CANELLA, Giuseppe Maria
Nacque a Riva (Trento) il 5 ag. 1788 da Benigno, medico, e da Anna da Colò. Compiuti gli studi liceali a Innsbruck, s'iscrisse alla facoltà di medicina all'università di Landshut; più tardi si trasferì a Padova, ove si laureò il 16 giugno 1811. Dopo la laurea, si recò a Parigi per perfezionarsi nella pratica chirurgica nelle celebri scuole di G. Dupuytren, A. Boyer, M. Cullerier, J. N. Marjolin, J. M. Moulinier. Quest'ultimo il 5 ag. 1812 gli rilasciò un attestato scritto dei numerosi interventi eseguiti. Tornato in patria, ottenne il posto di medico chirurgo condotto di Riva nel 1819: per alcuni anni attese a tale compito, facendosi presto notare per la brillante preparazione teorica e pratica. Nel frattempo ebbe modo di compiere altri viaggi, sempre con lo scopo principale di visitare importanti scuole chirurgiche: fu in molte città d'Italia, in Francia, e più tardi anche in Inghilterra e in Olanda. La sua reputazione andava crescendo, e nel 1824 fu nominato chirurgo operatore della città e dell'ospedale civico-militare di Trento. Il C. si affermò allora definitivamente come un ottimo operatore, segnalandosi in modo particolare in chirurgia oculistica per alcuni arditi interventi e per la sua avversione per il metodo della cheratonissi, già espressa in una pubblicazione edita a Milano nel 1819: Riflessioni critiche ed esperienze sul modo di operare la cataratta col metodo della cheratonissi. Fu autore anche di altre pubblicazioni chirurgiche, tra le quali merita di essere ricordata: Cenni sulla estirpazione della bocca e del collo dell'utero nei casi di scirro o cancro o altre escrescenze morbose..., Milano 1821; tradusse, tra l'altro, di J. N. Sauter, La totale estirpazione dell'utero carcinomatoso,recata dall'idioma tedesco nell'italiano e corredata di giunte e varie annotazioni,ibid. 1823. Il C. mostrò inoltre un particolare interesse per la chirurgia plastica e riparatrice, che coltivò con perizia e tentò di divulgare per mezzo del Giornale di chirurgia pratica, da lui fondato a Trento nel 1825, e che fu pubblicato in 5 volumi fino al 1829, cessando, poi, dopo la sua morte.
Sono proprio queste due attività del C., di chirurgo plastico e di fondatore e direttore del Giornale di chirurgia pratica, che maggiormente si impongono all'attenzione. La chirurgia plastica, di antichissime origini, si affermò in Italia dal XV al XVI secolo per merito soprattutto dei Branca e dei Maneo in Sicilia e in Calabria, di L. Fioravanti, di G. Tagliacozzi, che ne impostarono i metodi e ne risolsero brillantemente alcuni delicati problemi tecnici. Per molto tempo, tuttavia, tale specialità fu volta soltanto ai fini estetici, e lentamente perse il terreno inizialmente conquistato, contrastata anche da pregiudizi filosofici e religiosi; fu all'inizio del XIX secolo che si ebbe una sua decisa ripresa, in coincidenza con l'affermarsi di una nuova concezione che vedeva in essa una chirurgia riparatrice in senso prettamente anatomo-funzionale. I chirurghi che si dedicavano a tale disciplina erano quindi chiamati non più a modellare piacevoli lineamenti, ma a riparare lesioni anatomiche causa di deficienze funzionali anche gravi: è probabile che a determinare questa rinascita su nuove basi teoriche della chirurgia plastica abbia contribuito in modo significativo lo sviluppo della chirurgia di guerra, che proprio in questo periodo cominciava a prospettare problemi sempre più complessi di cura e riabilitazione dei feriti. Il C. fu uno dei pionieri in tale campo, stimolando l'interesse dei medici e dei chirurghi allo studio della chirurgia riparatrice per mezzo soprattutto del suo giornale. Per quanto riguarda questa pubblicazione, è importante rilevare che essa fu il primo giornale medico del Trentino e che ebbe una larga diffusione in Europa e all'estero, persino nel Nordamerica. A circa un secolo dalle sue origini, infatti, il giornalismo medico, affermatosi in Francia, in Inghilterra e in molte regioni dell'Italia, non era stato ancora coltivato nel Trentino e nell'Alto Adige, e spetta quindi al C. la priorità in tale settore.
Il C. morì a Stenico (Trento) il 22 dic. 1829.
Bibl.: E. De Tipaldo, Biografie degli italiani illustri..., V, Venezia 1837, pp. 302-305;C.Fumagalli, G. M. C., in Annali universali di medicina, CCIII (1868), pp. 619-622;P. Sembianti, Appunti di storia medica trentina e dell'Alto Adige, in Atti del III congresso naz. di storia delle scienze... (Venezia 1925), Siena 1926, pp. 157-162;L. Bonomi, Naturalisti,medici e tecnici trentini…, Trento 1930, pp. 22 s.; G. Grassi, Il contributo del pensiero ital. alla chirurgia riparatrice, in Rivista di storia delle scienze mediche e naturali, XXVII(1936), pp. 215-232; A. Pazzini, Storia della medicina, II, Milano 1947, p. 493; A. Fischer, La chirurgia ricostruttiva nel XIX secolo, in Pagine di storia della medicina, XIV (1970), 6, pp. 37-47; A.Hirsch, Biographisches Lex. der hervorragenden Ärzte..., I, München-Berlin 1962, p. 817.