PONZI, Giuseppe
PONZI, Giuseppe. – Nacque a Roma il 20 maggio 1805, da Tommaso e da Teresa Finocchi.
Compiuti gli studi giovanili, si iscrisse alla Regia Università di Roma, conseguendo nel 1829 la laurea in medicina e intraprendendo quindi la professione sanitaria. Dal 1832 fu chiamato a collaborare con il gabinetto di zoologia e zootomia dell’Ateneo romano, anche in qualità di settore anatomico. Durante l’epidemia di colera del 1836, assistendo i malati contrasse il morbo, guarendone. Nel 1838 fu nominato supplente della cattedra di zoologia e anatomia comparata, divenendo poi professore effettivo come successore di Luigi Metaxà, scomparso nel 1842. Sin dalle fasi iniziali della carriera si dedicò con trasporto alla didattica e all’incremento delle collezioni museali zoologiche e di anatomia comparata. Come molti pionieri delle scienze naturali, di formazione medico-biologica, egli coltivò parallelamente la passione per la geologia, che divenne poi la sua professione a discapito di quella sanitaria.
A partire dagli anni Quaranta del XIX secolo effettuò la sistematica esplorazione del territorio di Roma e dintorni, tramite escursioni e rilevamenti sul terreno con i suoi allievi, proseguiti anche in età avanzata, fino al 1870. A Ponzi si deve l’impostazione in chiave moderna della cartografia geologica dell’area romana e del settore tirrenico laziale, a partire dalla reinterpretazione degli studi degli illustri predecessori Scipione Breislak e Giovan Battista Brocchi. Per tali ragioni può essere considerato il fondatore della scuola geologica romana.
La prima pubblicazione su questi temi, in collaborazione con monsignor Lavinio de’ Medici Spada, fu Profilo geologico della Campagna romana (Roma 1843). In esito ai rilevamenti fatti tra il 1837 e il 1846 sotto il pontificato di Gregorio XVI, utilizzando quale base la Carta corografica dello Stato Pontificio di Gaetano Spinetti (Roma 1837), egli produsse la Carta geologica dello Stato Pontificio in scala 1:256.000 (inedita, completata nel 1849), pietra miliare nella rappresentazione territoriale dell’Italia centrale.
Durante la Repubblica Romana Ponzi prese parte, come ufficiale medico, alla difesa della città dall’assedio francese del 1849. Al ripristino del potere temporale, Pio IX dispose la chiusura degli atenei. Ponzi fu sottoposto a censura, venendo reintegrato solo dopo qualche tempo nei suoi incarichi accademici. Nel 1854, alla morte di Vincenzo Sanguinetti (successore di Pietro Carpi), passò all’insegnamento della mineralogia alla Sapienza. Nel 1864, su insistenza di Ponzi, Pio IX creò presso l’Archiginnasio romano la cattedra di geologia, separandola da quella di mineralogia istituita nel 1804 da Pio VII. A Ponzi furono affidati entrambi gli insegnamenti: la mineralogia fino al 1873, quando gli subentrò il tedesco Johann Strüver, la geologia sino alla morte.
Come ufficiale della guardia pontificia egli partecipò alla difesa della città di Roma sia nel 1867, sia nel 1870 in occasione della presa di Porta Pia. Dopo l’annessione di Roma al Regno d’Italia, seppe adattarsi rapidamente ai cambiamenti politici, nonostante gli stretti legami con la Curia e le posizioni di rilievo occupate nello Stato pontificio. Ponzi continuò a essere figura autorevole, rivestendo cariche pubbliche a livello sia nazionale, come senatore dal 1870, sia locale, quale consigliere comunale di Roma (1871). Caso raro nell’ambiente accademico romano, chiese spontaneamente di passare dall’Archiginnasio pontificio alla Regia Università, e dai Nuovi Lincei alla Reale Accademia. Con l’istituzione per regio decreto del 1873 della Scuola d’applicazione degli ingegneri di Roma, Ponzi vi fu designato professore di mineralogia, geologia e geognosia; nel medesimo anno fondò presso l’Università di Roma il gabinetto di geologia e il museo di geologia e paleontologia, di cui rimase direttore fino alla fine dei suoi giorni. Il nuovo museo, installato nell’antico Palazzo della Sapienza, acquisì collezioni e reperti di quello di mineralogia, da lui diretto in precedenza e incrementato grazie a donazioni sue e di altri studiosi contemporanei. Dopo il 1875 confluirono nella struttura museale, su autorizzazione del ministero dell’Istruzione pubblica, anche parte delle collezioni del Museo kircheriano, ormai smembrato e dismesso dalla sede originaria del Collegio romano. Nel 1880 il museo universitario ricevette in dono anche la collezione del paleontologo torinese Giovanni Michelotti. Nella direzione del museo Ponzi fu coadiuvato dal suo allievo Romolo Meli, che gli succedette nel 1885.
Ponzi fu socio dell’Accademia dei Nuovi Lincei dal 1848, e poi presidente dal 1871 al 1874, quando Quintino Sella organizzò l’Accademia dei Lincei; socio dell’Accademia nazionale delle scienze nel 1875; membro della Società italiana delle scienze, detta dei XL; socio corrispondente dell’Istituto lombardo di scienze e lettere di Milano dal 1876. A livello internazionale fu membro della Geological Society of London e della Société géologique de France. Tra le cariche nazionali da lui ricoperte si rammentano: membro del comitato geologico d’Italia dal 1871; membro della commissione per il bonificamento della campagna romana (1871); socio del Club alpino italiano (CAI), sezione di Roma, la cui presidenza tenne dal 1873 al 1875; presidente della commissione per i materiali edilizi d’Italia.
Gli oltre Novanta lavori scientifici di Ponzi riguardano principalmente argomenti di geologia e paleontologia dell’Italia centrale, alcuni dei quali corredati da carte geologiche. Tra gli scritti sulla Campagna Romana e versante tirrenico dell’Appennino centrale si rammenta Sulla storia fisica del bacino di Roma: memoria di Giuseppe Ponzi da servire da appendice all’opera “Il suolo fisico di Roma” di G. Brocchi, in Annali di scienze matematiche e fisiche (1850, 24 pp.), a cui è allegata la carta Geologia del Bacino di Roma con rappresentazione di dettaglio delle unità geologiche affioranti nell’area urbana, lavoro poi riveduto in una seconda edizione del 1867. Scrisse anche sul vulcanismo del margine tirrenico laziale, tema di grande rilevanza nella sua opera scientifica, sulla paleontologia dei vertebrati del pleistocene laziale, nonché su fenomeni sismici e di sprofondamento catastrofico.
Fu insignito di diverse onorificenze: ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia (1871); brevetto e medaglia di benemerito del sindaco di Roma per le campagne dell’Unità d’Italia (1871); cavaliere dell’Ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro (1875); commendatore dell’Ordine dei Ss. Maurizio e Lazzaro; cavaliere dell’Ordine civile di Savoia (1875).
Sposato con Clementina Barlocci, Ponzi, da tempo malato, morì a Roma il 29 novembre 1885.
Fonti e Bibl.: P. Blaserna, Commemorazione (con elenco delle opere), in Atti della R. Accademia dei Lincei - Rendiconti, s. 4, CCLXXXII (1885), vol. 1, pp. 829-832; G. Durando - M. Coppino Commemorazione, in Atti parlamentari Senato del Regno - Discussioni, 30 novembre 1885; P. Zezi, G.P. - Necrologia, in Bollettino del R. comitato geologico d’Italia, XVI (1885), n. 11-12, pp. 417-418; N. Pellati, Contribuzione alla storia della cartografia geologica in Italia, Roma 1904, p. 25; G. P., in Dizionario Enciclopedico Italiano, VIII, Roma 1970, p. 415; B. Accordi, Storia della geologia, Bologna 1984, p. 78; Id., Il contributo italiano alla nascita e all’evoluzione dei concetti geo-paleontologici, in Cento anni di geologia italiana. Volume giubilare del I Centenario della Società Geologica Italiana, Bologna 1984, pp. 8-9; Cristalli, fossili e armi antichi della Sapienza. Collezioni storiche dei Musei di Scienze della Terra e Unità d’Italia, Roma 2011 (in partic. R. Matteucci, I Musei di Scienze della Terra attraverso l’Unità d’Italia, p. 10; A. Maras, Il Museo di Mineralogia al tempo dell’Unità d’Italia, p. 22; L. Corda - G. Mariotti, Il Museo di Geologia dallo Stato Pontificio al Regno d’Italia, pp. 40, 42); L. Laureti, Inizi e sviluppi della cartografia geologica dell’Italia prima della sua unità nazionale, in Uomini e ragioni: i 150 anni della geologia unitaria, Atti Sessione F4 Geoitalia 2011- VIII Forum italiano di Scienze della Terra..., Torino... 2011, Roma 2012, pp. 28-29.
La voce è stata redatta con la collaborazione di Marco Pantaloni e Fabiana Console.