Critico e storico della letteratura tedesca italiano (Dogliani, Cuneo, 1886 - Roma 1948). Prof. dal 1915 nell'univ. di Genova, dal 1919 in quella di Roma. Scritti principali, caratterizzati da una calorosa adesione alle personalità e agli eventi trattati e da una vivace ricostruzione psico logica di alcune figure della cultura romantica: G. Prati (1912), Le affinità elettive del Goethe (1914), A. Platen e la bellezza come ideale morale (1915), Il dramma di Z. Werner (1916), La poesia di Mörike e di Lenau (1926), oltre a importanti saggi su riviste. S'interessò alle letterature nordiche anche con traduzioni di romanzi di Jacobsen (Niels Lyhne, 1929; Maria Grubbe, 1930). Diresse dal 1932 l'Istituto italiano di studî germanici in Roma; fu direttore di sezione dell'Enciclopedia Italiana, cui collaborò ampiamente per le letterature tedesca e nordiche.