NALDI, Giuseppe
NALDI, Giuseppe. – Nacque probabilmente a Bologna il 2 febbraio 1770 (Fétis, 1880, p. 261), figlio unico di un funzionario governativo (Kutsch - Riemens, 1987, col. 2069).
Secondo una testimonianza tardiva (Kelly, 1826, p. 217), da giovane avrebbe intrapreso con successo l’avvocatura ma nel 1796 sarebbe stato costretto dalla proclamazione della Repubblica di Bologna a lasciare la città natale e a sostentarsi con un’attività, quella musicale, fino ad allora coltivata da dilettante: aveva infatti una solida formazione nel campo, suonava il violoncello e in seguito si dedicò anche alla composizione.
La prima attestazione certa di una carriera di cantante che si protrasse per 25 anni risale comunque all’autunno 1795, quando Naldi si esibì nel teatro di Varese come 'primo basso assoluto' (o 'caricato') nella Ballerina amante di Domenico Cimarosa e nella Confusione della somiglianza ossiano I due gobbi di Marcos António Portugal. Il successo dovette essere lusinghiero, visto che già l’anno dopo fu ingaggiato come 'primo buffo' al teatro alla Scala di Milano, ove tra quaresima e autunno cantò in quattro opere giocose dello stesso Portugal, di Luigi Caruso, di Valentino Fioravanti e Nicola Zingarelli e di Francesco Bianchi. Il 1797 fu un anno di attività serrata: nel tempo di carnevale e quaresima, che la Scala riservava all’opera seria, si esibì al teatro della Canobbiana in opere di Ferdinando Paer e Domenico Cimarosa; nelle successive stagioni di primavera e autunno fu al teatro Carignano di Torino, in tre opere di Cimarosa, due di Fioravanti e una a testa di Paer e di Johann Simon Mayr; in autunno fu a Roma, al teatro Valle, come Geronimo nel Matrimonio segreto di Cimarosa accanto a Luigia Villeneuve, la prima Dorabella nella mozartiana Così fan tutte. Nel medesimo teatro fu ancora attivo nel 1798-99 in opere di Antonio Del Fante e Pietro Carlo Guglielmi. Nelle stagioni di primavera del 1799 e del 1800 fu a Livorno al teatro accademico degli Avvalorati (in questa seconda stagione varò Due nozze e un sol marito di Luigi Caruso) e nell’autunno 1800 a Firenze al teatro del Cocomero (il 9 settembre cantò lo stesso dramma giocoso con musica nuova di Guglielmi, divenuto poi uno dei suoi cavalli di battaglia). Tra gennaio e settembre 1801 interpretò a Venezia diverse farse: a carnevale al S. Moisè, in primavera al S. Benedetto e nel teatro di Padova, in estate al S. Luca; tra di esse, prime di Giuseppe Antonio Capuzzi, Giuseppe Farinelli, Francesco Gardi.
Al S. Moisè, dice il Giornale dei teatri, «si ammirò la sua professione ed il merito del suo canto non che della maestria con cui suona il violoncello» (in Rossi, 2002, p. 361); varie altre recensioni, negli anni a venire, confermano che volentieri si esibiva in un’aria o duetto che egli stesso accompagnava con lo strumento.
Risale al periodo veneziano l’unione con la ballerina spagnola María Medina (Kelly, 1826, p. 217), consorte del famoso ballerino-coreografo Salvatore Viganò (matrimonio, questo, assai fecondo sotto il profilo artistico ma ben meno sotto quello personale). Naldi l’aveva incontrata nella primavera 1800 – erano entrambi impegnati agli Avvalorati di Livorno – ma la relazione dovette iniziare nel 1801, con la loro scrittura al S. Benedetto e al S. Luca a Venezia; si dovette trattare di un’unione de facto (non risulta un annullamento del matrimonio di Medina e Viganò), coronata l’8 novembre 1802 dalla nascita di Carolina, che ebbe il cognome del padre. Naldi si trovava allora a Livorno, impegnato al teatro degli Avvalorati in opere serie – circostanza inusitata per un basso buffo – come il 'dramma tragico per musica' Zaira di Vincenzo (o Francesco?) Federici, la Ginevra di Scozia e la Lodoiska di Mayr. Nel medesimo teatro eseguì opere giocose in primavera: furono a quanto pare le sue ultime esibizioni italiane.
Nel 1803, con María Medina, si stabilì a Lisbona, ingaggiato al teatro Real de São Carlos. Il tempo della sua permanenza, fino al 1806, corrisponde all’incirca a quello in cui Fioravanti vi diresse le opere buffe. Naldi ne interpretò parecchie dello stesso Fioravanti, a far data dal Matrimonio per susurro inscenato nell’autunno 1803, cui ne seguirono altre, vuoi prime vuoi riprese; in cartellone figurarono inoltre riprese di Farinelli, Giuseppe Mosca, Sebastiano Nasolini, Ferdinando Orlandi, Giovanni Paisiello, Portugal, Vittorio Trento.
La scrittura successiva fu al King’s Theatre di Londra: debuttò il 15 aprile 1806 in Due nozze e un sol marito di Guglielmi, con Nancy Storace (la prima Susanna nelle Nozze di Figaro mozartiane), cui seguì in giugno Il fanatico per la musica (ossia Che originali!) di Mayr, con Elizabeth Billington. Intensa l’attività svolta negli anni seguenti, in opere giocose (quasi sempre riprese) di Cimarosa, Fioravanti, Guglielmi, Vicente Martín y Soler, Paer, Paisiello, Vincenzo Pucitta e altri. Ma la fama di Naldi è legata soprattutto alle prime inglesi delle opere di Mozart: nel 1811 fece don Alfonso in Così fan tutte e Papageno nel Flauto magico; nel 1812 tenne il ruolo eponimo nelle Nozze di Figaro, accanto ad Angelica Catalani; nel 1817 fu Leporello in Don Giovanni. Nel 1818 tornò a vestire i panni di Figaro, stavolta nella prima londinese del Barbiere di Siviglia di Rossini (col tenore Manuel García). Oltre che al King’s Theatre, tra il 17 agosto e il 28 settembre 1811 partecipò a 19 recite nel teatro di Crow Street a Dublino, in una compagnia che, guidata dal tenore irlandese Michael W. Kelly (il primo Basilio nelle Nozze di Figaro di Mozart), vantava la prima donna Teresa Bertinotti Radicati: diedero Due nozze di Guglielmi, Il fanatico di Mayr (María Medina e la figlia Carolina vi comparvero come attrazioni à côté), Così fan tutte di Mozart, Zaira di Federici.
Nei primi anni londinesi la stampa tributò a Naldi lodi incondizionate. Il Morning Post gli riconosceva «una bella voce di baritono, piena, estesa e quanto mai duttile»; lo definiva «musicista completo, cantante di gran gusto, e attore eccellente per soprammercato» (in Fenner, 1994, p. 173). Dopo il 1817 cominciarono a prevalere toni più critici, probabilmente per l’incipiente declino vocale; nel 1823 il conte di Mount Edgcumbe lo ricorda come «attore eccellente, buon musicista, e anche buon cantante, sebbene di voce piuttosto debole e malferma». Naldi si prodigò anche su altri versanti, come didatta (lo attestano le Practical lessons in singing on select music apparse a Londra [1817]) o come compositore (nel giugno 1816 avrebbe dato una sua sinfonia intitolata La bataille de Waterloo; Fétis, 1880, p. 261).
Il 2 marzo 1819 Quirina Mocenni Magiotti, già amante di Ugo Foscolo, scrisse al poeta, allora dimorante in Londra, deplorando la notizia delle di lui imminenti nozze con la sedicenne figlia di Naldi. Con lettera del 16 marzo Foscolo smentì categoricamente, pronunciò duri giudizi su Naldi e qualificò la figlia come «sgualdrinella» (Epistolario, a cura di M. Scotti, 1974, nn. 2380 e 2382, pp. 32, 34). Diverso il ritratto che di Carolina tratteggiò il compositore Giacomo Gotifredo Ferrari: «signorina delle più amabili ed interessanti: sin dalla sua infanzia mostrava già delle disposizioni felici per ogni cosa; educata colla più gran cura, divenne padrona di diverse lingue, del disegno, del canto, ecc.» (Ferrari, 1830, p. 364).
Circa la prodigalità o generosità di Naldi si ricorda peraltro un aneddoto edificante: a seguito del suo ingaggio, il King’s Theatre aveva licenziato il basso Giovanni Morelli, il quale, anche per la passione del gioco, non tardò a ridursi in povertà; Naldi gli venne allora in soccorso, corrispondendogli di tasca propria uno stipendio settimanale vitalizio di 2 ghinee (Kelly, 1826, pp. 216 s.). Un altro episodio è riferito dalla duchessa d’Abrantès che, ricordando com’egli avesse soccorso a Lisbona un uomo che lo aveva raggirato e derubato, scrisse: «je n’y ai vu que le cœur le plus excellent et l’âme la plus noblement charitable» (1838, p. 265).
Nelle Annales de la musique , a proposito delle ultime esibizioni londinesi di Naldi, si legge che egli «commence à réunir à ses défauts communs, intonation fausse, nasillement et les signes caractéristiques d’un âge avancé: il est presque passé» (1820, p. 246). Giudizio duro, che tuttavia non pregiudicò di lì a poco la scrittura, insieme con la figlia esordiente, al Théâtre Italien di Parigi per 12 mesi (dal 1° settembre 1820 al 31 dicembre 1821, escluso il quadrimestre gennaio-aprile). Debuttarono il 19 settembre in Così fan tutte (tenore Manuel García), con giudizi moderatamente lusinghieri per Carolina e severe stroncature per Naldi.
La Allgemeine musikalische Zeitung del 29 novembre sentenziò che «la voce, il fiato, il vigore l’hanno abbandonato, non però gli anni: sembra ultrasessantenne. Certo, la canizie, l’andatura incerta, la voce roca, trattate con spiritosa intenzione, ispirano rispetto, non però piacere estetico» (in Mongrédien, 2008, p. 506). Le cose non andarono meglio con l’opera successiva, Torvaldo e Dorliska di Rossini; sul Journal des débats del 7 dicembre il commento più rude e impietoso: «Naldi ne nous donne que les ruines d’une voix basse qui ne se fait entendre que par intervalles» (ibid., p. 513).
Morì la notte del 15 dicembre 1821, per un grave incidente domestico: in casa García stava maneggiando una pentola a pressione, che esplose e lo colpì in pieno.
Carolina continuò a esibirsi con successo agli Italiens, accanto a García e poi a Giuditta Pasta, fino al 1823, quando sposò il generale Louis-Ernest-Joseph conte di Sparre e si ritirò per sempre dalle scene; morì nel suo castello di Brizay il 26 dicembre 1876. Il suo ricordo di artista, elegante donna di mondo e benefattrice fu affidato a un commosso necrologio apparso in prima pagina nel Figaro il 12 gennaio 1877.
Fonti e Bibl.: Annales de la musique ou Almanach musical, Paris 1820, p. 246; M. Kelly, Reminiscences of the King’s Theatre and Theatre Royal Drury Lane, II, London 1826, pp. 216-218; Richard Earl of Mount Edgcumbe, Musical reminiscences of an old amateur chiefly respecting the Italian Opera in England for fifty years, from 1773 to 1823, London 1827, II ed., p. 114; G.G. Ferrari, Aneddoti piacevoli e interessanti occorsi nella vita…, Londra 1830, rist. a cura di S. Di Giacomo, Palermo 1920, passim; L. Junot d’Abrantès, Souvenirs d’une ambassade et d’un séjour en Espagne et en Portugal, II, Bruxelles 1838, pp. 256-265; F.-J. Fétis, Biographie universelle des musiciens, VI, 1875, II ed., pp. 277 s.; Id., Supplément et complément, II, 1880, p. 261; K.J. Kutsch - L. Riemens, Großes Sängerlexikon, II, Bern 1987, coll. 2069 s.; M.G. Miggiani, Il teatro di S. Moisè (1793-1818), in Bollettino del Centro rossiniano di studi, XXX (1990), pp. 78-82; C. Sartori, I libretti italiani a stampa dalle origini al 1800, Cuneo 1990-94, ad ind.; T.J. Walsh, Opera in Dublin, 1798-1820, Oxford 1993, pp. 107-110, 113 s., 116-120; T. Fenner, Opera in London: views of the press, 1785-1830, Edwardsville 1994, pp. 125, 136-138, 172-175 e passim; Un almanacco drammatico: l’«Indice de’ teatrali spettacoli», 1764-1823, a cura di R. Verti, Pesaro 1996, ad annos; D. Cranmer, Opera in Portugal 1793-1828, PhD diss., University of London, London 1997, pp. 42-45, 170-173, 434-436; F. Rossi, Venezia 1795-1802: la cronologia degli spettacoli, Venezia 2002, ad indicem; J. Mongrédien, Le Théâtre-Italien de Paris 1801-1831, IV, Lyon 2008, ad ind.; Diz. della musica e dei musicisti. Le biografie, V, p. 321.