Mazzoni, Giuseppe
Patriota (Prato 1808 - ivi 1880). Avvocato di principi repubblicani, fu molto attivo politicamente durante gli anni 1847-1849. Dopo aver collaborato nel 1847 all’«Alba», giornale dei democratici toscani diretto da Atto Vannucci, partì nel 1848 per la prima guerra di indipendenza con una colonna di volontari che non andò oltre Modena; qui, essendo fuggito il duca, Mazzoni tentò senza successo l’instaurazione di un governo repubblicano. Tornato a Firenze fu ministro di Grazia e giustizia nel governo affidato da Leopoldo II a Montanelli e poi, dopo la fuga del granduca del gennaio del 1849, triumviro del governo provvisorio toscano insieme a Guerrazzi e a Montanelli. Cercò allora insieme a quest’ultimo di far proclamare la repubblica che avrebbe dovuto legarsi a quella romana, ma si scontrò con il rifiuto di Guerrazzi. Caduto il governo provvisorio, fuggì in Francia dove entrò in rapporti con Lamennais e Proudhon. Passato in Spagna nel 1858, tornò in Toscana solo nell’agosto del 1859 e, fedele agli ideali repubblicani, manifestò la sua opposizione all’annessione al Piemonte sabaudo. Attivo nella raccolta di fondi per la spedizione di Garibaldi del 1860, attento alla questione sociale, fu tra i fondatori della Fratellanza artigiana tra il 1860 e il 1861. Di tendenze radicali, sostenne la necessità per il movimento democratico di anteporre la battaglia per le libertà politiche e civili alla lotta per l’unità nazionale. Deputato per tre legislature a partire dal 1870, fu nominato senatore nel 1879. Nell’ultimo decennio della sua vita intensificò la sua militanza nella massoneria, cui era stato iniziato a Marsiglia nel 1849, e nel 1871 divenne gran maestro del Grande oriente d’Italia.