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PATRONI GRIFFI, Giuseppe

di Francesco Bolzoni - Enciclopedia del Cinema (2004)
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Patroni Griffi, Giuseppe

Francesco Bolzoni

Scrittore, drammaturgo, regista teatrale, cinematografico e sceneggiatore, nato a Napoli il 27 febbraio 1921. Il suo cinema, direttamente derivato dal suo mondo di scrittore e dallo stile, raffinato ed estetizzante, delle messe in scena teatrali, si è orientato verso l'approfondimento di tematiche legate alle contraddizioni del mondo borghese ma anche al gioco psicologico di personaggi nevrotici e spesso morbosi. Il suo film più riuscito in tal senso, Metti, una sera a cena (1969), ha fatto presagire nella sua carriera un doppio percorso tra teatro e cinema, che di fatto è venuto poi a mancare, dal momento che in lui l'interesse per il palcoscenico ha finito per prevalere su quello per il grande schermo. La cura nella direzione degli attori è risultata una costante del suo cinema e delle sue messe in scena teatrali.

Partecipe dal 1944 a Napoli del vivace Gruppo di Chiaia (insieme, tra gli altri, al regista Francesco Rosi e allo scrittore R. La Capria), nel dopoguerra si trasferì a Roma, dove lavorò alla radio, contribuendo al rinnovamento dell'originale radiofonico, come mostra Il mio cuore è nel Sud, che vinse nel 1950 il Microfono d'argento. Il copione di Lina e il cavaliere (1958), cui pose mano con Enrico Medioli, Franca Valeri e Vittorio Caprioli, costituì il punto di avvio di una lunga attività che lo vedrà ricoprire di volta in volta il ruolo di commediografo, regista e organizzatore teatrale.Il teatro di P. G. si muove su due linee. La prima si riallaccia alla poetica della 'napoletanità': in testi quali In memoria di una signora amica (1963, regia teatrale di Francesco Rosi) e Persone naturali e strafottenti (1974) emerge una città che si salva da un opaco presente in virtù dell'inventiva linguistica, della 'grazia strampalata' di figure destinate alla scomparsa. La seconda risponde invece a richiami cosmopoliti e colloca spunti insoliti e anticonformistici in spettacoli di notevole professionalità destinati a un largo pubblico e che contengono molti spunti cinematografici, tanto che è stata poi naturale una loro trasposizione sullo schermo: D'amore si muore (1958), ridotto per il cinema da Carlo Carunchio nel 1972, racconta il permanere di passioni estreme in giovani arrivisti; Anima nera (1960), da cui Roberto Rossellini ricavò un film nel 1962, mette in scena i trascorsi di un ragazzo di vita; Metti, una sera a cena (1967) descrive i rapporti di scambio in un gruppo.

Nel cinema fornì buone prove nel lavoro di sceneggiatore, iniziato nel 1952 e sempre condotto in collaborazione con altri: si ricordano I magliari (1959) e C'era una volta… (1967) di Rosi, Lettere di una novizia (1960) di Alberto Lattuada, La ragazza con la valigia (1961) di Valerio Zurlini, La strega bruciata viva di Luchino Visconti, episodio del film collettivo Le streghe (1967). Una volta passato dietro la cinepresa rivelò però un minor controllo delle proprie potenzialità. Ha un taglio sperimentale il suo primo film, Il mare (1962), sorta di antiromanzo che si affida a suggestioni visive per affrontare il tema dell'omosessualità. Metti, una sera a cena, caratterizzato da dialoghi pungenti e da una recitazione degli attori ben orchestrata, è impostato sulla nevrotica conversazione di sodali che si amano e si odiano. In Addio, fratello crudele (1971) ‒ trascrizione di 'Tis pity she's a whore, fosco dramma dell'elisabettiano J. Ford ‒ colpisce l'occhio ghiacciato del regista nel riordinare materiali narrativi brucianti (un amore incestuoso nella Mantova cinquecentesca, seguito da uno squartamento). Quasi privo di suspense è Identikit (1974), dal romanzo The driver's seat di M. Spark. Alleggerito da guizzi ironici è Divina creatura (1975), dal romanzo La divina fanciulla di L. Zuccoli, sui casi dell'infelice Manuela sedotta da un nobile e avviata sulla strada della perdizione: come il successivo La gabbia (1985), conferma che le pulsioni presenti nel cinema di P. G. non danno luogo a persuasivi 'racconti ambigui' e rimangono soffocate da un pur raffinato involucro. La fiction televisiva La romana (1988), riduzione del romanzo di Alberto Moravia assai più elaborata di quella allestita nel 1954 da Luigi Zampa, benché sia un film di confezione, presenta un tratto elegante e una professionalità rare in questo genere. Nel 1999 è stata pubblicata l'edizione di Tutto il teatro.

Bibliografia

F. Bolzoni, La barca dei comici, Roma 1986, pp.143-44; Giuseppe Patroni Griffi e il suo teatro, a cura di A. Bentivoglio, Roma 1998.

Vedi anche
Massimo Ghini Attore italiano (n. Roma 1954). Dopo esperienze teatrali con G. Strehler, G. Lavia, G. Patroni Griffi, F. Zeffirelli, si è imposto sul grande schermo con Segreti segreti (1984) di G. Bertolucci, continuando a lavorare in prevalenza con registi italiani. Si ricordano: Italia-Germania 4-3 (1990) di A. ... Giorgio De Lullo Attore e regista teatrale italiano (Roma 1921 - ivi 1981); s'impose quale protagonista del Candeliere di Musset (1945). Successivamente con la Morelli-Stoppa (1946-47), col Piccolo Teatro di Roma (1949-50), con la Morelli-Stoppa (1951, Morte di un commesso viaggiatore di Miller), con la Pagnani (1951-52, ... Romolo Valli Attore italiano (Reggio nell'Emilia 1925 - Roma 1980). Interprete dotato di una vasta e raffinata cultura, creò i suoi personaggi arricchendoli di una sottile ambiguità. Nell'arco di vent'anni di carriera cinematografica si aggiudicò per tre volte il Nastro d'argento come miglior attore non protagonista: ... Rossella Falk Nome d'arte dell'attrice Rossella Falzacappa (Roma 1926 - ivi 2013). Attrice attiva soprattutto in teatro, istintiva e intelligente, è stata interprete di personaggi inquieti e talvolta sottilmente ambigui. Vita e attività. Proveniente dall'Accademia nazionale d'arte drammatica, ha esordito nel 1948 ...
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    Maria Procino PATRONI GRIFFI, Giuseppe (Peppino). – Nacque a Napoli il 27 febbraio 1921 da Felice e da Zenobia Briante. Felice, barone di Faivano, sposò Zenobia in seconde nozze dopo la morte di Laura de Gemmis dei baroni di Castelfoce, famiglia originaria di Corato in Puglia. Patroni Griffi fu il ...
  • Patròni Griffi, Giuseppe
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    Drammaturgo e regista italiano (Napoli 1921 - Roma 2005). Dopo una raccolta di racconti d'impronta neorealista (Ragazzo di Trastevere, 1955), trasferì sulle scene lo stesso tipo d'ispirazione con una serie di commedie accolte con favore dal pubblico (D'amore si muore, 1958; Anima nera, 1961; In memoria ...
Vocabolario
griffare
griffare v. tr. [dal fr. griffer, der. di griffe (v. la voce)]. – Nel linguaggio della moda, firmare un capo d’abbigliamento o altro prodotto di marca con l’applicazione di una griffe; si usa spec. il part. pass., come agg. (anche con uso...
griffato
griffato agg. [part. pass. di griffare]. – Di abito o accessorio che reca il marchio di un noto stilista: si veste solo con abiti griffati.
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