GHERARDELLI, Giuseppe
Nacque a Firenze il 1° genn. 1894 da Attilio e Anna Bellini. Dopo aver frequentato il liceo Michelangelo di Firenze, fu allievo alla Scuola normale superiore di Pisa, dove si laureò nel luglio 1917 sotto la guida di E. Bertini. Nel frattempo aveva combattuto nella prima guerra mondiale, nel corso della quale era stato decorato della croce di guerra. In seguito, dal 1919, fu assistente alla cattedra di geometria proiettiva e descrittiva all'Università di Torino. Esigenze familiari lo costrinsero, dal 1924, al passaggio all'insegnamento liceale: prima al liceo Baldessano di Carmagnola, poi dal 1925 a Torino al liceo Alfieri e, dal 1930, al liceo Gioberti; infine, dal 1936, al liceo Michelangelo di Firenze. Dopo essere stato libero docente di matematica presso la facoltà di agraria e forestale dell'Università di Firenze, nel 1940 fu comandato per due anni al R. Istituto di alta matematica di Roma. Nel 1942, fu nominato, per concorso, professore di geometria analitica con elementi di proiettiva e geometria descrittiva con disegno all'Università di Pavia.
Il G. morì a Firenze il 1° luglio 1944.
La prima guerra mondiale e il lungo periodo d'insegnamento secondario condizionarono profondamente l'opera scientifica del Gherardelli. Essa consta di una serie di brevi note, tutte concernenti i temi della scuola geometrica italiana tra le due guerre mondiali e caratterizzate complessivamente dall'uso di procedimenti sintetici nell'indirizzo sia proiettivo sia birazionale. Più in dettaglio, l'opera scientifica del G. può essere suddivisa in due fasi, relative a diversi ambiti di ricerca del pensiero geometrico italiano dell'epoca.
La prima fase, collegata all'influenza esercitata sul G. da G. Fano, riguarda lo studio di curve algebriche e, in particolare, il tema dell'appartenenza di curve algebriche a complessi lineari di rette. In questo ambito il G., tra l'altro, arrivò alla determinazione di tutti i possibili tipi di curve razionali con solo rami autoduali (Sulle curve sghembe algebriche con soli rami autoduali, in Rendiconti della R. Accademia naz. dei Lincei, classe di scienze fisiche, s. 5, XXXIII [1924], pp. 335-339) e a quella dei sistemi lineari di curve algebriche piane il cui insieme di curve in viluppo formi ancora un sistema lineare (Sistemi di curve piane doppiamente lineari, ibid., s. 6, XIX [1934], pp. 140-144).
La seconda fase della produzione scientifica del G. è legata, invece, all'influenza di F. Severi, anche come frutto del suo comando all'Istituto di alta matematica. Ritroviamo, così, nelle note del G. la discussione di alcuni temi caratteristici della scuola geometrica romana. Le sue ricerche riguardano, tra gli altri: il tema delle serie di equivalenza su curve algebriche riducibili, mostrando come su una curva con t componenti irriducibili una serie d'equivalenza dotata di sistema lineare aggiunto o è riducibile a una serie lineare o è la somma minima delle sue componenti lineari (Sulle serie di equivalenza sopra una curva riducibile dotate di un sistema lineare aggiunto di forme, ibid., XXIX [1939], pp. 25 s.); e lo studio del sistema jacobiano di un sistema lineare di curve sopra una superficie algebrica, in cui, generalizzando i risultati ottenuti in una precedente ricerca relativa alle curve (Un'osservazione sulla serie jacobiana di una serie lineare, ibid., VI [1927], pp. 286 s.), il G. arrivò alla determinazione "di quei sistemi lineari irriducibili di curve per i quali avviene che le jacobiane delle reti da essi estratte costituiscono da sole un sistema lineare" (Sul sistema jacobiano di un sistema lineare di curve sopra una superficie algebrica, in Rendiconti della R. Accademia d'Italia, classe di scienze fis., mat. e nat., s. 7, III [1942], pp. 702-710).
Infine, nelle sue ultime ricerche, il G. diede una caratterizzazione delle curve algebriche dello spazio che si possono ottenere come intersezioni complete di superfici (Sulle curve sghembe algebriche intersezioni complete di due superficie, ibid., IV [1943], pp. 128-132; Sulle curve algebriche intersezioni semplici complete di tre superfici, ibid., pp. 460-462).
Fonti e Bibl.: Firenze, Arch. del Liceo Michelangelo; necr. in Boll. dell'Unione matematica italiana, s. 3 (1944), pp. 58 s.; Rendiconti di matematica, s. 5, VI (1947), pp. 215 s. (F. Conforto); Bibliotheca mathematica, a cura di L. Giacardi - S. Roero, Torino 1987, p. 185; F.G. Tricomi, Matematici italiani del primo secolo dello Stato unitario, in Memorie dell'Accademia delle scienze di Torino, classe di scienze fisiche, matem. e naturali, s. 4, I (1962), p. 57.