GUZZI, Giuseppe (Beppe)
Nacque a Genova il 23 marzo 1902 da Rodolfo e Carmela Desiderato. Nel 1913 la famiglia si trasferì a Livorno, dove il G. frequentò l'Istituto tecnico industriale e nel 1916 esordì come pittore alla mostra Pro soldato. In contatto con gli artisti del Gruppo labronico, iniziò a farsi conoscere alla I e II Mostra del gruppo tenutesi a Livorno nel 1920 e 1921, nonché alle collettive allestite in occasione della CX mostra della Società amatori e cultori di belle arti in Roma (Mesto ritorno: ubicazione ignota) del 1922 e alla galleria Pesaro di Milano nel 1924 (La vecchina, Marina e Pane quotidiano: ubicazione ignota). Dagli epigoni della pittura macchiaiola i suoi interessi volsero presto all'espressionismo tragico di L. Viani, cui si legò d'amicizia sin dal 1919 e con il quale espose alla Bottega d'arte di Livorno nel 1924.
Il 10 sett. 1927 sposò Bice Leonardini, da cui ebbe tre figli: Rodolfo (1928), Rosalba (1932) e Fiorella (1942). Dopo le mostre milanesi alla galleria dell'Esame di E. Somaré (1927), recensita da C. Carrà nell'Ambrosiano (7 febbr. 1927), e alla galleria di V. Barbaroux (1928), il G. prese parte alle mostre regionali d'arte toscana di Firenze sin dalla prima edizione del 1928 (Natura morta, Sulle Pianacce: ubicazione ignota), affermandosi all'inizio degli anni Trenta nelle esposizioni organizzate dal Sindacato fascista di belle arti. Dal 1934 iniziò a partecipare regolarmente anche alla Biennale di Venezia (A Marittima, Strada a Montenero, Suore al mare, Natura morta) nonché ad alcune mostre curate dalla Biennale all'estero, tra cui si ricordano quella di Budapest (1929), di Atene (1931) e di Alessandria d'Egitto (1962). Intorno al 1935 fondò e diresse, fino al 1942, la scuola d'arte della Federazione dei fasci di combattimento di Livorno. Allo stesso periodo risalgono le illustrazioni per il volume di M. Tibaldi Chiesa Stelle di sole. Liriche (1924-1934) (Milano 1935), così come la realizzazione di vetrate in termolux artistico per la Vetreria Balzaretti e Modigliani di Livorno, dove il G. era consulente artistico. Una di queste vetrate, eseguita su disegno di N. Strada, fu esposta nel salone d'onore del padiglione italiano all'Esposizione internazionale di Parigi del 1937. Negli anni 1935 e 1936, rispettivamente alla VI e IX mostra del Sindacato fascista di belle arti di Livorno, lo Stato italiano acquistò due sue opere (Natura morta e La fortezza) per la quadreria del palazzo del Quirinale, cui seguì una terza, Paesaggio, esposta nel 1942 alla XXIII Biennale di Venezia. Nel 1939 presentò alla XI mostra interprovinciale di Firenze un ritratto in bronzo del pugile livornese Domenico Questa (Roma, collezione R. Guzzi) e tre dipinti, All'Ardenza, Natura morta (Pesci), Paesaggio toscano, alla III Quadriennale nazionale d'arte di Roma. Nel 1940 fu invitato alla XXII Biennale di Venezia dove presentò quindici disegni.
Nell'aprile 1946 si trasferì a Roma, dove diresse per quattro anni la scuola d'arte Meschini per artisti statunitensi in possesso di una borsa di studio Fulbright. Nella capitale espose sin dal 1946 alla mostra del paesaggio romano alla galleria di Roma e, nel 1948, presentò due opere (Paesaggio, Natura morta) alla Rassegna nazionale delle arti figurative di Roma e del Lazio tenutasi alla Galleria nazionale d'arte moderna, cui l'artista donò alcune opere. Nel 1951 concorse al premio Parigi e al premio Roma per la pittura e partecipò con il dipinto Composizione n. 1 (lisca di pesce) alla VI Quadriennale romana. Presente alla Biennale di Venezia del 1952 e del 1954, nel 1955 fu invitato alla VII Quadriennale di Roma con nove lavori. Contemporaneamente, lavorò alle illustrazioni per il volume di poesie di C. Pettrich, Cimase (Roma 1955) e iniziò a insegnare al liceo artistico statale di via Ripetta.
Nella seconda metà degli anni Cinquanta il G. sviluppò un linguaggio pittorico sempre più sintetico, con ampie campiture cromatiche e una "chiara architettura compositiva" memore della tradizione toscana, come scrisse P. Fazzini nel catalogo dell'VIII Quadriennale (Roma 1959, p. 70), dove il G. presentò cinque opere. Dedicatosi anche a soggetti religiosi, espose alla II Biennale d'arte sacra contemporanea all'Antoniano di Bologna (1958) e alla VI Internazionale d'arte sacra di Novara (1959). Partecipò con una certa frequenza al premio nazionale di pittura F.P. Michetti di Francavilla al Mare (1949-63), dove fu spesso anche nel comitato tecnico o nella commissione di collocamento delle opere, e ottenne riconoscimenti in diverse esposizioni, tra cui il premio Viterbo (1953) e il gran premio Venezia (1959).
Nel 1961-62 prese parte con tre Composizioni al premio di paesaggio Autostrada del Sole, dedicato a opere ispirate al paesaggio tosco-emiliano attraversato dall'autostrada Firenze-Bologna, aggiudicandosi la commissione dei grandi mosaici per il palazzo della direzione generale dell'Autostrada del Sole, situato all'uscita di Firenze Nord e progettato dall'architetto R. Fagnoni, incarico che lo impegnò fino alla primavera del 1967.
Membro di giuria alla IX Quadriennale romana (1965), espose fuori concorso cinque opere. La sua pittura, promossa da mostre pubbliche come "Pittori d'oggi a Roma" organizzata nel 1963 dal Lions Club e dall'Ente autonomo per la Quadriennale nazionale d'arte (Ulivi al vento, Paesaggio, Fiori secchi), trovò il sostegno della galleria La Barcaccia dei fratelli E. e A. Russo, che curarono l'edizione della sua prima monografia firmata da F. Bellonzi (Roma 1964), conosciuto dal G. sin dai tempi dell'apprendistato viareggino con L. Viani.
Negli anni successivi collaborò all'illustrazione del quarto canto dell'Inferno (La Commediadi Dante Alighieri, Milano 1965), e realizzò i disegni per l'edizione illustrata di Arminio e Dorotea di J.W. Goethe (Roma 1968). Intorno alla metà degli anni Settanta fu chiamato a dirigere la scuola libera del nudo presso l'Accademia di belle arti di Roma. Continuò a esporre fino all'agosto 1982 vincendo, nell'aprile 1981, il premio internazionale Ibla Mediterraneo di pittura e grafica di Modica (Ragusa).
Il G. morì a Roma il 4 sett. 1982.
Fonti e Bibl.: Roma, Archivio privato Rodolfo Guzzi; F. Bellonzi, Il prezioso colorismo di Beppe G., in Il Tempo, 5 sett. 1982 (necr.); G. Razzaguta, Virtù degli artisti labronici, Livorno 1943, p. 92; R. Biasion, Rischiò d'annegare per dipingere il mare, in Oggi, 28 ott. 1954; M. Biancale, Ottocento-Novecento, II, Roma 1961, p. 459; F. Bellonzi, B. G., Roma 1964; G. Carcano, B. G. a Prato, in Il Giornale d'Italia, 10 apr. 1967; C. Chirichi, Colore e forma di B. G., in Carte segrete, III (1969), pp. 13-20; U. Franzolin, B. G., in Realtà del Mezzogiorno, maggio 1977, pp. 450 s.; Proclamati i vincitori del premio Ibla Mediterraneo, in Il Secolo d'Italia, 8 apr. 1981; N. Micieli, L'artista è vecchio ma la pittura è giovane, in Il Tirreno, 3 dic. 1981; Il patrimonio artistico del Quirinale. La quadreria e le sculture, a cura di A.M. Damigella - B. Mantura - M. Quesada, I, Milano 1991, p. 236 nn. 835-837; Enciclopedia dei pittori e scultori italiani del Novecento, a cura di G. Falossi, Milano 1991, p. 625; G. Di Genova, Storia dell'arte italiana del '900 per generazioni. Generazione anni Venti, Bologna 1991, p. 128 n.; Generazione dei maestri storici, I, ibid. 1993, p. 505 n.; A.M. Comanducci, Diz. illustrato dei pittori, II, Milano 1972, pp. 1588 s.