MOLZA, Giuseppe
– Nono dei dieci figli del marchese Gherardo e della contessa Lucrezia Sartorio, nacque a Modena il 4 giugno 1782, in una famiglia che fra i suoi antenati vantava i letterati Francesco Maria e Tarquinia, vissuti tra Cinquecento e Seicento, oltre a illustri magistrati e tre vescovi.
Compì gli studi nel convitto delle Scuole pie di Correggio, mostrandosi particolarmente versato nel disegno, nella poesia e nelle lingue tedesca e francese, oltre che in italiano e latino. Fin da giovanissimo palesò un’indole calma e riflessiva e si accostò in maniera molto convinta alla religione.
Sotto la Repubblica e il Regno d'Italia il M., ancorché molto giovane, fu nominato presidente delle Opere pie e direttore degli ospedali in Modena, con il compito di provvedere al vettovagliamento delle truppe francesi di stanza nella città. Non si schierò, comunque, sul piano politico con il governo, cosicché con la Restaurazione poté essere nominato dal duca Francesco IV di Modena, nel 1814, consultore del governo nella provincia di Modena presso il governatore L. Coccapani. Nello stesso anno il M. fu accolto nella Reale Accademia di scienze, lettere e arti di Modena.
In esecuzione di convenzioni in precedenza intercorse tra il Ducato di Modena e il Ducato di Lucca, nel 1816 il M. curò per conto del proprio sovrano l’acquisizione di alcuni importanti territori situati al confine tra i due Stati.
Si trattava in particolare delle città di Massa e Carrara, della Garfagnana già estense e degli ex feudi imperiali di Lunigiana: «Di questi, per l’art. 98 del Trattato di Vienna del 1815, era stata ordinata la devoluzione all’Arciduchessa Maria Beatrice duchessa di Massa e di Carrara, la quale, per la convenzione firmata il 20 dicembre dello stesso anno, ne cedette la sovranità al duca di Modena» (S. Bongi, Inventario del R. Archivio di Stato in Lucca , III, Carte dello stato di Lucca, p. I, Lucca 1880, p. 28). La consegna ebbe luogo il 4 febbr. 1816 e fu il M., in veste di procuratore del duca, a firmarne l'atto formale.
Nel 1817 il M. fu nominato governatore della Garfagnana; poco prima di assumere tale incarico aveva sposato la marchesina Luigia Cortese di Modena, dalla quale ebbe cinque figli, di cui solo tre gli sopravvissero: Gherardo, Ugo e Camillo. In Garfagnana il M. rimase per due anni. Alla fine del 1819 Francesco IV lo volle a Modena come gran ciambellano, assegnandogli la cura degli affari esteri del Ducato, mentre al fratello Filippo – secondogenito tra i figli maschi del marchese Gherardo – fu affidato l’incarico delle Finanze che tenne fino alla morte (10 apr. 1844). Si trattava, in entrambi i casi, di incarichi e non della vera e propria titolarità del dicastero che, in quanto tale, non esisteva poiché Francesco IV concentrava in sé i poteri; fu soltanto sotto il figlio e successore, Francesco V, che si procedette all'istituzione dei ministeri.
Con le funzioni di plenipotenziario di Francesco IV, il M. partecipò, dal 25 ottobre al 24 dic. 1820, al congresso di Lubiana. Godeva sempre più della fiducia del duca e nell’ottobre del 1822 lo accompagnò al congresso di Verona, dove si affidò alla Francia il compito di intervenire in Spagna per ristabilire sul trono Ferdinando VII.
Allo scoppio dei moti di Modena, il 3 febbr. 1831, dopo un’iniziale resistenza Francesco IV preferì abbandonare la città per rifugiarsi a Mantova, da dove si trasferì a Venezia; il duca condusse con sé il M. con le funzioni di presidente del Consiglio dei ministri, alle quali non corrispondeva una reale autonomia decisionale. Immancabile era invece la presenza del M. nella vita di corte e nelle cerimonie connesse, come quella che il 30 marzo 1842 lo vide a Monaco di Baviera assistere, sempre al seguito del duca, alla celebrazione delle nozze del principe ereditario Francesco con la principessa Adelgonda Augusta Carlotta, figlia di Luigi I di Baviera. Fu appunto questo figlio di Francesco IV, succeduto al padre il 21 genn. 1846 col nome di Francesco V, a confermare con uno dei suoi primi atti di governo il M. agli Affari esteri, non più in veste di semplice incaricato, bensì come vero e proprio ministro. Nel 1848 Francesco V dovette abbandonare Modena a seguito della sollevazione di popolo in favore dell'interveno nella guerra antiaustriaca: in tale contingenza anche il M. cercò scampo nella fuga e insieme con una parte della propria famiglia tentò di rifiugiarsi ai confini del Modenese con la Toscana; durante la fuga fu arrestato a Marzabotto da una improvvisata guardia civica, in base a non precisate accuse di natura politica, ma fu in breve rilasciato senza danno alcuno per sé e i familiari.
Con il rientro a Modena, a Francesco V che intendeva confermarlo come ministro degli Affari esteri del Ducato, il M. oppose un deciso rifiuto e si congedò dalla politica attiva; conservò tuttavia le cariche di gran ciambellano e di presidente del R. Archivio segreto. Nel 1855 il colera infuriò a Modena e il M. fu sollecito nel dispensare aiuti ed elargire elemosine, con generosità e, il più delle volte, conservando l’anonimato.
Con la fine del Ducato di Modena a seguito dei rivolgimenti politici del 1859 il M. andò esule a Verona nel 1860 con la moglie e il nipote Giuseppe Forni, trovando generosa ospitalità nella casa della contessa Paolina Cipolla, vedova Marinelli.
Il M. morì a Verona l’11 ag. 1861, e fu sepolto nell’ala Barbieri del cimitero comunale.
Fu uomo di accesi spiriti religiosi, animato da un grande fervore che mal si adattava ai tempi in cui viveva; intavolò spesso dispute di carattere ascetico e di impostazione spirituale con quanti riteneva assumessero un atteggiamento un po’ tiepido nei confronti della religione. Ciò malgrado, in ambito spirituale i suoi comportamenti furono improntati a una pratica assidua fatta di sacramenti, messe e Quarantore e punteggiata di gesti di carità pubblica.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Modena, Archivio Golfieri, b. 65, f. 1: necrologio; C. Galvani, Memorie storiche intorno la vita dell’arciduca Francesco IV d’Austria d’Este duca di Modena…, I-IV, Modena 1846-54, II, pp. 111 ss., n. 1, 133; III, pp. 16, n. 1, 33, 125, 177; IV, pp. 73 n. 1, 82, 293 n.2, 301; V. Stocchi, Sopra la vita del marchese G. M., Venezia 1864 (con ritratto del M.); T. Bayard de Volo, Vita di Francesco V Duca di Modena (1819-1875), Modena 1878 (rist. anast., ibid. 1983), app. al IV vol., pp. 280-286; R. Raffaelli, Descrizione geografica storica economica della Garfagnana, Lucca 1879, passim; F. Ceretti, Sul conte Giuseppe Forni ultimo ministro degli Affari esteri del Ducato di Modena, Modena 1894, pp. 11, 170 s.; P. Pedrotti, La missione del barone Marschall nei Ducati di Modena e di Parma nel 1831, Modena 1933, pp. 64 e n. 2, 181; L. Amorth, Modena Capitale. Storia di Modena e dei suoi duchi dal 1598 al 1860, Milano 1967, pp. 200, 381; G. Bertuzzi, La struttura amministrativa del Ducato Austro-Estense. Lineamenti, Modena 1977, pp. 13 n. 2, 16 nn. 5-6, 67 s. nn. 1-2, 73; Guida generale degli Archivi di Stato italiani, II, Roma 1981, p. 1037; G. Bedoni, L'ufficio del governatore nei Ducati estensi quale organo periferico con competenza generale, in Atti e memorie della Deputazione di storia patria per le antiche provincie modenesi, XI (1993), pp. 157-188; A. Ferraboschi, Borghesia e potere civico a Reggio Emilia nella seconda metà dell’Ottocento, Soveria Mannelli 2003, p. 135 n. 160; E. Bianchini Braglia, Adelgonda di Baviera. L'ultima duchessa di Modena, Reggio, Massa e Carrara, con prefaz. di L. Bayard de Volo, Modena s.d. [ma 2003], ad ind.; Le relazioni della casa Austro-Estense con l’estero, a cura di A. Spaggiari, Modena 2006, ad ind.; Francesco IV d'Austria d'Este, Giornale dei Viaggi, III, Reggio Emilia 2007; C.M. Goldoni, Quando Modena aveva le ambasciate, in La Gazzetta di Modena, 4 febbr. 2007; Diz. del Risorgimento Nazionale, III, s.v. (M. Rosi).