Marcora, Giuseppe
Patriota e uomo politico (Milano 1841 - ivi 1927). Non ancora diciottenne si arruolò nei Cacciatori delle Alpi e combatté nella seconda guerra d’indipendenza. Dopo il congedo si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza di Pavia che frequentò però pochissimo perché nella primavera del 1860 si aggregò alla spedizione organizzata da Medici per la Sicilia, combattendo a Milazzo e poi al Volturno. Tornato a Pavia, riprese gli studi e nel 1863 si laureò. In questi anni compì numerosi viaggi a Lugano, dove ebbe modo di conoscere tra gli altri Mazzini, Cattaneo e Saffi. Nel 1864 partecipò al comitato d’azione che organizzò la fallita insurrezione del Trentino. Due anni dopo, allo scoppio della terza guerra d’indipendenza, si arruolò nei reparti garibaldini e combatté al monte Suello e in Val di Ledro, dove si guadagnò una medaglia d’argento al valore. Nel 1865, intanto, aveva conseguito l’abilitazione all’esercizio dell’avvocatura e aveva iniziato la sua attività professionale distinguendosi nella difesa di socialisti e repubblicani. Dopo la morte di Mazzini, nel 1872, si allontanò definitivamente dai repubblicani e, nel 1874, fu tra i fondatori della Società democratica italiana, che aveva in Bertani la figura di riferimento politico. Deputato dal 1876 al 1880, e ancora dal 1881 al 1890 e dal 1892 al 1921, collaborò con Zanardelli alla compilazione del nuovo codice penale. Figura di spicco della democrazia radicale fra Otto e Novecento, fu un sostenitore della politica giolittiana. Prese le distanze da Giolitti alla vigilia della guerra, schierandosi tra i fautori di un intervento a fianco dell’Intesa. Fu presidente della Camera dal 1904 al 1906 e dal 1907 al 1919.