NAPOLINI, Giuseppe
NAPOLINI (Napolino, Napolioni, Napoleoni), Giuseppe. – Si ignorano il luogo e la data di nascita di questo scultore attivo a Roma tra la fine del XVII e l’inizio del secolo successivo.
Dovette svolgere la sua formazione presso lo studio di Domenico Guidi: nel 1683 sono registrati due pagamenti che il maestro effettuò a suo nome (Giometti, 2007, p. 62, n. 197), presumibilmente per la prestazione di un servizio da lui svolto nell’ambito delle attività dell’atelier.
Il corpus esiguo delle opere superstiti non consente di delineare un profilo stilistico dell’artista, ma solo di rintracciare le eventuali linee di sviluppo della sua maniera, collocabile, in ogni caso, nella cultura tardo-barocca romana e prossima ai modi di Vincenzo Felici, con il quale condivise l’apprendistato e, all’inizio del Settecento, gli spazi della bottega (Guerrieri Borsoi, 1996).
Il 24 aprile 1689 venne proposto per l’ammissione tra i Virtuosi al Pantheon (Tiberia, 2005, p. 428). Accolta la candidatura, partecipò alle riunioni della congregazione fino all’assemblea del 18 luglio 1700 (ibid., p. 480).
Nell’ottobre 1690 ricevette un compenso di 150 scudi per aver collaborato all’allestimento degli apparati effimeri per la canonizzazione di Giovanni da Capestrano in S. Pietro, con Lorenzo Ottoni, Pietro Papaleo e Giacomo Antonio Lavaggi (Marchionne Gunter, 2003, p. 95). Tra il 1693 e il 1714 il suo nome compare più volte, in rapporto a lavori imprecisati, nei libri dei conti del principe Giovan Battista Borghese e, con minore frequenza, nei registri contabili di monsignor Carlo Agostino Fabroni (ibid., p. 120, n. 295).
Nell’ambito della realizzazione della nuova facciata della cattedrale di S. Pietro a Frascati, progettata da Girolamo Fontana nell’agosto del 1696 e inaugurata nel 1700, eseguì la statua a tutto tondo di S. Giacomo Apostolo, affiancandosi nell’impresa a Felici, Gerolamo Gramignoli e Pietro Mauri, autori delle altre sculture collocate nelle nicchie esterne della cattedrale (Razza, 1979; Hellmut Hager [1977], nel suo studio sulle vicende relative all’edificazione della facciata, accenna rapidamente all’autore del S. Giacomo, menzionandolo però, erroneamente, come Francesco Napoleoni).
Negli ultimi anni del Seicento si occupò, con Andrea Fucigna, Lavaggi e Felici, di alcuni restauri delle antichità possedute dai Colonna nel palazzo presso la basilica dei Ss. Apostoli a Roma (Giometti, 2011). Tra il 1699, anno in cui ricevette un acconto dei 60 scudi pattuiti (Anselmi, 1993), e, verosimilmente, prima del 1706, anno della dedicazione dell’ambiente sacro, fece parte dell’équipe formata da Lavaggi, Fucigna, Alessandro Rondone e Giuseppe Raffaelli, incaricata del progetto di decorazione della cappella Altieri in S. Maria in Campitelli, disegnato e coordinato da Giuseppe Mazzuoli: scolpì, nell’occasione, il Putto che regge il cartiglio col nome del defunto per il Sepolcro di Angelo Altieri.
Si data tra il gennaio 1702 e l’agosto del 1703 l’esecuzione della statua di S. Damiano, realizzata per il braccio sinistro del colonnato di S. Pietro e per la quale ottenne un pagamento di 80 scudi (Pedroli Bortoni, 1987A, p. 123). La scultura appare caratterizzata da una posa dinamica e avvitata; tuttavia le mediocri condizioni di conservazione dovute agli agenti atmosferici e un intervento di restauro eseguito alla fine del Settecento, quando vennero rifatti il braccio e la mano sinistri, nonché la palma del martirio, cui si aggiunsero successivi lavori di manutenzione del 1833, ne ostacolano un’analisi dettagliata.
Come testimonia un contratto d’affitto stipulato il 2 novembre 1702 (Guerrieri Borsoi, 1996), da quella data Napolini ottenne la possibilità di condividere lo studio, sito dietro la chiesa dello Spirito santo dei napoletani in via Giulia, che Felici aveva ereditato da Guidi. Nella stessa chiesa, partecipò al rifacimento del coro, coordinato da Carlo Fontana a partire dal 1702. I principali interventi ornamentali vennero effettuati tra il 1704 e il 1708 (Braham - Hager, 1977, p. 72): verosimilmente entro quelle date lo scultore dovette eseguire in stucco quattro Angeli reggenti un festone, che completavano la decorazione insieme ai Putti di Felici. Tali opere, per le quali fu pagatodalla Arciconfraternita dello Spirito santo dei napoletani il 25 ottobre 1710 (Giometti, 2007, p. 63, n. 202), sono andate perdute in seguito ai lavori che interessarono l’abside nel corso dell’Ottocento. Di nuovo con Felici, eseguì, nel 1704, per la fontana dell’Organo nei giardini del palazzo del Quirinale una coppia di Putti che nascondevano degli automi musicali (Pampalone, 2008, p. 174; Marchionne Gunter, 2003, p. 120, n. 295).
Tra l’agosto 1705, data d’inizio dei lavori, e il 1709, quando furono tolte le impalcature, partecipò, con Pierre Le Gros, Pierre-Étienne Monnot e Pietro Papaleo, alla decorazione della controfacciata della basilica dei Ss. Apostoli, modellando in stucco la personificazione della Carità (Pedroli Bortoni, 1987A, p. 221). L’ubicazione della scultura, in posizione molto elevata nella controfacciata, non consente un esame dettagliato che possa rivelare i caratteri minuti della lavorazione: chiaramente concepita per essere osservata dal basso, si distingue comunque per il dinamismo della posa, generato dalla vigorosa torsione del collo, tale da imprimere un chiaro rimando alla statua, collocata alla sua sinistra, raffigurante la Religione, scolpita da Le Gros e ideata in stretto rapporto compositivo con essa.
Per lavori non precisati, nel 1706 ottenne 600 scudi da Vincenzo Santoni, mentre il 18 marzo dell’anno successivo ricevette 50 scudi da Felici (Marchionne Gunter, 2003, p. 120, n. 296). Tra lo stesso 1706 e il 1708, su incarico di Clemente XI e sotto la direzione di Carlo Fontana, Napolini e Felici portarono a termine il restauro del piedistallo della colonna Antonina, scoperta nel maggio 1703 nell’area di Montecitorio. Il 17 dicembre 1706 ricevette per i lavori un versamento da parte del socio (Pampalone, 2003, pp. 312 s.). Stando a quanto riporta un atto notarile, il 17 maggio 1715 si impegnò a pagare agli eredi di Felici, morto il 9 gennaio di quell’anno, le rate arretrate dell’affitto dello studio (Guerrieri Borsoi, 1996; Giometti, 2007, p. 46).
Non si conoscono il luogo e la data di morte. riporta il parere di riedrick Noack, nelle schede manoscritte della Biblioteca Hertziana di Roma, riferisce che morì a Roma nel 1720 (Pedroli Bortoni 1987A, p. 221).
Fonti e Bibl.: R. Enggass, Early Eighteenth-century sculpture in Rome, University Park, PA, 1976, p. 141; A. Braham - H. Hager, Carlo Fontana. The drawings at Windsor Castle, London 1977, pp. 72 s.; H. Hager, Girolamo Fontana e la facciata della cattedrale di S. Pietro a Frascati, in Commentari, n.s., XXVIII (1977), p. 286 (Francesco Napoleoni); L. Razza, La basilica cattedrale di Frascati, Frascati 1979, pp. 119 s. (Napolioni); M. Pedroli Bertoni, in Le statue berniniane del colonnato di S. Pietro, a cura di V. Martinelli, Roma 1987A, pp. 123, 221 (con bibl.); Id., S. Maria in Campitelli, Roma 1987B, pp. 104, 111; M.B. Guerrieri Borsoi, Felice (Felici), Vincenzo, in Dizionario biografico degli Italiani, XLVI, Roma 1996, p. 51; A. Anselmi, Sebastiano Cipriani. La cappella Altieri e «i pregi dell’architettura oda di Giambattista Vaccondio», in Alessandro Albani patrono delle arti. Architettura, pittura e collezionismo nella Roma del ’700, a cura di E. Debenedetti (Studi sul Settecento romano, n. 9), Roma 1993, p. 215, n. 27; P. Di Giammaria, Spirito Santo dei Napoletani, Roma 1999, p. 88, n. 81; A. Marchionne Gunter, L’attività di due scultori nella Roma degli Albani: gli inventari di Pietro Papaleo e Francesco Moratti, in Sculture romane del Settecento. La professione dello scultore, a cura di E. Debenedetti (Studi sul Settecento romano, n. 19), III, Roma 2003, pp. 88, 95, 119, 120 nn. 295, 296; A. Pampalone, Lo sterro della colonna di Antonino Pio, Roma 1703-1708. Nuovi documenti sulla storia del reperto archeologico e sulle vicende di Carlo e Francesco Fontana, in Rivista dell’Istituto nazionale d’archeologia e storia dell’arte, s. 3, XXVI (2003), 58, pp. 312 s., 313 n. 237; V. Tiberia, La Compagnia di S. Giuseppe di Terrasanta da Gregorio XV a Innocenzo XII, Galatina 2005, passim; C. Giometti, Uno studio e i suoi scultori. Gli inventari di Domenico Guidi e Vincenzo Felici, Pisa 2007, pp. 46 s., 52, 62 s., nn. 197, 202; A. Pampalone, Il restauro di Clemente XI alla fontana dell’Organo nei giardini del Quirinale (1704-05), in Bollettino d’arte, s. 6, XCIII (2008), pp. 174, 178 n. 35; C. Giometti, ‘Per accompagnare l’antico’. The restoration of ancient sculpture in early Eighteenth-century Rome, in Journal of the history of collections, 3 giugno 2011, p. 6: http://jhc.oxfordjournals.org/content/early/recent; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XXV, p. 324.