GENNARI, Giuseppe
Nato a Padova il 10 nov. 1721 da Giovanni Antonio, orafo di buone fortune, e da Lucietta Airoldi, ricevette un'ottima educazione letteraria da Alberto Calza, seguace dell'indirizzo puristico di Domenico Lazzarini, e si addottorò in sacra teologia il 25 sett. 1743; nel dicembre dell'anno successivo prese i voti e celebrò la prima messa.
Non cercò mai la cura d'anime e rifiutò l'insegnamento nei seminari di Feltre e Bergamo; tentò invece, ma invano, di ottenere nel 1755 nell'ateneo patavino la cattedra di istituzioni civili, aggregata agli studi giuridici: solo alla fine della sua vita, sotto la Municipalità democratica, fu nominato tra i rettori della facoltà di studi giuridici.
A parte una breve parentesi a Venezia, dal luglio 1750 al marzo 1753, come precettore in casa del segretario del Senato Francesco Lio, trascorse tutta la sua vita a Padova; e la sua fu una lunga e tranquilla esistenza dedicata integralmente ai prediletti studi di letteratura e di storia: le rendite di alcuni beni paterni e qualche guadagno occasionale come precettore di giovani nobili gli assicurarono un modesto ma decoroso tenore di vita.
Fin da giovane coltivò l'amicizia e la collaborazione dei più noti esponenti del mondo culturale patavino e veneziano, e in particolare di Gasparo Patriarchi, Giuseppe Vianelli, Giovanni Marsili, Andrea Bassani, Giuseppe Bartoli, Girolamo Zanetti, Tomaso Temanza, Melchiorre Cesarotti, Pietro Chiari, Carlo Goldoni, Carlo e Gasparo Gozzi, Apostolo Zeno; col passare degli anni, e grazie anche al prestigio procuratogli dalle sue ricerche e pubblicazioni, allargò al resto d'Italia e d'Europa la cerchia delle sue conoscenze. Dell'intenso e fecondo scambio di idee e di notizie letterarie ed erudite con moltissimi studiosi (tra i tanti Giovanni Poleni, Scipione Maffei, Antonio Valsecchi, Giuseppe Maria Pujati, Girolamo Tiraboschi, Angelo Calogerà, Gianantonio Volpi) è testimonianza il suo imponente epistolario: le 2500 lettere sue e le 4000 autografe a lui indirizzate sono conservate nei codici 620 e 621 della Biblioteca del Seminario di Padova.
Nel 1742 insieme con Domenico Salvagnini fondò l'Accademia degli Orditi, cenacolo di letterati ispirati al più puro classicismo, latino e volgare; la sua "ferma e rigorosa intransigenza puristica", sottolineata dal Pecoraro (pp. 209 s.), si manifestò chiaramente anche nella successiva Accademia Dantesca, fondata nel 1753 e operosa sino al 1763.
Qui, per tre sere la settimana, si leggeva e commentava la Divina Commedia e, in particolare, si voleva "esaminare l'allegorie, il dottrinale e il bello poetico, facendo altresì delle osservazioni in proposito della lingua"; preparò anche, ma poi non pubblicò, un commento dell'Inferno (Padova, Biblioteca del Seminario, cod. 641, cc. 96-116) con lo scopo, identico a quello dell'Accademia, di confutare i giudizi negativi di molti critici contemporanei sull'opera di Dante e in particolare sulla prima cantica.
Fu per anni segretario perpetuo dell'antica Accademia padovana dei Ricovrati; quando questa, nel 1780, per decreto della Repubblica di Venezia, venne fusa con quella agraria nella nuova Accademia patavina di scienze, lettere ed arti, ne divenne socio pensionario (9 genn. 1782) e nel 1797-98 presidente; delle riunioni e dei lavori dell'Accademia tracciò accurata memoria nelle sue Notizie giornaliere; scrisse anche un Saggio storico sopra le accademie di Padova (Padova 1786). Collaborò alla redazione delle Nuove Memorie per servire alla storia letteraria, si interessò di poesia, critica letteraria, storia, erudizione, antiquaria, scoperte archeologiche, ma anche degli studi scientifici di Benjamin Franklin.
Tradusse in latino e in italiano l'Elegia inglese di Thomas Gray (ibid. 1772), in italiano il primo libro De obsidione di Albertino Mussato (in Nuova Raccolta di opuscoli scientifici e filologici, a cura di F. Mandelli, t. XXXVI, Venezia 1781), il Cantico di Debora (Padova 1825) e varie opere latine rinascimentali. Scrisse un gran numero di poesie d'occasione, per nozze, battesimi, monacazioni, dottorati, ingressi di pubbliche autorità, Sermoni in versi sciolti (ibid. 1850), Sei orazioni in lode della Repubblica di Venezia (ibid. 1782), laVita di Iacopo Facciolati (ibid. 1769; rist., ibid. 1818), gli Elogi di Giuseppe Tartini (ibid. 1770), Girolamo Zanetti (ibid. 1789), Vitaliano Donati (ibid. 1839), Giovanni Poleni (ibid. 1839), la Vita di Paolo Brazolo Milizia (ibid. 1880), Notizie del beato Niccolò Giustiniani… (ibid. 1794), la Memoria intorno la vita e le opere di Carlo de' Dottori (premessa a un'ed. dell'Asino, ibid. 1796), saggi su Andrea Mantegna (Notizie intorno alla patria del celebre pittore A. Mantegna…, ibid. 1829; Lezione intorno al pittore A. Mantegna, Venezia 1834) e su vari altri. Anni di pazienti ricerche in archivi e biblioteche gli apprestarono un vastissimo materiale per la storia civile e religiosa di Padova; riprese e corresse il Codice diplomatico padovano dell'abate Giovanni Brunacci, ma poi non lo pubblicò: inediti restarono anche molti altri suoi studi, altri comparvero solo dopo la sua morte. Hanno scarso rilievo alcune ricerche di storia e letteratura non padovane (Relazione di alcuni sepolcri degli antichi re di Sicilia aperti ed esaminati (Padova 1786), Dissertazione sopra il rinnovamento e i progressi dell'umane lettere in Italia (ibid. 1821), Sopra il commercio e la navigazione de' Veneziani dal principio di quella Repubblica sino alla metà del secolo XVI (ibid. 1823). Sono invece tuttora preziosi, per l'ampia e rigorosa indagine documentaria, i suoi saggi sulla storia civile, ecclesiastica, culturale di Padova e della sua provincia: Serie cronologica dei vescovi di Padova (ibid. 1756), Dell'antico corso del fiumi in Padova e ne' suoi contorni… (ibid. 1776), Descrizione geografica, storica e fisica della città di Padova e della sua provincia colla precisa indicazione di tutte le sue terre, ville, giurisdizioni e parrocchie (ibid. 1790), Sopra il titolo di città regia dato a Padova (ibid. 1795), Informazione storica della città di Padova (Bassano 1796), Degli usi de' Padovani del tempo di mezzo nei loro matrimoni (Venezia 1800), Breve memoria, ossia Piano di un'opera sopra li vescovi di Padova (Padova 1805), Memoria sopra la casa e l'Istituto delle signore dimesse di Padova (ibid. 1823), De' cambiamenti avvenuti ne' confini del territorio padovano ne' tempi di mezzo e della sua fisica costituzione in que' medesimi tempi (ibid. 1828), Ricerche sopra i confini del territorio di Padova negli antichi tempi (ibid. 1828), Memorie inedite sopra le tre chiese in Padova: Cattedrale, S. Giustina e Santo (ibid. 1842), Delle usure degli antichi padovani (ibid. 1846), Memoria inedita sopra la chiesa parrocchiale di S. Nicolò di Padova (ibid. 1858), Memoria sulle chiese di S. Francesco, Eremitani, Carmine, S. Giovanni di Verdara e S. Agnese (ibid. 1866), Memoria sopra l'antica arte ceramica in Padova (ibid. 1877). Particolarmente originale, per l'indagine documentaria e la novità dei risultati, il saggio Dell'antico corso de' fiumi in Padova e ne' suoi contorni…, da cui trasse origine un nuovo filone di studi idrografici; qualche contemporaneo sperava che il G. mettesse finalmente mano a un'organica storia civile e religiosa della città e diocesi di Padova, ma egli si limitò a scrivere gli Annali della città di Padova (usciti postumi a Bassano nel 1804), che arrivano solo al 1318.
Dal 1739 (ma soprattutto dal 1766) al 1800 il G. annotò minuziosamente in un diario tutti i fatti rilevanti accaduti in Padova: eventi politici e religiosi, episodi di cronaca, novità letterarie e accademiche, spettacoli, feste e cerimonie laiche ed ecclesiastiche, fenomeni atmosferici, prezzi delle derrate alimentari, notizie sul rinnovamento architettonico urbano, pettegolezzi e aneddoti pubblici e privati di ogni genere. Da queste Notizie giornaliere, di recente pubblicate per intero, ma prima sminuzzate e saccheggiate da decine di studiosi in innumerevoli estratti di ogni genere e uso, si ricava uno spaccato illuminante e approfondito della società e cultura padovana sullo scorcio del 1700; il G. vi compare come un uomo colto e curioso di tutto, ma tradizionalista e conservatore, talvolta addirittura misoneista nelle sue preferenze: esemplari la sua aspra misoginia e l'aperta avversione alle idee dell'Illuminismo e della Rivoluzione francese.
Benché in più occasioni il G., in questo vicino ai sentimenti di una parte significativa della nobiltà di Terraferma, avesse deplorato il centralismo veneziano e la relativa vessazione delle città suddite, quando si avvicinò la bufera rivoluzionaria non esitò a definire "soave giogo" quello di Venezia; netta e risentita fu la sua opposizione alla Municipalità democratica patavina del 1797 della quale intravedeva la sorte effimera, prodromo di un'ineluttabile annessione all'Austria.
Il G. morì a Padova il 31 dic. 1800.
Fonti e Bibl.: Dispersi alla sua morte i preziosi Zibaldoni, molti scritti inediti sono conservati nella Biblioteca del Seminario di Padova, codd. 136, 272, 320, 379, 582, 584, 594, 599, 600, 613, 616, 620, 621, 639, 641, 675, 676, 678, 679, 691, 694. Le Notizie giornaliere di quanto avvenne specialmente in Padova dall'anno 1739 all'anno 1800, conservate nei codici 51 e 52, sono ora edite, a cura di L. Olivato, I-II, Fossalta di Piave 1982-84. Altri manoscritti sono conservati nella Biblioteca civica di Padova.
F. Caldani, Elogio funebre di G. G., Padova 1801; Id., Memorie intorno agli studi ed al carattere letterario dell'ab. G. G., premesse agli Annali della città di Padova, pp. XIX-XXXV; G.A. Moschini, Della letteratura veneziana del sec. XVIII fino ai nostri giorni, Venezia 1806, I, pp. 50, 245; IV, p.16; Biografia di G. G., in Giornale dell'italiana letteratura, Padova 1818; A. Zendrini, G. G., in B. Gamba, Galleria dei letterati ed artisti illustri delle provincie austro-venete che fiorirono nel secolo decimottavo, Venezia 1822-24, I, ad vocem; Biografia universale antica e moderna, Venezia 1825, pp. 440-445; B. Gamba, Notizie intorno alla vita e alle opere dell'ab. G. G., in Lettere famigliari dell'ab. G. G. ora per la prima volta pubblicate, a cura di B. Gamba, Venezia 1829, pp. 5-15; G. Vedova, Biografia degli scrittori padovani, I, Padova 1832, pp. 447-456; B. Gamba, G. G., in Biografia degli italiani illustri…, a cura di E. De Tipaldo, II, Venezia 1835, pp. 123-127; G. Cristofanelli, Della cultura padovana sullo scorcio del sec. XVIII e nei primi del XIX, Padova 1905, pp. 74-76; M. Borgherini, Il governo di Venezia in Padova nell'ultimo secolo della Repubblica (dal 1700 al 1797), Padova 1909, pp. 14 s.; S. Motta, G. G. e l'Acc. degli Orditi di Padova (1742-1750), in Atti e memorie dell'Acc. di scienze, lettere ed arti di Padova, n.s., XXXVII (1921), pp. 59-72; G. Natali, Il Settecento, I-II, Milano 1929, pp. 24, 106, 208, 407, 408, 477, 540, 549, 564, 585, 596, 602, 696, 1156, 1182; L. Melchiori, Lettere e letterati a Venezia e a Padova a mezzo il sec. XVIII da un carteggio inedito, Padova 1942, pp. 67-93; G. Bellini, Sacerdoti educati nel Seminario di Padova, distinti per virtù, scienza, posizione sociale, Padova 1951, p. 110; M. Berengo, La società veneta alla fine del Settecento…, Firenze 1956, pp. 132 s., 188, 233, 289; L. Olivato, Introduzione a Notizie giornaliere…, cit., I, 1982, pp. IX-XLVII; A. Maggiolo, I soci dell'Accademia patavina dalla sua fondazione (1599), Padova 1983, p. 140; L. Permumian, G. G. dantista, tesi di laurea, Università di Padova, facoltà di magistero, a.a. 1987-88; M. Perrone, G. G. e la tradizione classica e volgare del 1700, tesi di laurea, Università di Padova, facoltà di magistero, a.a. 1989-90; M. Pecoraro, G. G. e la cultura patavina settecentesca. Contributo alla storia della critica dantesca veneta del 1700, in Lettere italiane, XLII (1990), 2, pp. 208-237; D. Pettenuzzo, L'abate G. G. poeta. Appendice, tesi di laurea, Università di Padova, facoltà di magistero, a.a. 1991-92; E. Frasson, G. Gennari. Notizie giornaliere di quanto avvenne specialmente in Padova dal 1739 al 1800. Indice dei nomi di persona, in Atti e memorie dell'Acc. patavina di scienze, lettere ed arti, CX (1997-98), pt. III, Memorie della classe di scienze morali, lettere ad arti, pp. 181-240.