GUERRESCHI, Giuseppe
, Nacque a Milano il 15 luglio 1929 da Primo e Rosa Pecora. Dopo gli studi commerciali si impiegò, nel dicembre 1946, presso una banca milanese e, contemporaneamente, iniziò a frequentare la scuola serale di nudo presso l'Accademia di Brera. Nel febbraio 1950 lasciò il lavoro e s'iscrisse ai corsi regolari dove ebbe come insegnanti A. Carpi De' Resmini e I. Valenti per la pittura, B. Disertori per l'incisione. Ottenuti i primi riconoscimenti, tra cui il premio S. Fedele (1952) e il premio Dalmine (1953), esordì nel 1953 alla galleria S. Fedele. Dopo iniziali esperimenti in chiave astratto-geometrica, la sua ricerca si orientò verso il recupero di una figurazione formulata in termini nuovi attraverso il superamento del realismo ideologico e illustrativo di R. Guttuso, che costituì il tema della tesi di diploma del G. discussa nel marzo 1954.
In quegli anni realizzò quasi esclusivamente disegni (G. Guerreschi, Fogli braidensi 1950-1954, Busto Arsizio 1977); mentre limitata fu la produzione incisoria testimoniata da tre acqueforti: Maria Luisa Guerreschi d'anni 29 del 1952, che ritraeva in un sintetico profilo lineare la sorella maggiore morta quell'anno; Wanderlust del 1953 e Augusta del 1954 (lastre in collezione Guerreschi, Ospedaletti).
Il 29 apr. 1954 sposò Augusta Laura, conosciuta all'Accademia, dalla quale ebbe due figli: Max, nato alla fine dello stesso anno; e Diego, nel 1957. Nel maggio 1957 firmò il contratto con il gallerista statunitense C. Feingarten, con cui collaborò fino al 1960 realizzando mostre a Chicago, New York e San Francisco.
Influenzato dagli artisti della "Neue Sachlichkeit" e dal cinema espressionista tedesco, adottò il principio del montaggio delle immagini quale mezzo di analisi del reale, dando vita a opere di ascendenza storica o di denuncia sociale: tematiche che egli affrontò parallelamente sia in pittura sia nell'attività grafica. Nel 1955 partecipò alla VII Quadriennale romana con il dipinto Uomo; e alla I Biennale dell'incisione italiana contemporanea di Venezia si distinse con opere segnate dall'interesse per la grafica dadaista rivoluzionaria berlinese. L'anno successivo con M. Ceretti e G. Romagnoni allestì alla galleria S. Fedele una mostra trasferita poi alla galleria Alibert di Roma e al Cavallino di Venezia.
In occasione dell'edizione veneziana i tre pittori fornirono una prima dichiarazione programmatica di poetica, in seguito definita dalla critica "realismo esistenziale", incentrata su una nuova figurazione legata agli avvenimenti della vita contemporanea e attenta agli aspetti umilianti o drammatici dell'esistenza. Idee, in seguito approfondite dal G. nel suo intervento in Pittura italiana del dopoguerra(1945-1957) di T. Sauvage (Milano 1957, pp. 324 s.).
Le due mostre personali tenutesi a Milano alla galleria Pater nel 1957 - dove furono esposte opere come Hilda Lobauer (1956: Monza, Montrasio arte), Nascita di mio figlio (1956: Evansville, IN, Museum of art and sciences), Rivolta (1956: Lohamei Hagheetat, Israele, Museo storico) - e alla galleria S. Fedele, che pubblicò la prima monografia sul G. a firma di G. Kaisserlian, nel 1959 portarono l'artista all'attenzione della critica. Fu invitato alla XXIX Biennale di Venezia del 1958 con tre dipinti, tra cui Via Montenapoleone (1957: Chicago, Feingarten Gallery); e all'VIII Quadriennale romana del 1959 si affermò con opere segnate da una decisa carica espressionista. Alla successiva biennale veneziana allestì, presentato da Carlo Levi, una sala personale di incisioni realizzate tra il 1955 e il 1960, segnalandosi fra i più originali autori della nuova generazione europea. Da quel momento partecipò assiduamente a rassegne specialistiche in Italia e all'estero.
Nel giugno 1960 intervenne all'inchiesta sul Realismo in pittura promossa da D. Morosini su Mondo nuovo (15 maggio 1960, p. 10), il settimanale in cui il G. lavorò come illustratore dal settembre 1961 all'aprile 1963.
A questi anni risalgono anche i primi contatti con il gruppo romano "Il pro e il contro", con cui collaborò alla realizzazione di tre cartelle di incisioni sul tema La violenza (1961, 1962, 1964). Contemporaneamente, iniziò a esporre a Roma alla galleria La Nuova Pesa insieme con R. Vespignani e T. Zancanaro (1960-62) e alla galleria Il fante di spade, partecipando nel 1964 alla mostra "La verità oggi. Per un incontro col pubblico, per un'esperienza nella storia". Nel 1962 conobbe D. Montaldi, con il quale condivise interessi e riflessioni, come testimonia il dipinto Donne di Milano-Corea (1960: Milano, Galleria d'arte moderna), incentrato sulla realtà urbana milanese del boom economico, e con cui intrattenne una fitta corrispondenza (D. Montaldi - G. G., Lettere 1963-1975, a cura di G. Fiameni, Cremona 2000).
Allo stesso periodo datano interventi significativi del G. su Europa letteraria (Una umiliante palude. Destalinizzazione della pittura dei paesi sovietici, 1962, n. 17, pp. 145 s.) e Civiltà delle macchine (Concerto a più voci sull'arte oggi…, 1963, n. 8, p. 48), così come la partecipazione alle mostre militanti dedicate agli artisti della nuova generazione: dalla Mostra della critica italiana del 1961 a Milano alle mostre bolognesi "Nuove prospettive della pittura italiana" del 1962 e "Il presente contestato: interventi della terza generazione" del 1965, fino a "Cronaca di un'esperienza figurativa. Milano 1955-1959", curata nello stesso anno da M. De Micheli alla galleria Bergamini di Milano. Nell'estate 1962 espose a L'Aquila nella collettiva "Alternative attuali" curata da A. Bandera e E. Crispolti, il quale lo inserì nella sezione "Oggettività e relazione" chiamandolo a partecipare anche alle edizioni successive del 1965 e 1968.
Gli anni 1963-64 furono particolarmente fervidi per l'attività grafica del G., il quale realizzò una cartella di acqueforti accompagnata da uno scritto di R. Roversi (Padova 1963) e un'altra con testo di I. Calvino in collaborazione con G. Ferroni e R. Vespignani (1964: galleria Il fante di spade); e portò a termine le illustrazioni per I Tasmaniani di E. Garroni (Ancona 1963) e Storia antica di L. Pignotti (Urbino 1964), vincendo nel 1964 il premio Biella per l'incisione con un'acquaforte ispirata a una poesia di R. Sanesi (1963: lastra in collezione Guerreschi, Ospedaletti).
Nel 1963, presentato da D. Morosini, partecipò alla XXXII Biennale di Venezia con una decina di lavori, tra cui Ragazza e soldato ("Liberation") (1961: Milano, collezione Diego Pella), Città invasa (1962: Gallarate, Galleria d'arte moderna) e American story (1964: Milano, collezione Mason), caratterizzati da un linguaggio articolato basato sul montaggio di elementi eterogenei, in sintonia con i modi operativi dell'arte pop americana intuiti quali potenziali mezzi di "demistificazione" e "costruttiva ribellione" (R. Marangoni, A proposito della XXXII Biennale, in Il Portico, I [1965], 3, p. 18). Il dipinto Men made paradise (1962-63: Modena, collezione privata), che la segreteria della Biennale non espose, venne riproposto alla fine dell'anno alla galleria Il fante di spade insieme con tre lavori posteriori all'esposizione veneziana, Primo e Secondo ritratto di Max (Milano, collezione privata, e Bari, collezione Baldassarre) e Doppio ritratto di Max (Pisa, collezione privata), che aprivano un nuovo indirizzo di ricerca contrassegnato, da un punto di vista iconografico, dall'inserimento della dimensione privata dell'artista all'interno del discorso socio-politico e, da quello tecnico-stilistico, dal ricorso all'immagine fotografica. Accanto alle figure familiari dei figli e degli amici, soggetti privilegiati della produzione seguente, comparvero anche immagini pubbliche come quella del filosofo inglese Bertrand Russell (1966), esposto alla galleria Bergamini nel febbraio-marzo 1967 con dipinti e disegni di soggetto biblico. Questi ultimi, eseguiti tra l'aprile e il giugno 1966 a Caponero, sulla Riviera di Ponente (dove, dal 1965, il G. si era trasferito per buona parte dell'anno), formarono il primo grande ciclo tematico realizzato dall'artista, Judaica, esposto al Fante di spade nel gennaio 1967 e più tardi edito in un volume con prefazione di Paolo Levi (Pisa 1980). Ispirati alla cultura ebraica furono anche la serie dei Profeti (1968-69), esposta a Ferrara nel 1970, e il lavoro di traduzione dei Proverbi jiddisch, pubblicati nel 1975 dalla galleria Bambaia di Busto Arsizio con la quale il G. avviò una duratura collaborazione dopo il suo trasferimento a Ospedaletti.
In questi e nei cicli tematici dei decenni successivi l'artista indagò, parallelamente in pittura, nel disegno, nell'incisione e nelle cosiddette Varianti (Bologna 1980, introduzione di P. Volponi), i temi da lui più sentiti: la civiltà ebraica, la meditazione sulla guerra, la morte, l'eros. Dopo la Petite suite du Père Lachaise del 1970, dedicata ai morti della Comune, nel 1971-72 portò a termine i Fogli privati e, tra il 1972 e il 1973, Vietnam suite: trenta disegni di chiaro impegno storico-politico raccolti in un volume con prefazione di D. Montaldi (Torino 1974). Improntata, invece, al tema della seduzione femminile e alle suggestioni della cultura di massa fu la serie delle Figure femminili: un centinaio di lavori eseguiti tra il 1972 e il 1976 facendo ricorso anche ai colori a spruzzo, in cui il G. riprese moduli e contenuti della pop art inglese. Alcuni di questi lavori furono esposti nel 1972 alla X Quadriennale romana (Figura femminile sulla sedia) e alla XXXVI Biennale di Venezia, dove il G. ebbe una sala personale.
Dopo il contributo all'opera L'eredità di Dante (Milano 1966), l'attività grafica del G. proseguì con le acqueforti per il volume La costituzione della Repubblica Italiana, illustrato insieme con G. Ferroni, G. Fieschi, R. Guttuso e R. Vespignani (Milano 1972), per An Maidone Zum Schicksal der Religion di M. Horkheimer (Milano 1972) e Il più freddo anno di grazia di G. Raboni (Genova 1977), cui seguirono, nel decennio successivo, le illustrazioni per La ragazza d'osteria di A. Zanzotto (Milano 1982) e per il libro di T. Guerra Il miele (Rimini 1983). Al 1979-81 risale l'esecuzione di un altro ciclo tematico, Viaggio con Füssli, formato da ottanta disegni e dieci acqueforti ispirati al versante privato e meno noto della produzione del pittore svizzero.
Nel 1982 ottenne il premio del presidente della Repubblica per la pittura promosso dall'Accademia nazionale di S. Luca, istituto del quale era accademico corrispondente già dal 1979. Nelle personali tenutesi nel 1984 alla galleria Bergamini e alla galleria Bambaia espose la serie dei Personaggi, nati nella seconda metà degli anni Settanta dalla trasposizione pittorica delle sculture di stoffa della moglie, e quella dei Bucrani e delle Nature morte con figure.
In questi lavori, in cui era indagato il rapporto tra opera e modello, il realismo del G., già venato di un forte elemento visionario, raggiunse esiti surreali, tendenza confermata anche dalla sua partecipazione alla mostra L'immagine e il suo doppio. Ricerca della pittura internazionale contemporanea fra realtà fisica e metafisica, curata a Milano da F. De Santi (Bologna 1984, pp. 100-103).
Nel marzo 1985 espose alla galleria Sanseverina di Parma, per la quale scrisse un testo pubblicato postumo su Terzoocchio (XI [1985], 3, p. 41), e in aprile portò a termine il suo ultimo dipinto, Interno con figura femminile e altro (Brescia, collezione privata).
Il G. morì a Saint-Laurent-du-Var, presso Nizza, il 14 maggio 1985.
Fonti e Bibl.: M. De Micheli, Lucidità di G., in Palatina, 1960, n. 16, pp. 75-81; T. Casiraghi - M. De Micheli, G. G., Milano 1964; E. Crispolti, Le acqueforti di G. 1952-1966, Milano 1967; G.: dipinti, a cura di E. Crispolti, Roma 1969; G. Mascherpa, G. 1956-1962, Milano 1972; C. Levi, Un poeta a Caponero, in Bolaffiarte, V (1974), 36, pp. 65-69; E. Crispolti, Alcuni protagonisti della "nuova figurazione" in Italia…, II, Napoli 1976, pp 401-493; E. Di Martino, G. G. Mostra antologica dell'opera grafica (1953-1983), (catal., Reggio Emilia), Venezia 1984; G. (catal.), a cura di R. Barilli, Milano 1986; G. le acqueforti. Triennale europea dell'incisione (catal.), a cura di I. Reale, Venezia 1989; Realismo esistenziale. Momenti di una vicenda dell'arte italiana 1955-1965 (catal.), Milano 1991, pp. 13, 15, 18-22, 30, 151; M.G. Recanati, G. opere su carta 1951-1984 (catal., Milano), Lecco 1993; L. Capano, in La pittura in Italia. Il Novecento/2 1945-1990, II, Milano 1993, pp. 738 s.; M. Zanelli, I "Diarii" di G. G., I, Il campo dell'amore e della morte, in Arte, 1993, n. 241, pp. 68-75; II, La mia è una pittura di idee, ibid., n. 242, pp. 80-87, 129; G. G. (catal.), a cura di E. Crispolti, Cesena 1996; G. e il realismo esistenziale. Gli anni Cinquanta/Sessanta a Milano (catal., Gallarate), a cura di M. De Micheli - F. Buzio Negri, Cesena 1997.