INZENGA, Giuseppe
Nacque a Palermo nel 1816 da Pompeo, letterato, storico e poeta e da Gaetana Angles. Compiuti gli studi classici presso le scuole di S. Anna, dei gesuiti, passò all'Università di Palermo, sotto la guida dei botanici V. Tineo e G. Gussone. Dimostrò subito uno spiccato eclettismo, impegnandosi nei corsi di medicina e, successivamente, su consiglio di Ruggiero Settimo - capo del governo provvisorio dopo la rivoluzione autonomista antiborbonica del 1820 -, in quelli di agricoltura, fisica e matematica. In seguito ottenne il diploma di fisica, matematica e agricoltura e, il 5 dic. 1842, la "cedula" di agrimensura per potere essere nominato professore sostituto di agricoltura.
Il 19 apr. 1844 assunse l'incarico di direttore a vita dell'Istituto agrario Castelnuovo, fondato da C. Cottone, principe di Castelnuovo, nella sua "casena" della Piana dei Colli, adiacente al teatro della Verdura di Palermo. Nominato professore sostituto di agricoltura presso l'Università di Palermo, il 24 genn. 1852, dopo quattro anni l'I. entrò nel ruolo dei docenti universitari presso la stessa Università e il 20 ott. 1860 fu nominato professore ordinario di agricoltura. Nel 1867, in seguito all'istituzione a Palermo della R. Scuola di applicazione degli ingegneri, si trasferì sulla cattedra di economia ed estimo rurale.
L'I. morì a Palermo il 29 ott. 1887.
I molteplici interessi dell'I. sono testimoniati da numerose pubblicazioni scientifiche in differenti settori di ricerca quali l'agronomia, le industrie agrarie, la botanica, la meccanica agraria, l'arboricoltura e la patologia vegetale. Tra i vari contributi si ricordano quelli relativi ai metodi di coltivazione della canna da zucchero, del carrubo e dello zafferano, nonché un Manuale pratico della coltivazione del sommacco in Sicilia (Palermo 1874; 2ª ed., Catania 1926). Si deve aggiungere che l'I. pubblicò anche versi in dialetto siciliano sotto lo pseudonimo di Eugenio Savarese.
Di grande interesse applicativo fu l'Almanacco del contadino, pubblicazione periodica in cui, a partire dal 1840, confluivano sia il calendario delle lavorazioni da effettuare nelle campagne sia alcuni brevi articoli di attualità agraria. L'I. compose anche una monografia sugli Agrumi siciliani, pubblicata postuma nel 1915 da L. Savastano (Agrumi siciliani. Monografia, in Annali della R. Stazione sperimentale di agrumicoltura e frutticoltura di Acireale, III [1915], pp. 1-42). Le descrizioni delle varietà coltivate di agrumi sono arricchite da acquerelli, eseguiti dall'I. con schematica precisione.
Altro settore di ricerca di rilevante interesse - in genere assai poco o per nulla citato nelle biografie dell'I. - è quello micologico, che, a partire dal 1865, divenne parte fondamentale della sua attività scientifica. I risultati delle numerose ricerche dell'I. furono pubblicati nei palermitani Nuovi Annali di agricoltura siciliana di cui, oltre che fondatore, fu direttore fino alla morte.
Sul modello della monografia sugli agrumi fu elaborato un progetto - basato anche sulla corrispondenza scientifica con il botanico genovese G. De Notaris - di realizzazione di una raccolta, in centurie, dei funghi siciliani, che fu avviato nel 1865 con la pubblicazione nel Giornale di scienze naturali ed economiche di Palermo della serie Nuove specie di funghi ed altre conosciute per la prima volta illustrate in Sicilia.
La pubblicazione di oltre cento specie ebbe inizio nel 1869; le due centurie furono successivamente riunite con lo stesso titolo (Funghi siciliani. Centuria prima e seconda, Palermo 1869-79). Nelle centurie sono inclusi funghi raccolti dallo stesso autore nei dintorni di Palermo, insieme con altri ricevuti da corrispondenti e amici, tra cui il barone N. Turrisi Colonna e F. Minà Palumbo, medico naturalista di Castelbuono.
Grazie all'intermediazione di De Notaris, l'I. avviò uno stretto rapporto di collaborazione scientifica con lo svedese E. Fries, uno fra i maggiori micologi del tempo, che gli consentì di avvalersi di un giudizio autorevole per le sue ricerche e di far conoscere, anche all'estero, il valore della biodiversità fungina dell'isola.
Si tratta in totale di duecento taxa, di cui centouno (99 specie e 2 varietà) inclusi nella prima centuria e novantanove nella seconda. Per ciascuna entità censita sono riportati note di carattere tassonomico, alcuni caratteri morfologici e, se noti, i nomi vernacolari. In particolare sono presenti cinquantasette riferimenti a usi tradizionali principalmente di tipo alimentare e quarantacinque indicazioni di nomi volgari in uso nelle contrade siciliane. Le centurie sono corredate da 18 tavole a colori, di cui 8, nella prima centuria, raffiguranti quindici taxa, e dieci nella seconda, corrispondenti a ventuno taxa.
Nell'opera micologica dell'I. non mancano riferimenti a personaggi autorevoli del tempo: l'Agaricus Bertoloni, per esempio, è dedicata al botanico di Bologna A. Bertoloni, l'AgaricusGemmellari al geologo di Palermo G.G. Gemmellaro, la specie Agaricus Gussoni è dedicata invece "all'amico, maestro e mecenate" G. Gussone, mentre il Boletus Bellini fu intitolato al musicista V. Bellini nel giorno del ritorno delle sue spoglie a Catania. Non mancano dediche al principe dei micologi viventi, E. Fries (Boletus Friesi), al micologo romano M. Lanzi (Boletus Lanzi), all'amico e collega A. Todaro (Polyporus Todari), direttore dell'orto botanico di Palermo.
In appendice alle due centurie sui funghi siciliani l'I. aggiunse alcune tavole a colori e in bianco e nero; a queste se ne devono aggiungere altre, solo recentemente rinvenute nei magazzini dell'Istituto agrario Castelnuovo, e pubblicate da G. Venturella nel volume L'iconografia micologica di Giuseppe Inzenga (Palermo 2002).
Quando gli fu conferito l'incarico di direttore dell'Istituto agrario l'I. si propose di allestire anche una collezione dendrologica siciliana e, nel volgere di alcuni anni, riuscì a pubblicare un catalogo di 340 pezzi di legni di piante arboree e arbustive.
Alcune specie furono donate dal direttore del giardino di Villa Butera a Palermo, altre, provenienti dalle Madonie, furono regalate dal barone N. Turrisi Colonna, mentre i pezzi più pregiati furono forniti da V. Tineo, direttore del R. Orto botanico di Palermo. L'unica specie estranea al contesto territoriale siciliano, Pinus palustris, fu inviata da Napoli.
I pezzi relativi a ogni specie furono realizzati con una lunghezza proporzionale al rispettivo diametro e tagliati longitudinalmente su ambo i lati in modo che il midollo restasse al centro della sezione. La sezione assumeva così la forma di un libro per occupare poco spazio pur mantenendo gli elementi necessari per lo studio delle caratteristiche morfologiche e dendrologiche. Sul lato in cui è presente la corteccia è incollata un'etichetta, con il binomio scientifico, il nome italiano e, se conosciuto, il nome volgare siciliano. Ogni sezione di tronco è quindi costituita da quattro facce piane di cui due trasversali e due longitudinali. Un piano trasversale e uno longitudinale rimangono allo stato grezzo, mentre i restanti due sono piallati, puliti e rivestiti di vernice. Per ogni specie sono riportati anche l'accrescimento in diametro nell'arco di un decennio, il numero di pezzi o la sezione dei tronchi.
F.A. Stafleau e R.S. Cowan - autori della Taxonomic literature - segnalano la presenza dei materiali di studio dell'I. presso l'erbario dell'Università di Palermo, e di una raccolta di trenta specie di orchidee nell'erbario del Museo botanico di Berlino; la maggior parte dei materiali dell'I. è conservata tuttavia presso la Biblioteca dell'Istituto agrario Castelnuovo di Palermo.
L'I. fu socio della Accademia dei Georgofili, dell'Accademia Gioenia di Catania, della Società di acclimazione e di molte altre istituzioni agrarie.
Opere, oltre quelle citate nel testo: Sulla novella muffa della vite. Rapporto…, Palermo 1853; Nuova specie di agarico, ibid. 1864; Questione attuale sulla fillossera, ibid. 1880.
Fonti e Bibl.: Roma, Arch. centr. dello Stato, Min. della Pubblica Istruzione, Personale 1860-80, f. I. G. (contiene la proposta di nomina dell'I. a consigliere scolastico per la provincia di Palermo in seguito al trasferimento all'Università di Roma del prof. S. Cannizzaro); J.H. Barnhart, Biographical notes upon botanists, Boston 1965, II, ad ind.; B.D. Jackson, Guide to the literature of botany; being a classified selection of botanical works…, London 1881, ad ind.; C.F.O. Nordstedt, Botaniska notiser… 1889-90, Lund 1889, ad ind.; A. Rehder, The Bradley Bibliography, V, Index of authors…, Cambridge 1918, ad ind.; P.A. Saccardo, La botanica in Italia, I, Venezia 1895, p. 91; F.A. Stafleau - R.S. Cowan, Taxonomic literature…, II, Bonn-Utrecht 1979, ad ind.; E.M. Tucker, Catalogue of the Library of the Arnold Arboretum of Harvard University, I, Cambridge, MA, 1914, ad ind.; I. Urban, Geschichte des Königlichen Botanischen Museums zu Berlin-Dahlem (1815-1913) nebst Aufzählung seiner Sammlungen, Dresden 1916; G. Venturella, The contribution of G. I. (1816-1887) to the Sicilian mycological knowledge, in S. Onofri - A. Graniti - L. Zucconi, Proceedings of the Symposium "Italians in the history of mycology" … 1995, Roma 1999, pp. 89-95; V.B. Wittrock, Catalogus illustratus iconothecae botanicae Horti Bergiani Stockholmiensis. Notulis biographicis adiectis, in Acta Horti Bergiani, III (1903), 2, ad indicem.