GATTERI, Giuseppe Lorenzo
Figlio di Giuseppe e Caterina Zilli, nacque a Trieste il 18 sett. 1829; il nome di battesimo fu scelto in omaggio al padre, ma anche a uno dei suoi migliori amici, Lorenzo Scarabellotto.
Il padre Giuseppe - nato a Rivolto di Codroipo, in Friuli, nel 1799 - era giunto nella città giuliana intorno al 1824; egli viene annoverato dalle fonti tra i più apprezzati decoratori del primo Ottocento operanti in città. A lui si devono le pitture, ora perdute, del caffè Tommaso Marcato, di palazzo Schwahofer, di casa Popovich, del teatro della Società filarmonica drammatica e del teatro Grande di Trieste; e gli affreschi, ancor oggi esistenti, della rotonda Pancera e della casa di via S. Lazzaro, n. 8. Disegni preparatori per alcune di queste opere sono conservati presso i Civici Musei di storia e arte di Trieste.
Nulla si conosce della sua formazione scolastica, ma è certo che egli ebbe modo di perfezionarsi nella tecnica pittorica osservando i lavori a fresco e a olio di G.B. Bison, rinomato artista originario di Palmanova, attivo nella città giuliana dal 1802 al 1831. A Trieste, inoltre, ebbe occasione di accostarsi ad altri due importanti pittori e scenografi, L. Scarabellotto e T. Orsi. Nel 1836 attese alla decorazione di palazzo Gravisi Barbabianca a Capodistria, cui fecero seguito gli interventi nel castello dei conti della Torre Valvassina a Castelnuovo Sagrado. La sua attività conobbe un brusco rallentamento quando nel 1840 decise di lasciare Trieste per accompagnare a Venezia il figlio. Durante la permanenza nella città lagunare, che si protrasse sino al 1852, Giuseppe, in parte anche grazie all'intercessione di Orsi, lavorò in alcuni ambienti di palazzo ducale e dell'Accademia. Nel frattempo operò anche nel teatro di Castiglione delle Stiviere e in quello ravennate intitolato a Dante Alighieri. Dopo il ritorno a Trieste, Giuseppe si dedicò alla pittura da cavalletto e alla progettazione urbanistica. Morì a Trieste nel 1878.
Il G. deve la sua fortuna soprattutto alla fama di enfant prodige. Nel febbraio del 1840, in occasione di una serata organizzata dalla Società di Minerva, gli venne richiesto di improvvisare sulla carta l'episodio della Sorpresa e sconfitta del campo romano presso il Timavo, fatta dagli Istri sotto il re Epulo. Il soggetto non intimorì il G., attratto dai gloriosi episodi dell'antichità fin da quando aveva avuto modo di ammirare certe incisioni di B. Pinelli ispirate ad alcuni eventi significativi della storia di Roma (Malabotta, 1930-31, p. 362). I frequenti viaggi ad Aquileia, a Cividale e in altri centri artisticamente notevoli del Triveneto contribuirono, sommati alla lettura di opere storiche, ad accrescere l'interesse del giovane per le gesta del passato. Il G. conobbe di certo il Compendio della storia romana dalla fondazione di Roma sino alla caduta dell'impero romano in occidente di O. Goldsmith regalatogli dal padre e la Storia di Napoleone, scritta da P.-M. Laurent de l'Ardèche e illustrata da O. Vernet, ricevuta in dono dalla contessa Napoleona Elisa Baciocchi Camerata (ibid., pp. 363, 372).
Il padre, incoraggiato dalle ottime prove sostenute dal figlio a Trieste, ritenne opportuno affidarlo alle mani di migliori maestri e, a questo scopo, si trasferì con l'intera famiglia a Venezia. Qui il G., anche grazie a una borsa di studio messagli a disposizione dal Comune di Trieste, prese a seguire i corsi di O. Politi e L. Lipparini, maestri che lo indirizzarono al genere storico e lo educarono a una maniera legata nel rigore della pittura romantica ma al contempo rispettosa della tradizione coloristica veneziana. Nel 1841 espose due disegni a penna alla mostra della Società triestina di belle arti e l'anno seguente, nell'ambito della medesima rassegna, presentò altri tre disegni, tra cui l'Incontro di Giuseppe con Giacobbe (Trieste, Museo Revoltella). L'arte del giovane G. colpì favorevolmente i professori che nel 1845, 1847 e 1851, come risulta dagli Atti dell'I.-R. Accademia di belle arti di Venezia, gli conferirono dei premi.
Nel 1842 il G. fu condotto dal padre a Milano, dove ebbe modo di conoscere F. Hayez e A. Manzoni. Pur continuando a trarre ispirazione dal mondo romano, in occasione di questo soggiorno egli non tralasciò di cimentarsi anche in episodi tratti dalla storia milanese e da quella greca, avendo, proprio nel 1842, ricevuto in regalo dalla figlia del pittore G. Migliara la Storia della rigenerazione della Grecia di F.-L. Pouqueville.
Come era avvenuto a Trieste e a Venezia, anche a Milano il padre non esitò a far esibire il bambino prodigio presso le più importanti famiglie. La sua inventiva, la grande capacità nel costruire le composizioni, la velocità e la qualità dell'esecuzione impressionarono soprattutto la nobiltà: il conte Belgioioso, il conte Brivio, la contessa Arona, il conte San Giuliano e persino Maria Elisabetta di Savoia, allora in soggiorno a Monza, acquistarono qualche sua opera su carta (Malabotta, 1930-31, pp. 380 s.). Nel 1843 il G., sempre accompagnato dal padre, si recò a Torino. Accolto dapprima da R. Taparelli d'Azeglio e da C. Balbo, venne poi ricevuto anche dal re Carlo Alberto che gli commissionò una serie di disegni (ibid., p. 391).
Nel 1846, stando alle fonti (L'Indipendente, 15 genn. 1885), il G. dipinse a Ravenna il suo primo quadro a olio (ubicazione ignota). Il G. fu anche interprete dei moti rivoluzionari che nel corso dell'Ottocento attraversarono tutta l'Europa. Così, dopo aver illustrato le vicende della lotta per l'indipendenza greca sulla traccia del testo del Pouqueville (l'album è conservato al Museo Revoltella di Trieste), disegnò sia i moti del 1848-49 - che lo videro partecipe della difesa di Venezia contro gli Austriaci - sia la sollevazione dei contadini polacchi contro il dominio russo nel 1863.
Durante il lungo soggiorno a Venezia e anche in seguito al suo ritorno a Trieste avvenuto nel 1857, il G. si diede più volte a illustrare opere letterarie e testi storici.
Nel 1852 realizzò 150 tavole (i disegni preparatori sono conservati al Museo Revoltella di Trieste e al Correr di Venezia) per La storia veneta di F. Zanotto, che nello stesso anno venne stampata a Venezia (ristampa ibid. 1867). A esse fecero seguito, nel 1863, le illustrazioni per le Gioie e sofferenze della vita marinara di C. Costantini, per la Storia cronografica di Trieste di V. Scussa e sei grandi litografie per le poesie friulane di P. Zorutti (Malabotta, 1930-31, p. 354 n. 5).
Il G. viene ricordato tra i maggiori rappresentati giuliani del romanticismo storico. Come nelle opere su carta anche negli oli egli realizzò con grande maestria e gusto scenografico composizioni ove i protagonisti ostentano ricchi abiti, fulgenti corazze, preziosi gioielli, resi con meticolosa cura e ravvivati da brillanti cromatismi. Presso il Museo Revoltella di Trieste si conservano i più noti dipinti del G., quali La festa delle Marie e L'arrivo della regina di Cipro a Venezia, realizzati per il barone Pasquale Revoltella ed esposti a Trieste nel 1864; il Divertimento dato dal cardinale Riario alla duchessa di Ferrara, presentato a Trieste nel 1872; il Cesare Borgia abbandona il Vaticano, datato 1877; Minerva premia le Arti e le Virtù, datato 1884 e ricordato dalle fonti come l'ultimo quadro realizzato dall'artista (L'Indipendente, 21 apr. 1885).
Secondo Malabotta (1931) il G. "dipingendo […] indugiava nelle minuzie, si preoccupava di polire e render brillanti le superfici, insisteva in dettagli inutili, in modo da perder la spontaneità viva ed efficace che hanno i suoi bozzetti e i suoi disegni". Duro anche il giudizio che della pittura del G. diede Benco (p. 173), che lo giudicò come "uno di quegli artisti eruditi e sapienti di storia che l'età romantica generava con i romanzi storici, con il dramma in calze e con il melodramma in ferraiuolo; aggruppatore di figure e profilatore di mimiche innumerevoli in brevi spazi, studioso del costume e della teatralità decorativa di epoche morte, gli mancava al dipingere la coscienza di ciò che fosse il colore".
Dal 1873 al 1876, e poi nel 1884, il G. fu tra i curatori del Museo Revoltella di Trieste. In seguito, insieme con un altro rinomato maestro locale, E. Scomparini, si fece strenuo sostenitore della necessità di fondare, chiamando a raccolta tutti i pittori, scultori e amanti delle belle arti, un Circolo artistico. L'associazione venne ufficialmente inaugurata agli inizi del 1884 e il G. venne nominato subito presidente.
Il G. morì a Trieste il 1° dic. del 1884.
L'anno seguente il Circolo artistico allestì un'ampia antologica del suo lavoro. Nel rispetto della sue volontà testamentarie una parte delle opere, dei mobili e delle stampe che gli appartenevano furono consegnate già nel 1885 ai Civici Musei di storia e arte e alla Biblioteca civica di Trieste; nello stesso anno un altro gruppo di disegni venne destinato al Museo Correr di Venezia. Infine, nel 1904, la sorella, Matilde Gatteri Weber, lasciò in legato al Museo Revoltella molte opere su carta e a olio.
Fonti e Bibl.: Necr. in L'Indipendente, 3 e 4 dic. 1884; Catalogo della Esposizione di belle arti nell'edifizio della Borsa…, Trieste 1864, p. 6; Catalogo degli oggetti d'arte costituenti la quarta esposizione attivata dalla Società di belle arti…, Trieste 1872, n. 88; Relazione sull'attività invernale del "Gabinetto di Minerva", Trieste 10 febbr. 1840; Esposizione G., in L'Indipendente, 16, 19, 21-22, 25, 27 apr. 1885; Esposizione G., in L'Alabarda triestina, 23 apr. 1885; G. Caprin, Tempi andati, Trieste 1891, pp. 129-151; Id., Pianure friulane, Trieste 1892, p. 292; La raccolta Gatteri, in L'Indipendente, 15 genn. 1906; Venticinque anni di vita artistica, in Il Piccolo, 19 genn. 1909; S. Benco, Trieste, Trieste 1910, pp. 173 s.; M. Malabotta, G.L. G. (1829-1884), in Il Popolo di Trieste, 18 sett. 1929; O. Ravasini, Topomastica stradale… di Trieste, Trieste 1929, pp. 72 s.; M. Malabotta, Un artista triestino. G.L. G. (1829-84), in Rivista mensile della città di Trieste, febbraio 1930; Id., La fanciullezza di G.L. G. nelle memorie del padre, in Archeografo triestino, s. 3, XVI (1930-31), pp. 353-392; Id., L'arte giuliana. Attraverso le sale del Museo Revoltella, in Il Popolo di Trieste, 8 nov. 1931; Catalogo del Civico Museo Revoltella, Trieste 1933, pp. 38 s., 127; C. Wostry, Storia del Circolo artistico di Trieste, Udine 1934, pp. 12 s., 15, 20, 25, 28, 30-33; C., Il centenario di Bellini, in Rivista mensile della città di Trieste, gennaio 1935, p. 12; A. Berlam, La colonia greca di Trieste e i suoi addentellati con la guerra d'indipendenza ellenica (1821-30), in Archeografo triestino, s. 4, X (1964), p. 375; L. Amodeo, I pittori Giuseppe Gatteri padre e Lorenzo Scarabelotto, Trieste 1951, pp. 12 s.; B. Polli, Notizie artistiche su G.L. G., in La Porta orientale. Rivista giuliana di storia politica ed arte, 1963, nn. 5-6, pp. 211-214; Primi abbozzi di cinquantadue argomenti tratti dalla storia del risorgimento della Grecia dal 1792 al 1821 scritta da Ugo Pouqueville di G.L. G. d'anni 12 (catal.), Trieste 1964; F. Bellonzi, La pittura di storia dell'Ottocento italiano, Milano 1967, p. 22; B. Coceani - C. Pagnini, Guida sentimentale di Trieste, Trieste 1968, pp. 165 s.; G. Montenero, Nella città del realismo borghese il fiore della desolazione fantastica.Quassù Trieste, a cura di L. Mazzi, Bologna 1968, pp. 145, 147 s.; S. Rutteri, Trieste. Spunti dal suo passato, Trieste 1968, p. 229; S. Molesi - C. Mosca Riatel, Artisti triestini dei tempi di Italo Svevo, Trieste 1979, p. 100; F. Firmiani, L'Ottocento, in Enciclopedia monografica del Friuli-Venezia Giulia, III, 2, Udine 1980, p. 1754; Venezia nell'Ottocento. Immagine e mito (catal., Venezia), a cura di G. Pavanello - G.D. Romanelli, Milano 1983, p. 176; F. Firmiani, Arte neoclassica a Trieste, Trieste 1989, pp. 235 s.; Id., La pittura dell'Ottocento in Friuli e Venezia Giulia, in La pittura in Italia. L'Ottocento, Milano 1991, I, p. 238; P. Ugolini Bernasconi, ibid., II, p. 845; A. Dugulin, Il Civico Museo teatrale "Carlo Schmidl" di Trieste, Trieste 1994, p. 64; N. Sponza - G. Athanassenas, G.L. G., in Ufficio storico della Marina militare ellenica, Scene della lotta dell'indipendenza ellenica, Atene 1994; B. Cuderi, Il curatorio del Museo Revoltella dal 1872 al 1914, in Arte d'Europa tra due secoli: 1895-1914. Trieste, Venezia e le Biennali (catal., Trieste), Milano 1995, p. 85; P. Fasolato, 1884-1914: notizie e note sull'arte a Trieste, ibid., pp. 54-56; F. Firmiani, in Pasquale Revoltella (1795-1869). Sogno e consapevolezza del cosmopolitismo triestino (catal., Trieste), Udine 1996, pp. 118-120; M. Masau Dan, Pasquale Revoltella e l'arte: dalla collezione al museo, ibid., pp. 96 s., 106; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XIII, p. 249.