MAJORANA, Giuseppe
Nacque a Catania il 23 sett. 1863 da Salvatore Majorana Calatabiano e Rosa Campisi; fratello di Angelo e Quirino. Dopo un brillante percorso di studi, condotto in parte a Catania e in parte a Roma, dove il padre si era trasferito per assolvere i suoi impegni parlamentari e ministeriali, nel 1884, poco più che ventenne, ottenne la libera docenza di economia politica e venne incaricato dell'insegnamento della statistica nell'Università di Catania. A partire dallo stesso anno esercitò l'attività forense. Nel 1889 vinse la cattedra di statistica presso l'Università di Messina, da cui nel 1890 si trasferì a Catania. Da quel momento il suo percorso professionale si svolse in questo ateneo, che egli non volle abbandonare neppure quando, nel 1891, vinse i due concorsi per le cattedre di economia banditi dalle Università di Palermo e Padova. Nel 1894 passò alla cattedra di economia politica, che era stata coperta fino ad allora da suo padre. Fu preside, inoltre, della facoltà di giurisprudenza dal 1900 al 1906 e dal 1924 al 1926 e rettore dell'ateneo di Catania dal 1 dic. 1911 al 15 ott. 1919.
In quest'ultima veste si segnalò soprattutto per l'attenzione prestata al problema dell'edilizia universitaria e fin dal primo anno di rettorato promosse la costruzione della clinica delle malattie nervose e mentali e l'ampliamento degli istituti di medicina legale e di patologia generale. Fra il 1913 e il 1914 avviò la costruzione dei nuovi edifici per gli istituti di chimica, fisiologia e botanica, e maturò il progetto per dar vita all'istituto di zoologia con annesso museo. Durante gli anni della prima guerra mondiale, che videro in lui uno fra i principali artefici del Comitato di mobilitazione civile, non cessò di occuparsi delle sorti dell'università e, malgrado la riduzione delle sovvenzioni statali, riuscì a continuare il programma di espansione delle strutture edilizie, dando una sede stabile agli istituti di geografia, di vulcanologia, di archeologia e ampliando la Biblioteca universitaria. Anche una volta smessi i panni di rettore, fu sempre in prima linea nel difendere le sorti dell'ateneo catanese e nel 1923, quando nel quadro della riforma promossa dal ministro della Pubblica Istruzione G. Gentile si profilò un suo drastico ridimensionamento e la soppressione di qualche facoltà, non esitò a pubblicare un appassionato appello al governo per scongiurare tale eventualità.
Come studioso, il M. rivelò una personalità piuttosto versatile ed eclettica. In età giovanile collaborò alla rivista letteraria Vita nova e alla sua morte lasciò una vasta produzione poetica, eminentemente lirica. Membro della Deputazione di storia patria per la Sicilia, pubblicò sulla rivista di questa associazione vari saggi di natura storica e alla concezione materialistica della storia dedicò la sua prolusione all'anno accademico 1904-05, tutta intesa a contrastare, in nome del liberalismo giuridico ed economico, le teorie di K. Marx e l'intero apparato dottrinario del cosiddetto socialismo scientifico. Si occupò inoltre di argomenti giuridici e praticò per qualche tempo anche la professione forense, che poi abbandonò per impegnarsi unicamente nell'attività universitaria.
La sua produzione scientifica si concentrò tuttavia sulle tre materie che furono oggetto dei suoi insegnamenti accademici: la statistica, l'economia politica e la scienza delle finanze. Alla statistica, che egli definiva "lo studio quantitativo delle cose o dei fatti", dedicò alcuni dei suoi primi lavori, che si estesero da una dimensione squisitamente teorica al campo delle applicazioni, con indagini interessanti sulla demografia, come il volume edito a Roma nel 1891 sul Principio della popolazione, e sul mondo delle banche e delle assicurazioni. Molto più duraturo fu l'interesse per le discipline economiche, cui dedicò sia alcuni studi di carattere generale o concepiti a supporto dei suoi corsi universitari, sia alcune ricerche monografiche concernenti la teoria del valore e le questioni bancarie e monetarie. Seguace della scuola classica e convinto antiprotezionista, il M. si schierò contro le teorie collettivistiche e la "deviazione socialista", ma criticò duramente anche gli eccessi del liberismo. In alcuni suoi scritti degli anni Venti e Trenta guardò così con favore alla politica economica del fascismo, marcata da uno spiccato carattere interventista, pur mostrandosi scettico sull'efficacia e sulla riuscita del modello corporativo.
Questa vasta attività scientifica e i successi accademici procurarono al M. una certa notorietà e gli dischiusero la prospettiva di importanti incarichi pubblici e della carriera politica. Nel 1890 egli fu perciò inviato come "delegato aggiunto" del governo italiano alla conferenza internazionale di Berlino sulla legislazione del lavoro, a quella di Madrid sulle privative e la proprietà letteraria e industriale e a quella di Parigi della Société d'économie politique. Tra Berlino e Madrid, fece tappa in molti paesi europei, intrecciando relazioni con i più autorevoli economisti e statistici del tempo e divenendo membro di importanti accademie e associazioni scientifiche straniere. Nel 1895 fu eletto deputato nel collegio di Paternò, che gli confermò il mandato anche nelle elezioni politiche del 1904.
Alla Camera sedette a sinistra e prese parte attiva ai lavori parlamentari pronunciando discorsi e relazioni su numerosi temi, fra i quali la legge bancaria, la riduzione del dazio sul grano, l'accordo commerciale con la Francia, le questioni relative alla circolazione monetaria e alla proroga del corso forzoso, la politica agrumaria, lo sgravio del debito ipotecario e le decime ecclesiastiche, i provvedimenti per il Mezzogiorno e le Isole, la costruzione delle ferrovie in Sicilia e l'esercizio ferroviario di Stato.
Nel 1909 fu eletto nuovamente deputato, ma il voto venne annullato ed egli non volle più candidarsi. Fu nominato senatore il 18 sett. 1924, ma la sua nomina non venne convalidata. Ricoprì inoltre per molti anni le cariche di consigliere comunale e assessore ai Lavori pubblici di Catania.
Morì a Catania il 23 dic. 1940.
Fra le sue opere si vedano: Teoria del valore, Roma 1887; Controversie sulla teoria del valore: risposta a A. Bertolini, Firenze 1887; Teoria della statistica, secondo le lezioni date nella R. Università di Catania dal 1884-85 al 1889, Roma 1889; La statistica e l'economia di Stato: con speciali appunti per l'Italia, ibid. 1889; La statistica teorica e applicata, Firenze 1889; La legge del grande numero e l'assicurazione, Roma 1889; Influenza economica della Rivoluzione francese: discorso pronunziato domenica 17 marzo 1889 nell'aula magna della R. Università di Catania, Catania 1889; Le leggi naturali dell'economia politica, Roma 1890; I dati statistici nella questione bancaria, ibid. 1894; La cattedra di economia politica di Catania e l'odierno socialismo: discorso inaugurale del corso di economia politica nella R. Università di Catania tenuto nell'aula magna addì 18 febbr. 1894, ibid. 1894; Gli economisti siciliani, Torino 1900; La concezione materialistica della storia. Discorso inaugurale dell'a.a. 1904-05 tenuto nella R. Università di Catania addì 14 genn. 1905, Catania 1905; Il credito e le banche, Milano 1907; Lezioni di economia politica, Catania 1911; L'economia e il fascismo nelle sue riforme economiche, Pavia 1927; Gli economisti dello Studio di Catania, Catania 1935.
Fonti e Bibl.: Le carte del M. si conservano nell'Archivio della famiglia Majorana, custodito presso la Biblioteca regionale universitaria di Catania. Una raccolta di sue lettere è in G. Majorana, Il grand tour: lettere alla famiglia, 1890, a cura di A.M. Palazzolo, Palermo 2000. Vedi inoltre: V. Reforgiato, Raccolta di recensioni e giudizi sulle opere del prof. avv. G. M. e cenni sull'autore, Catania [dopo il 1893]; F. Pensivalle, Prof. G. M., Catania s.d.; G. Zingali, G. M.: solenne commemorazione tenuta nella R. Università di Catania, Catania 1942; G. Giarrizzo, Catania, Roma-Bari 1986, pp. 191, 203, 297; I Majorana (catal.), a cura di G. Pagnano, Catania 1991; T. Sarti, Il Parlamento subalpino e italiano, Roma 1898, ad nomen; Enc. biografica e bibliografica "Italiana", A. Malatesta, Ministri, deputati e senatori d'Italia dal 1848 al 1922, p. 133; Enc. di Catania, sub voce.