, dove possedevano alcuni immobili e dove inviavano saltuariamente progetti. Nel 1872 il F. costruì nel cimitero di Morcote la cappella gentilizia Paleari-Fratini; nel 1878 restaurò la casa paterna, realizzando assieme al fratello Gaspare un "salone turco", con motivi decorativi e arredi moreschi, di cui oggi non rimane più traccia, tranne qualche oggetto e gli schizzi di suo pugno, confluiti nel 1954 nell'Archivio cantonale di Bellinzona. Tra gli ultimi e rari lavori eseguiti in Italia va citato il progetto del 1887 per il nuovo palazzo del Parlamento in Roma. Nel 1890 a Milano curò la pubblicazione dei Rilievi storico artistici sull'architettura bizantina dal IV al XV e fino al XIX secolo, ovvero Notizie intorno alle scoperte fatte in S. Sofia a Costantinopoli dagli architetti Giuseppe e Gaspare Fossati. Questo lavoro, nel quale confluirono gli scrupolosi studi sull'architettura bizantina condotti in occasione dei lavori di S. Sofia, gli valse la menzione onorevole di primo grado alla prima Esposizione italiana d'architettura tenutasi a Torino nel 1890.
Il F. morì a Milano il 1° marzo 1891.
Fonti e Bibl.: Necr. in L'Illustrazione italiana, 22 marzo 1891, p. 187; Rivista stor. ital., VIII (1891), p. 173; F. Bosi, G. F. Cenno biografico, Palermo 1891; B. Magni, Storia dell'arte italiana, III, Roma 1900-1902, p. 674; L. Simona, Artisti della Svizzera ital. in Torino e Piemonte, Zurigo 1933, p. 75; I. Cappa, Milano e i fratelli Fossati, in La Sera (Milano), 5 ott. 1934; T. Lacchia, I mosaici di S. Sofia e l'opera dei fratelli Fossati, in Riv. stor. ticinese, V (1939), pp. 3-7; Id., I Fossati architetti del sultano di Turchia, Roma 1943; O. Busetti, Guida generale di Milano, Milano 1954, p. 133; T. Isella, Arte a Morcote, Bellinzona 1957, pp. 29, 44, 63 e passim; A. Crivelli, Artisti ticinesi in Russia, Locarno 1966, pp. 66, 80; V. Chiesa, Due lettere degli architetti Fossati di Morcote, in L'Educatore della Svizzera italiana, marzo 1968, p. 10; C. Palumbo-Fossati, I Fossati di Morcote, Bellinzona 1970, pp. 151-155; P. Girardelli, Istambul e l'Italia 1837-1908, tesi di dottorato, Università degli studi di Napoli Federico II, triennio 1991-94, pp. 65-81 passim.