LONGHI, Giuseppe
Incisore e scrittore, nato a Monza il 13 ottobre 1766, morto a Milano il 2 gennaio 1831. Uscito dal seminario milanese, continuò per proprio conto lo studio del disegno iniziato con A. Mussi, finché (1791) entrò nella Scuola d'intaglio dove ebbe maestri il Traballesi e l'Aspari. Esordì nell'arte dell'incisione con una Testa d'aquila e copiando un quadro del Reni e un ritrattino di Rembrandt.
La sua grande prova, che gli ottenne la direzione della Scuola d'incisione e incarichi continui di pittore aulico del regno d'Italia, fu il ritratto di Napoleone Bonaparte, eseguito in otto mesi per commissione del pittore francese Gros. Venuto Napoleone a Milano per l'incoronazione a re d'Italia, il L. incise quei Fasti napoleonici che l'Appiani andava dipingendo a chiaroscuro nel palazzo reale di Milano. La sua attività continuò fino al 1830 quando un attacco di apoplessia interruppe l'incisione della grande lastra di rame tratta dal Giudizio Universale di Michelangelo. Altre opere: Lo sposalizio della Vergine da Raffaello, i ritratti di lady Burghers, di Washington, ecc. Ma la sua fatica di bulino fu tutta intesa a riprodurre capolavori di pittura e fu raramente creativa e originale. Attendeva a scrivere un'opera sulla calcografia che restò interrotta e fu pubblicata nel 1833. Lasciò scolari e continuatori degni, come: Jesi, Garavaglia, Anderloni.
Bibl.: Sacchi, Biografia di G. L., Milano 1831; F. Longhena, Not. biografiche di G. L., Milano 1831 (in appendice all'opera del L. sulla calcografia); Beretta, Della vita, delle opere ed opinioni del rev. G. L., Milano 1837; P. Arrigoni, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXIII, Lipsia 1929.