Giuseppe Girolamo
Un piccolo gesto di grande eroismo nel naufragio della Costa Concordia. Un batterista di trent’anni lascia il posto sulla scialuppa di salvataggio a un bambino e, forse per questo, perde la vita.
Giuseppe Girolamo sognava di mettere le mani su una bacchetta di Mike Portnoy, il batterista dei Dream Theater. Si era alzato all'alba molte volte per entrare per primo al concerto della band di Boston e avere più chance. Gli piaceva raccontare di quella volta che la bacchetta gli era sfuggita per un soffio.
Il suo genere preferito era il metal, il suo strumento il basso. Ma aveva accettato di suonare sulla Costa Concordia, nella band dei Dee Dee Smith come batterista: sapeva di cavarsela benissimo anche alla batteria e aveva un debole per Portnoy.
L'ultimo pezzo eseguito a bordo della nave fu The Greatest Love of All, di Whitney Houston.
Il genere musicale di una band da crociera non era certo quello che andava a genio a uno come Giuseppe Girolamo che oltre il gruppo dei Dream Theater ascoltava i Metallica o Alice in Chains, ma vivere suonando, campare della propria passione, in qualunque modo, era già qualcosa per mettere a frutto gli studi da bassista a Roma e sottrarsi al destino scontato di tanti suoi concittadini, di tanti ragazzi di Alberobello: l'emigrazione al Nord, una ricerca di lavoro.
Poi l’urto con lo scoglio delle Scole vicino all'isola del Giglio. Alle nove di sera del 13 gennaio 2012 la Costa Concordia finì sullo scoglio mentre tentava di fare la pratica demenziale dell'inchino, di rendere omaggio all'isola del Giglio passando a poche centinaia di metri dalla riva. La gente a bordo stava cenando. I Dee Dee Smith stavano suonando.
La velocità era troppo sostenuta per poter manovrare un gigante di quelle dimensioni e, soprattutto, chi manovrava si era dimenticato della presenza dello scoglio delle Scole. Nessuno era pronto o preparato per affrontare la situazione sul serio. Tantomeno il capitano Schettino,a cena con la ballerina moldava, il quale non si rese conto che la faccenda si era fatta molto seria, che l'aveva fatta troppo grossa e che prendere tempo serviva solo ad aggravare la situazione.
Quando fu dato l'ordine di abbandonare la nave, questa ormai si stava piegando su un lato e una parte delle scialuppe non era più utilizzabile. Il comandante si trovava al sicuro a bordo di una scialuppa. Il batterista dei Dee Dee Smith aveva invece lasciato il posto a un bambino. Quella mostruosa macchina da divertimenti che era la Costa Concordia si era trasformata in una immensa trappola dalla quale sono riusciti a fuggire quasi tutti gli oltre 4000 passeggeri e l'equipaggio, tranne una trentina di persone, tra le quali Giuseppe Girolamo. Bisogna essere molto buoni e molto sfortunati per morire in quel modo. Una questione di coincidenze.
Un'altra fatalità ha fatto sì che i suoi funerali fossero celebrati lo stesso giorno di quelli di un altro personaggio molto sfortunato, il calciatore del Livorno Piermario Morosini, colto da malore a 26 anni durante una trasferta sul campo del Pescara, dopo avere perso il padre, la madre e il fratello. Era il 19 aprile.
Il 22 marzo, due mesi dopo il naufragio, era stato trovato il corpo di Giuseppe Girolamo.
È stato sepolto sul fondale del Tirreno a 20 metri di profondità, con la bacchetta della batteria di Mike Portnoy, che era riuscito finalmente a prendere in uno dei tanti concerti della band che aveva seguito alzandosi all'alba per essere in prima fila.
Aveva 30 anni. Ne avrebbe compiuti 31 il 14 luglio.
Il commissario
Non è stato l’unico a compiere atti eroici nella terribile notte del naufragio della Costa Concordia, Giuseppe Girolamo: oltre ai soccorritori, va ricordato almeno il commissario di bordo Manrico Giampedroni, che dopo aver messo in salvo molti passeggeri sulle scialuppe è sceso a verificare se ci fosse ancora qualcuno ai piani inferiori e si è ferito rimanendo bloccato in un ristorante del terzo ponte. Fortunatamente, Giampedroni è poi stato soccorso e portato via in barella da un elicottero dei vigili del fuoco.