Utopista e riformatore (Calascibetta 1785 - Palermo 1860). Più che per la vita avventurosa, è noto come autore de La bancocrazia (2 voll., 1840-41), dove si auspica la costituzione di una banca-stato, detentrice dei capitali di tutti (e capitali sono tanto i denari quanto l'intelligenza e le capacità personali), per un migliore e più produttivo impiego reciproco e una migliore giustizia distributiva. Questa forma fantasiosa di socialismo bancario ha però nelle intenzioni dell'autore un carattere dichiaratamente conservatore, in risposta ai principî egualitarî dei giacobini.