ALBERTI, Giuseppe Francesco Antonio
Ingegnere, noto come Giuseppe Antonio, nacque a Bologna il 29 genn. 1712. Suo padre Giovanni, nativo di Vira Trivano (Lugano), s'era trasferito a Bologna come impresario di costruzioni, vi aveva sposato Giulia Maria Minghini e aveva ottenuto la cittadinanza bolognese nel 1724: perciò qualche autore considera l'A. ticinese. Avviato agli studi matematici, si dedicò in modo particolare alla geometria pratica e fu iscritto tra i pubblici periti di agrimensura, architettura e idrostatica di Bologna. Dal 1756 al 1758 fu perito agronomo condotto di Bagnacavallo (Ravenna); poi passò a Perugia, dove morì il 31 ag. 1768.
In Emilia, in Umbria, e specialmente a Faenza e a Bagnacavallo, partecipò alla costruzione di opere idrauliche; fece livellazioni, rilievi topografici e catastali. La sua fama, però, è soprattutto affidata ai suoi scritti di matematica e d'ingegneria. Nel 1747 pubblicò un libretto di qualche interesse sui giochi numerici e di prestigio, che riscosse molto successo, come attestano le nove ristampe apparse sino al 1815. A questo libretto si collega un esteso e buon Trattato d'aritmetica pratica, Venezia 1752, in tre torni, nel quale è esposta anche l'algebra elementare con cenni di calcolo combinatorio.
Ma l'opera fondamentale dell'A. sono le Istruzioni pratiche per l'ingegnero civile, Venezia 1748, divise in due parti: la prima dedicata alle operazioni di agrimensura e la seconda a quelle del perito d'acque. L'opera incontrò molto favore; lo stesso A. ne curò, nel 1761, una seconda edizione con molte aggiunte, alla quale seguirono altre sei, sino all'ultima del 1840. All'ingegneria è anche rivolto il Trattato della misura delle fabbriche, Venezia 1757, uno dei migliori trattati pratici di stereometria e voltimetria pubblicati sino a quei tempi, ripubblicato a Perugia nel 1790 e a Firenze nel 1822. Su questi due trattati, redatti con semplicità e chiarezza, e specialmente sul primo, si formarono numerose generazioni di ingegneri italiani.
Tra i molti strumenti topografici costruiti dall'A., è meritevole di ricordo la "dioptra monicometra", descritta in un opuscolo del 1758, ristampato nelle successive edizioni delle Istruzioni. La dioptra monicometra, - perfezionamento della livella diottrica, descritta nel 1674 da Geminiano Montanari, il quale, a sua volta, aveva migliorato il "monicometro" ideato nel 1595da F. Pifferi, preparò la scoperta degli strumenti di celerimensura. Essa consentiva di conoscere la distanza tra la stazione di rilevamento e uno scopo, senza procedere a misure sul terreno: sostanzialmente si trattava di collimare su uno scopo molto semplice (per es., una pertica verticale dipinta in nero nella parte superiore) attraverso un traguardo fisso munito di cannocchiale e uno scorrevole su una tavoletta pretoriana; si potevano in tal modo determinare due triangoli rettangoli simili, dai quali la distanza cercata si deduceva facilmente dalla distanza tra i due traguardi, dalla lunghezza della parte collimata dello scopo e dalle dimensioni di una finestrella del traguardo mobile.
Altri scritti dell'A., oltre quelli citati, sono: I giuochi aritmetici, fatti arcani palesati, Bologna 1747 (nove ristampe); Osservazioni all'Appendice de' giuochi numerici pubblicati da G. A. A. Autore de' detti giuochi, s. l. né d.; La pirotechnia, o sia trattato de' fuochi d'artificio, Venezia 1749; Istruzioni pratiche per il rinnovamento dei catasti, Faenza 1754; Padova 1780; Nuova dioptra monicometra, ecc., Venezia 1758. Il ritratto dell'A. si trova sul frontespizio del Trattato della misura delle fabbriche, Venezia 1757.
Bibl.: G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, I, 1, Brescia 1753, p. 306; V. Fantuzzi, Notizie degli scrittori bolognesi, I, Bologna 1781, p. 144; IX, ibid. 1794, p.17; A. Comolli, Bibliografia stor. critica dell'architettura civile..., III, Roma 1792, pp. 109-111; IV, ibid. 1794, pp. 239-241; G. A. Oldelli, Continuazione e compimento del Diz. stor. ragionato degli uomini illustri del Cantati Ticino, Lugano 1811, p. 1; E. De Tipaldo, Biografia degli italiani illustri, VIII, Venezia 1841, pp. 80-84 (ristamp. con poche varianti a pp. 389-391); J. C. Poggendorff, Biographisch-literarisches Handwörterbuch zur Geschichte der exacten Wissenschaften, I, Leipzig 1863, p. 23; P. Riccardi, Biblioteca matematica italiana, I, Milano 1952, coll. 15-17; Correz. e aggiunte, s. 1, coll. 1 s.; s. 2, col. 83; s. 5, col. 4 s.; s. 7,col. 2; Encicl. Ital., II, p. 180.