FRUGATTA, Giuseppe
Nacque a Bergamo il 26 maggio 1860 da Giacomo e Santa Cortinovis. Fu avviato agli studi pianistici dal padre e a sette anni si esibiva in pubblico, destando notevole impressione per le non comuni doti musicali. Proseguì gli studi dapprima all'istituto musicale "Donizetti" con M. Bartoletti (pianoforte) e M. Forini (canto) e in seguito, a tredici anni, entrò nel conservatorio di Milano sotto la guida di C. Andreoli per il pianoforte e di A. Bazzini per la composizione, diplomandosi nel 1881. Finiti gli studi, prese parte ai concerti popolari organizzati dall'Andreoli e intraprese la sua prima tournée all'estero, recandosi in Germania, dove si fece conoscere soprattutto come valente pianista. Proprio in Germania cominciò a farsi notare anche come compositore, presentando nel corso di pubblici concerti alcune sue composizioni pianistiche e cameristiche, che destarono notevole interesse.
L'attività di compositore fu quella che lo assorbì negli anni seguenti e molte sue composizioni furono premiate in concorsi importanti: nel 1892, con una Sonata per pianoforte, ottenne il secondo premio alla Società del quartetto di Milano. Nel 1893 l'Accademia musicale di Firenze gli conferì il primo premio per un Trio per pianoforte, violino e violoncello. Nel 1898 l'Accademia di S. Cecilia di Roma gli assegnò il primo premio per un quartetto d'archi e, a testimonianza della considerazione di cui godeva nel mondo musicale, sue composizioni furono inserite nei programmi dei concerti del famoso Quintetto della regina, fondato da G. Sgambati, ed eseguite al Quirinale alla presenza della regina Margherita di Savoia. Questa nuova formazione lo ispirò per la composizione di un Quintetto per pianoforte, violino, clarinetto, corno e violoncello, che nel 1899 vinse l'unico premio della Società internazionale di Londra.
Tra le sue composizioni quasi tutte pubblicate a Milano, salvo diversa indicazione, si ricordano: 6 pezzi all'antica (s.d.); Étude mélodique (1900); NocturneOp. 43 (1901); In gondola Op. 31 (s.d.); Mazurka (1917); Meditazione (1917); Improvviso (1919); Elegia poetica (1921); Bisbiglio poetico (1921); Perpetuum mobileOp. 42, Il tocco, Foglio d'album (Magonza s.d.); Granadina: capriccio alla spagnola (1922) per pianoforte; 12 interludi (1921) per pianoforte a quattro mani; Aria n 2 da 6 pezzi all'anticaOp. 33; Impromptu poétique (1921) per violino e pianoforte; Leggende (s.d.) per arpa cromatica; Suite Op. 44 (s.d.) per clarinetto.
Parallelamente all'attività di compositore va ricordata quella non meno importante di insegnante. Nel 1891, al conservatorio di Milano, il F. sostituì l'Andreoli nell'insegnamento del pianoforte e l'anno seguente venne nominato professore titolare, dando vita a una florida scuola, che vide tra i suoi allievi più insigni Riccardo Castagnone, Ettore Panizza, Ferruccio Calusio, Franco Da Venezia, Vittorio Rieti. Dal 1892 fu anche professore presso il Collegio reale delle fanciulle.
La pluriennale esperienza di insegnante lo portò a pubblicare, sempre a Milano, varie opere didattiche; da ricordare Preparazione al "Gradus ad Parnassum" di Clementi (1903); 10 esercizi giornalieri per pianoforte sulla scala adattata nel nuovo sistema armonico (1908); Le scale del pianista moderno 3 tipi di scale su 12 suoni (1914); Il tocco ottenuto con l'esercizio delle cinque note suggerite per la scuola moderna del pianoforte (1915); 24 esercizi preparatori agli studi di Chopin Op. 10 e Op. 25; Il meccanismo del tocco (1921).
Il F. morì a Milano il 28 maggio 1933.
La fama del F. è legata soprattutto alla sua attività di insegnante di pianoforte. Come testimoniato dalle sue numerose pubblicazioni di carattere didattico, impostò il suo metodo di insegnamento in modo da non lasciare mai soli gli allievi di fronte alle alte vette del perfezionamento tecnico-interpretativo, sostenendoli con un costante e puntuale appoggio lungo l'intero corso di studi. Questa caratteristica ne fece un chiaro punto di riferimento didattico per tutta la scuola pianistica del tempo e le sue qualità furono riconosciute quando fu nominato "professore di merito" al conservatorio di Milano nel dicembre del 1931 e, nel febbraio dello stesso anno, cavaliere ufficiale della Corona d'Italia.
Riguardo alla sua attività di compositore, i suoi lavori rivelano un chiaro gusto neoclassico soprattutto per quel che riguarda la musica da camera, che tuttavia rimase la sua produzione più interessante. Del resto tutta la sua opera è pervasa da una grande forza espressiva unita a una brillante padronanza tecnica, qualità, queste, che lo fecero paragonare all'epoca a E. Grieg e F. Chopin e che rivelano un musicista dal sentimento e dall'ispirazione non comuni.
Fonti e Bibl.: A. De Angelis, La regina Margherita e la musica in Roma, in Noi e il mondo, n. 8, Roma 1924, p. 8; M.V. Recupito, Artisti e musicisti moderni, Milano 1933, pp. 116 ss.; Musica d'oggi, XV (1933), 6, p. 225; L. Finizio, Quello che ogni pianista deve sapere, Milano 1950, pp. 95, 114 s.; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 572; A. De Angelis, Diz. dei musicisti, Roma 1928, pp. 225 s.; Baker's Biographical Dict. of musicians, p. 517; Musik in Geschichte und Gegenwart, IV, col. 1065; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, III, p. 49.