GIANNUZZI, Giuseppe Oronzio
Nato ad Altamura, presso Bari, il 16 marzo 1838 da Ottavio e da Vitanicola Simone, dopo aver concluso gli studi liceali entrò in seminario, che lasciò, tuttavia, all'età di 19 anni. Trascorso un breve periodo a Napoli, si trasferì a Pisa per iscriversi a quella Università, ove fu ammesso alla facoltà di medicina e chirurgia il 10 nov. 1857. Il lavoro svolto già durante gli anni del corso presso la medicheria degli Spedali riuniti di Pisa gli valse a ottenere un decreto del governo per effettuare studi all'estero: pertanto, conseguita la laurea il 22 giugno 1861 discutendo una tesi con il professore di ostetricia Vincenzo Centofanti, fratello del filosofo Silvestro, nel successivo dicembre si recò a Parigi, presso il laboratorio di C. Bernard, caposcuola della fisiologia francese ed esponente di spicco del metodo sperimentale, ove lavorò per 18 mesi. Nell'estate 1863, grazie anche a una borsa ministeriale, fu a Berlino, nell'Istituto del celebre anatomopatologo R.L.K. Virchow, ove, sotto la guida di W. Kühne, si dedicò a importanti ricerche biochimiche e morfo-funzionali.
Completata in tal modo la propria formazione scientifica, nel 1865 fece ritorno in Italia, intraprendendo la carriera accademica: dapprima aiuto di M. Schiff, il neurofisiologo tedesco esule per aver partecipato in patria ai moti rivoluzionari del 1848 e approdato alla cattedra di fisiologia dell'Istituto di studi superiori di Firenze, fu poi, nel 1866, aiuto presso la cattedra di zoologia e anatomia comparata dell'Università di Siena, diretta da Atto Tigri. A Siena, nel novembre dello stesso 1866, fu chiamato alla cattedra di fisiologia come professore straordinario e direttore dell'annesso gabinetto. Superando difficoltà di non poco conto per l'inadeguatezza delle strutture e delle risorse finanziarie messe a disposizione del suo laboratorio, in gran parte imputabile agli insufficienti contributi ministeriali per le università minori decretati dalla legge Matteucci del 1862, il G. seppe comunque dar vita a corsi altamente formativi, di durata biennale, dedicati alla "vita vegetativa" e alla "vita animale", corredati da esercitazioni di istologia, disciplina nella quale era particolarmente versato; e, grazie anche all'aiuto dell'incaricato di ostetricia E. Falaschi e di un gruppo di studenti, poté proseguire nelle sue ricerche, tanto da meritare il plauso della facoltà medica per aver dimostrato di "educare i giovani alle ricerche sperimentali" (v. Archivio storico dell'Università di Siena, deliberazioni della facoltà di medicina e chirurgia, adunanza del 19 dic. 1868).
Nel 1869, con r.d. del 12 luglio, il G. fu nominato professore ordinario di fisiologia, con lo stipendio annuo di 3000 lire e un assegno di 500 lire quale direttore del relativo gabinetto: assumeva così la direzione della cattedra di fisiologia e fenomeni fisico-dinamici dei corpi viventi, istituita come struttura autonoma nell'ateneo senese nel 1859. Tuttavia, la consapevolezza dello stato di inferiorità dell'Università di Siena e il disagio di dover lavorare in un laboratorio di limitate possibilità, indussero il G. a tentare di trasferirsi in sedi più prestigiose: concorse pertanto, nel 1870, al posto di ordinario di anatomia per le università di Torino e di Napoli, ma non ebbe successo. Per il successivo anno accademico 1870-71 fu eletto preside della facoltà medica senese. A Siena partecipò anche attivamente alla vita scientifico-culturale: nominato nel 1866 socio ordinario dell'Accademia delle scienze dei Fisiocritici, vi fondò nel 1869 il periodico Rivista scientifica.
Formatosi presso rinomate scuole europee, il G. fu un brillante fisiologo, autore di ricerche sperimentali interessanti e originali soprattutto per la costante tendenza a individuare le connessioni tra le caratteristiche morfologiche e le proprietà funzionali delle strutture in esame.
Il G. condusse le sue prime ricerche a Parigi, presso la scuola del Bernard, proprio nel periodo e nell'ambiente scientifico ove si andavano ponendo le basi della moderna sperimentazione fisiologica e fisiopatologica. Con osservazioni condotte sul cane egli poté dimostrare la differenza delle contrazioni della vescica urinaria provocate dalla stimolazione elettrica delle due diverse specie di nervi che vi si distribuiscono e l'esistenza nel midollo spinale di due punti principali che presiedono alla contrazione dell'organo, situati in corrispondenza rispettivamente della 3° e della 5° vertebra lombare (Recherches physiologiques sur lesnerfs moteurs de la vessie, in Journal de la physiologie de l'homme et des animaux, VI [1863], pp. 22-29) e studiò inoltre l'influenza dei nervi spinali sugli sfinteri dell'ano (De l'influence des nerfs sur les sphinctèrs de la vessie et de l'anus, in Archives générales de médecine, s. 4, 1863, 2, pp. 170-177, in coll. con F. Nawrocki). Durante il periodo parigino, egli pubblicò anche i risultati di una sua ricerca che riteneva potessero avvalorare la tesi, sostenuta del resto dallo stesso Bernard, che anche alcuni ramoscelli nervosi appartenenti al trigemino fossero specificamente destinati alla percezione delle sensazioni olfattive (Recherches sur les nerfs de l'olfaction, in Comptes-rendus hebdomadairesdes séances et mémoires de la Société de biologie, s. 3, V [1863], pp. 97-100), assunto che le successive ricerche, tuttavia, dovevano decisamente smentire.
A Berlino, nell'istituto del Virchow, il G. condusse ricerche sperimentali sull'azione del curaro sull'innervazione autonoma e studiò il meccanismo fisiologico del vomito e l'azione emetica del tartaro stibiato, dimostrandone l'inefficacia a provocare il vomito nel cane curarizzato (Die Wirkung des Curare auf das Nervensystem, in Centralblatt für die medicinischen Wissenschaften, II [1864], pp. 321 s.; Untersuchungen über die Organe, welche an dem Brechact theilnehmen, undüber die physiologische Wirkung des Tartarus stibiatus, ibid., III [1865], pp. 1-4; Über die Wirkung des Tartarus stibiatus, ibid., pp. 129-131). Nell'istituto berlinese, sotto la guida del Kühne, il G. fu anche autore di una ricerca biochimica sulla capacità posseduta da vari composti proteici di esercitare un potere catalitico sull'acqua ossigenata (Die Einwirkung der Eiweisskörper auf Wasserstoffhyperoxyd, in Archiv für pathologische Anatomie und Physiologie und fürklinische Medicin, XXXIV [1865], pp. 443-449). In questo periodo il G. effettuò una importante scoperta morfologica nella ghiandola sottomascellare di cane, l'esistenza cioè nelle porzioni marginali dell'organo di piccoli ammassi falciformi di cellule sierose, cui fu dato il nome di "lunule" o "semilune di Giannuzzi", e di speciali spazi intercellulari oggi noti come capillari di secrezione; contemporaneamente dimostrò che l'attività secretoria della ghiandola persiste per un certo tempo, dopo stimolazione dei nervi, anche se si esegue la legatura dei vasi sanguigni che la irrorano (Von der Folgen des beschleunigten Blutstroms fürdie Absonderung des Speichels, in Berichte der K. Sächsischen Gesellschaftder Wissenschaften zu Leipzig, Matematische-physikalische Klasse, seduta del 27 nov. 1865, pp. 68-84).
Assunta la direzione del gabinetto di Siena, il G. riprese le ricerche sperimentali sull'innervazione della vescica urinaria e degli sfinteri vescicale e anale, riuscendo a dimostrare che lo stato tonico permanente degli sfinteri stessi è dovuto a un'azione riflessa e non a una funzione automatica del midollo spinale; e proseguì i suoi studi sui sistemi muscolare e nervoso, facendo seguire alle prime segnalazioni sull'argomento (Nuove ricerche sperimentali sui nervi motori dellavescica, in La Medicina del XIX secolo, I [1864], pp. 341-343; Dell'azione dellamidolla spinale sulle contrazioni della vescica, ibid., pp. 365-367) una serie di pubblicazioni su periodici scientifici italiani: Dell'eccitabilità dei nervisensitivi separati dai loro centri di nutrizione, in Ricerche scientifiche eseguite nel gabinetto di fisiologia della R. Università di Siena, 1867-68, pp. 5-20; Contribuzione alla conoscenza del tono muscolare, ibid., pp. 31-48; Della tonicità degli sfinteri dell'ano e della vescica urinaria e delmodo col quale si produce, ibid., II (1868-69), pp. 3-26 (anche in Atti dell'Acc.dei Fisiocritici di Siena, s. 2, VII [1870], pp. 35-60, e in Rivista scientifica, I [1869], pp. 41-64); Sui nervi motori del cuore. Ristretto preliminare, in Rivista scientifica, III (1871), pp. 3-6; IV (1872), pp. 19-49; Contribuzione alla conoscenza de'nervi motori del cuore, in Ricerche scientifiche eseguite…, 1871-72, pp. 3-33; Di alcuni rapporti esistenti fra le radici sensitive del midollo spinale e sulla perdita dell'eccitabilità delle medesime allorché sono disgiunte dailoro centri nutritivi, ibid., pp. 34-49 (anche in Rivista scientifica, IV [1872], pp. 81-96); Dei rapporti esistenti fra il midollo spinale ed il sistema del gransimpatico esaminati col metodo walleriano, ibid., pp. 51-70 (anche in Rivista scientifica, IV [1872], pp. 241-260); Contribuzione alla conoscenza dell'eccitabilità del midollo spinale, ibid., pp. 87-94 (anche in Rivista scientifica, IV [1872], pp. 321-328); Appunti e considerazioni su alcuni casi di malattie del sistema nervoso, in Rivista scientifica, VII (1875), pp. 43-60, 137-144.
Il G. proseguì anche le sue osservazioni sulle strutture ghiandolari, dimostrando l'esistenza anche nel pancreas, in seguito confermata anche da altri ricercatori, dei canalicoli intercellulari già messi in evidenza nella ghiandola sottomascellare (Contribuzione alla conoscenza dell'intima struttura del pancreas, ibid., I [1869], pp. 97-109; anche in Atti dell'Acc. dei Fisiocritici di Siena, s. 2, VII [1870], pp. 89-103) e la presenza nella ghiandola mammaria di una fitta rete di capillari di secrezione che rappresentano l'origine del dotto galattoforo (Contribuzione alla conoscenza dell'intima struttura delle glandole mammarie. Esposizione preliminare, in Rivista scientifica, II [1870], pp. 38-40, 313-320, in coll. con E. Falaschi) e approfondendo gli studi morfologici e fisiologici sulla ghiandola sottomascellare (Dell'origine dei nervi del gransimpatico che influenzano la secrezione ed il circolo sanguigno della ghiandola sottomascellare. Delloro modo di azione e di quello de' nervi sensitivi della medesima, ibid., VII [1875], pp. 247-262).
A Siena, inoltre, il G. dimostrò che la somministrazione agli animali da esperimento del decotto di condurango, un arbusto originario dell'America equatoriale, provoca la morte agendo solo sul midollo spinale e non sull'encefalo (Contribuzione alla conoscenza dell'azione del condurango, in Ricerche scientifiche eseguite…, 1871-72, pp. 71-86, in coll. con G. Bufalini; anche in Rivista scientifica, IV [1872], pp. 261-276) e fu autore di alcuni studi di carattere biochimico: Sulla bile cristallizzata, in Rivista scientifica, III (1871), pp. 97-99; Dell'azionedella bile sull'amido cotto e dell'influenza dei vari alimenti sulla medesima, in Ricerche scientifiche eseguite…, 1874-75, pp. 23-35, in coll. con G. Bufalini (anche in Rivista scientifica, VII [1875], pp. 263-275); Dell'azione del lievito di birra sulla bile e su altri liquidi animali, ibid., pp. 275-291, in coll. con G. Bufalini; Dell'influenza dello zucchero di canna sulla secrezione dellabile. (Prima esposizione preliminare), ibid., pp. 343-346. Sono ancora da ricordare del G. gli studi in campo ematologico (Alcune esperienze sulla trasfusione delsangue (esposizione preliminare), ibid., V [1873], pp. 205-210; Alcune esperienze sulla trasfusione del sangue fra esseri di diversa specie e da servire per laconoscenza dell'ematologia animale (seconda esposizione preliminare), ibid., VI [1874], pp. 260-264; Studi ematologici, ibid., VII [1875], pp. 321-342), la nota sull'influenza dei fattori ambientali sulla cura delle ferite (Dell'influenzadella temperatura dell'ambiente sulla cura delle ferite (esposizione preliminare), ibid., pp. 347 s.) e la collaborazione al primo volume della Enciclopedia medica italiana, edita dalla Vallardi (Milano s.d.) con la voce Alimenti (pp. 667-681).
Noto e apprezzato nel mondo accademico e culturale, il G. venne insignito del titolo di cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia. Aveva sposato Giustina Mocenni, sorella del ministro della Guerra Stanislao, dalla quale ebbe due figlie, Emilia e Caterina.
Contratta una grave malattia dell'apparato digerente, il G. morì a Siena l'8 marzo 1876.
Fonti e Bibl.: Necr. in: Lo Sperimentale, XXXVII (1876), p. 347; Annuario della R. Università di Siena, a.a. 1875-76, pp. 38-42; V. Chierico, Elogio funebre del cav. G. G., Matera 1876; G. Domenico, Dizionario bio-bibliografico degli scrittori pugliesi viventi e dei morti nel presente secolo, Napoli 1893, p. 111; T. Mozzani, L'Università degli studi di Siena dall'anno 1839-40 al 1900-01, Siena 1902, p. 199; C. Villani, Scrittori ed artisti pugliesi antichi, moderni e contemporanei, Trani 1904, pp. 414 s.; A. Ferrannini, Medicina italica(priorità di fatti e di direttive), Milano 1935, p. 93; F. Spirito, Storia dellafacoltà medica senese, Siena 1935, p. 22; Un secolo di progresso scientifico italiano, 1839-1939, IV, Roma 1939, pp. 74, 77; G. Brugi, L'opera anatomica di G. G., in Atti della R. Acc. dei Fisiocritici in Siena, XI (1940), 8, p. 71; G. Lambertini, Dizionario anatomico (Anatomici e morfologi e loro trovati), Napoli 1949, pp. 32, 401 s.; L. Testut, Anatomia umana, IX, Torino 1949, pp. 321 s.; M. Mitolo, G.O. G. fisiologo altamurano, in Atti e memorie dell'Acc. di storiadell'arte sanitaria, s. 2, XIX (1953), pp. 109-123; A. Pazzini, Storia dell'artesanitaria dalle origini ad oggi, II, Torino 1974, pp. 1238, 1245; V. Busacchi, Il fisiologo G. G. (1839-1876) e la sua opera, in Altamura, 1975-76, n. 17-18, pp. 57-88; C. Ricci - G. Carissimo, La triade scientifica altamurana, Altamura 1988, pp. 7-27; A. Lucarella, Silloge bio-bibliografica di medici pugliesi, Bari 1991, pp. 75 s.; Enc. Italiana, III, p. 126; XVI, p. 969.
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