Massari, Giuseppe
Uomo politico e storico (Taranto 1821 - Roma 1884). Recatosi a Parigi nel 1838, strinse relazioni con gli esuli italiani, e specialmente con Gioberti. Tornato in Italia nel 1843, fu espulso da Milano e costretto a emigrare nuovamente in Francia. Nel 1846 si trasferì a Torino, dove diresse «Il mondo illustrato», per poi trasferirsi l’anno successivo in Toscana e quindi a Milano. Eletto al Parlamento napoletano nel 1848, non fu presente ai moti del maggio: alcuni anni dopo, tuttavia, fu condannato a morte in contumacia con l’accusa di esserne stato uno dei capi. Stabilitosi a Torino, collaborò prima al «Saggiatore» poi alla «Gazzetta Ufficiale», di cui nel 1856 divenne direttore. Acceso difensore di Carlo Alberto, di Gioberti e di Cavour, che gli affidò delicate missioni, prese parte agli eventi che precedettero l’annessione dell’Emilia e della Toscana. Fu deputato dal 1860 al 1876 e dal 1880 al 1884, nelle file dei moderati. Nel dicembre del 1862 fu chiamato a presiedere l’Inchiesta parlamentare sul brigantaggio, che concluse i suoi lavori un anno dopo: nella relazione finale, che da Massari avrebbe preso il nome, si individuavano con lucidità le cause profonde del fenomeno, ma si invocava nel contempo un inasprimento delle misure repressive. Curatore degli scritti di Gioberti, fu autore di volumi di ricostruzione storica dedicati ai protagonisti del processo unitario.