NICOLINI, Giuseppe
Letterato, nato a Brescia il 20 gennaio 1788 e morto nella stessa città il 24 luglio 1856. Laureato in legge, dopo avere per breve tempo coperto uffici giudiziarî, insegnò nel ginnasio di Brescia e nel liceo di Verona. Carcerato per sospetto di carbonarismo, perdette nel 1821 la cattedra; ma fu poi, dal 1836 alla morte, segretario dell'Ateneo bresciano.
Seguace in gioventù della scuola neoclassica, compose la Coltivazione dei cedri (1815) a imitazione dei poemi didascalici di C. Arici, e a imitazione del Monti una tragedia, Canace (1816); poi, convertitosi al romanticismo, collaborò al Conciliatore, scrisse liriche intonate alla nuova scuola (come La musa romantica), tradusse in versi alcuni poemetti del Byron e il Macbeth dello Shakespeare. In prosa, oltre una vita del Byron (1834) che ebbe una certa fortuna, scrisse varie altre biografie (Scott, Robespierre, Marmont) e tre Ragionamenti sulla storia di Brescia, nell'ultimo dei quali descrive le Dieci giornate del 1849, delle quali fu testimonio.
La maggior parte dei suoi scritti fu raccolta da D. Pallaveri, Poesie, Firenze 1860, e Prose, Firenze 1861.
Bibl.: C. Cantù, Il Conciliatore e i carbonari, Milano 1878; G. Muoni, La fama del Byron in Italia, Milano 1903. Una lettera autobiografica del N. in C. Ugoni, Della letteratura italiana nella seconda metà del sec. XVIII, Milano 1858.