ALBERTI, Giuseppe Francesco Antonio
Noto sotto il nome di Giuseppe Antonio, nacque il 29 gennaio 1712 in Bologna da Giovanni e da Giulia Maria Minghini, morì a Perugia il 31 agosto 1768 ed ivi è sepolto nella chiesa parrocchiale di Santo Stefano.
Il padre, nativo di Vira Trivano (Lugano), s'era stabilito a Bologna quale imprenditore di costruzioni, e nel 1724 vi aveva ottenuto il diritto di cittadinanza. Per questa origine ticinese della sua famiglia Giuseppe Antonio Alberti, da qualche autore, è considerato come svizzero.
Iscritto al ruolo dei pubblici periti di agrimensura, di architettura e d'idrostatica, sorretto da una larga cultura tecnica, egli collaborò ad importanti lavori idraulici e catastali nell'Emilia, nelle Romagne, in special modo a Faenza e a Bagnacavallo, e negli ultimi anni della sua vita, nell'Umbria.
Più che grandi opere d'ingegneria gli procacciarono meritata fama gli scritti numerosi, pregevoli per la forma semplice e chiara, e gli strumenti di topografia, per quei tempi assai buoni. Importantissime e molto riputate sono le sue Istruzioni pratiche per l'ingegnere civile o sia perito agrimensore e perito d'acque, che tra il 1748 e il 1840 ebbero nove edizioni. Su quest'opera si prepararono all'attività professionale alcune generazioni d'ingegneri, e ancora nel 1870 il Riccardi nella sua nota Biblioteca matematica italiana la elogiava quale libro utile ai geometri agrimensori. Parecchie edizioni ebbero pure il volumetto su I giuochi numerici e il Trattato della misura delle fabbriche.
Tra gli strumenti di topografia ideati e costruiti dall'Alberti, merita un cenno la dioptra monicometrica da usarsi sopra la tavoletta pretoriana, ch'egli descrisse in un opuscoletto edito a Venezia nel 1758. Perfezionamento del monicometro del padre Francesco Pifferi da Monte San Savino, monaco camaldolese (1595), la diottra dell'Alberti permette di ricavare immediatamente, ridotta alla scala voluta, la distanza d'uno scopo speciale, ma assai semplice, dalla tavoletta dove sta l'operatore: essa può venir considerata come precorritrice e preparatrice dei nuovi e più perfetti istrumenti di celerimensura.
Bibl.: Parlano di G. A. Alberti, non senza qualche errore: Giovanni Fantuzzi, Notizie degli scrittori bolognesi, Bologna 1781 segg., I e IX; Marcello Oretti, Notizie di professori del disegno (manoscritto nella biblioteca dell'Archiginnasio di Bologna), IX.
Un elenco completo delle sue pubblicazioni è dato da P. Riccardi, Biblioteca matematica italiana, Modena 1870 segg., I, p. 14 e Appendice, p. i. Il ritratto dell'Alberti si trova nel frontispizio del suo Trattato della misura delle fabbriche, Venezia 1757.