RAGGIO, Giuseppe
RAGGIO, Giuseppe. – Nacque a Chiavari (Genova) il 24 maggio 1823 da Nicolò e da Maria Sanguineti. Si diplomò capitano di lungo corso presso l’Istituto nautico, ma nel 1845 abbandonò la carriera militare e si recò a Firenze, dove frequentò l’Accademia di belle arti. Nel 1848 si trasferì a Roma (Belardi, 2010a, p. 23). Si diceva che fosse schivo a tal punto da non permettere a nessuno di fotografarlo (Sapori, 1953, pp. 429 s.).
Nel 1854 partecipò all’Esposizione della Società promotrice di belle arti di Genova (poi nel 1860, 1862, 1871, 1872, 1876, 1877, 1880, 1883, 1885, 1886), come risulta dai cataloghi dell’epoca. Nel 1860 firmò e datò l’olio su tela Mandria di bufali, conservato nella Galleria d’arte moderna di palazzo Pitti a Firenze, dove si trovano altre sue opere (Galleria, 2008, pp. 1516 s.).
Alcuni cronisti raccontano che un incontro casuale con una mandria di bufali guidata dai butteri nei pressi di porta Angelica a Roma provocò nel pittore un’impressione di energia e di «bellezza tragica» così forte da spingerlo a trattare questo tema, con varie declinazioni, in moltissimi lavori nell’arco della sua lunga vita (Lancellotti, 1923, pp. 147 s.).
Nel 1861 partecipò all’Esposizione italiana agraria, industriale e artistica di Firenze, come risulta dai relativi cataloghi. Nel 1867, con i volontari di Giuseppe Garibaldi, combatté nella battaglia di Mentana (Belardi, 2010a, p. 23). Nello stesso anno firmò e datò Scena con un garibaldino e dei contadini (Roma, ministero della Giustizia; Bugli, 1998). Nel 1869 sposò Massimina Nori, con la quale condivise una vita di ristrettezze economiche (Causati Vanni, 2005, p. 440). Nel 1871 espose alla Mostra della Società degli amatori e cultori di belle arti a Roma, come fece molto frequentemente nel corso della sua attività (Belardi, 2010a, p. 23). Nel 1880 prese parte all’Esposizione della Società promotrice di belle arti di Torino (poi anche nel 1884 e nel 1886), nel 1881 all’Esposizione nazionale di belle arti di Milano (come risulta dai cataloghi) e nel 1883 all’Esposizione internazionale di belle arti di Roma, in occasione della quale venne acquistato dallo Stato Idillius (1882; Roma, Galleria nazionale d’arte moderna; Damigella, 2006, p. 350).
Nel 1887 dipinse Trasporto di un masso di travertino con bufali (Milano, Museo nazionale della scienza e della tecnica Leonardo da Vinci; Belardi, 2010b, fig. A12), un soggetto che affrontò, con alcune varianti, in diversi lavori, come nella tela conservata presso il ministero degli Affari esteri a Roma (Riosa, 1995).
Era un tema comune anche al pittore Enrico Coleman, con il quale Raggio condivideva non solo l’amore per i medesimi soggetti, ma anche un analogo stile pittorico e una sostanziale omogeneità cromatica tra figure e sfondo presente in molte opere dai toni malinconici (Lavaggi, 2010, pp. 184-189). Secondo certa critica, Raggio ritrovava nella natura che dipingeva quel sentimento religioso che ne pervadeva anche la sfera privata (Sapori, 1953, p. 430).
Nel 1887 entrò a far parte della società In arte libertas, fondata da Nino Costa, con la quale partecipò a varie manifestazioni (Belardi, 2010a, p. 24), fra le quali si segnala l’Esposizione italiana di Londra del 1888 (Carew Martin, 1888, pp. 459, 479).
Fra il 1890 e il 1910 è stato datato l’olio su tela Buoi (Vasto, Museo civico di palazzo d’Avalos; Gruppo SBAAAS (Soprintendenza per i Beni Ambientali, Architettonici, Artistici e Storici per l’Abruzzo), 1987), nel quale è evidente, come in molte altre opere, l’influenza della pittura di Giovanni Fattori, elemento importante in tutta la sua opera quanto l’influenza dei macchiaioli.
Nel 1892 partecipò all’Esposizione nazionale di belle arti di Palermo e l’anno seguente all’omologa manifestazione a Roma, come risulta dai relativi cataloghi. Nel 1897 tornò nuovamente sul tema del lavoro del trasporto del marmo nella campagna romana con l’olio su tela Trasporto di un blocco di travertino (Roma, Galleria nazionale d’arte moderna; Damigella, 2006, p. 351), preparato accuratamente da studi pittorici (se ne cita uno conservato presso il Museo di palazzo Ravaschieri a Chiavari; cfr. Belardi, 2010b, pp. 58-61; Lavaggi, 2010, p. 185).
Nell’elaborazione delle tele sembra che talvolta annotasse minuziosamente, sugli studi preparatori, le sfumature cromatiche che ogni particolare avrebbe dovuto avere nell’opera finale (Lancellotti, 1923, p. 148).
Nel 1899 partecipò alla III Esposizione internazionale d’arte della città di Venezia (poi anche nel 1903), come risulta dai relativi cataloghi. Nel 1902 gli venne conferito il titolo di accademico di S. Luca (Belardi, 2010a, p. 24). Nel 1904 entrò nel gruppo dei XXV della Campagna romana, ma secondo la critica restò sempre più incline, rispetto alla maggioranza dei colleghi, a un moderato verismo sociale (Sborgi, 1987a, p. 415). Nel 1906 partecipò alla Mostra nazionale di belle arti di Milano, nel gruppo del Lazio guidato da Giulio Aristide Sartorio, come risulta dai relativi cataloghi.
Negli ultimi anni di vita il pittore versò in condizioni economiche precarie, ma venne aiutato da un suo grande collezionista, il barone Leopoldo Franchetti (Belardi, 2010b, p. 87).
Nel 1911 espose nel palazzo delle Belle Arti di Valle Giulia a Roma (attuale Galleria nazionale d’arte moderna), costruito per ospitare la sezione di belle arti dell’Esposizione internazionale dell’industria e del lavoro (con sede principale a Torino nel parco del Valentino). A seguito di questa mostra Raggio ricevette quelle attenzioni che la sua attività avrebbe meritato più precocemente. Nello stesso anno venne nominato socio corrispondente dalla Società economica di Chiavari (Lavaggi, 2013, p. 5). Nel 1913 Giulio Aristide Sartorio, suo estimatore, organizzò un’ampia esposizione personale dei suoi lavori per la Società degli amatori e cultori di belle arti (Belardi, 2010a, pp. 24 s.). Nel 1916 una commissione inviata dalla Società economica di Chiavari, dato lo stato di ristrettezze economiche in cui si trovava il pittore, acquistò da lui vari dipinti e disegni (Una raccolta, 1942), oggi nel Museo di palazzo Ravaschieri.
Tali dipinti, essenzialmente databili fra l’ultimo decennio dell’Ottocento e il primo del Novecento, in molti casi certamente studi preparatori per opere maggiori, costituiscono comunque un compendio iconografico unitario dei principali soggetti trattati nella sua carriera (Causati Vanni, 2005, p. 435; Lavaggi, 2010, pp. 183-186).
Morì a Roma il 21 ottobre 1916 (Belardi, 2010a, p. 25).
I suoi lavori sono stati esposti in varie mostre, soprattutto in quelle dedicate ai XXV della Campagna romana. Le opere di Raggio si trovano in molte collezioni pubbliche e private italiane. Oltre alle sedi già citate, si segnalano il Museo civico di Pescia (Pellegrini, 1993), la Pinacoteca comunale Attilio Moroni del castello Svevo di Porto Recanati (Giombetti, 1993), il ministero del Tesoro a Roma (Lombardi, 1998), la Galleria d’arte moderna di Genova (Giubilei, 2004, pp. 662, 892). Negli ultimi venticinque anni le opere di Raggio sono state vendute frequentemente nel mercato delle aste, soprattutto in Italia.
Fonti e Bibl.: Roma, Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea, Archivio bio-iconografico, R. G. (ritagli di stampa e schede bibliografiche).
T. Carew Martin, Prefazione, in Esposizione italiana di Londra 1888. Relazione, Londra 1888, pp. 459, 479; A. Lancellotti, Un cantore della campagna romana: G. R., in Roma, 1923, n. 4, pp. 147-150; Mostra di pittori liguri dell’Ottocento... (catal.), a cura di O. Grosso, Genova 1938, pp. 23, 55 s. (con bibliografia); A. Lancellotti, Ricordo del pittore G. R., in Genova, XXII (1942), 10, pp. 12-14; Una raccolta di bozzetti e disegni del pittore G. R, in Il lavoro fascista, Roma, 9 gennaio 1942; P. S., Chiavari. Toponomastica cittadina. Un abate e un pittore, in Corriere del popolo, Genova, 9 dicembre 1951; F. Sapori, I maestri di Terracina, in Studi romani, I (1953), 4, pp. 425, 429-433, tav. LV (testo riproposto in F. Sapori, I maestri di Terracina, Roma 1954, pp. 7, 11-15); C. Z., Mostre d’arte. Due ottocentisti liguri, in Corriere del popolo, Genova, dicembre 1953; F. Sborgi, L’Ottocento, in La pittura a Genova e in Liguria, II, Dal Seicento al primo Novecento, Genova 1987a, p. 415, figg. 376, 390; Id., R. G., ibid., 1987b, p. 428; Gruppo SBAAAS Vasto, R. G., scheda OA di Soprintendenza, 1987, n. di catalogo generale (NCTN) 13-00185114; A.V. Jervis, R. G., in La pittura in Italia. L’Ottocento, a cura di E. Castelnuovo, II, Milano 1991, p. 983 (con bibliografia); B.M. Giombetti, R. G., scheda OA di Soprintendenza, 1993, n. di catalogo generale (NCTN) 11-00053497; L. Pellegrini, R. G., scheda OA di Soprintendenza, 1993, n. di catalogo generale (NCTN) 09-00324717; F. Riosa, R. G., scheda OA di Soprintendenza, 1995, n. di catalogo generale (NCTN) 12-00708871; S. Bugli, R. G., scheda OA di Soprintendenza, 1998, n. di catalogo generale (NCTN) 12-00863120; S. Lombardi, R.G., scheda OA di Soprintendenza, 1998, n. di catalogo generale (NCTN) 12-00864154; Francesca Franco, G. R., schede delle opere, in Galleria comunale d’arte moderna, a cura di C. Virno, Roma 2004a, pp. 426 s.; Ead., G. R., ibid., 2004b, p. 583; M.F. Giubilei, Gam. Galleria d’arte moderna di Genova. Repertorio generale delle opere, II, Genova 2004, pp. 662, 892; I XXV in mostra, in «I XXV» della campagna romana, a cura di R. Mammucari, Marigliano 2005, pp. 499-541; M.A. Causati Vanni, G. R., ibid., pp. 435-448 (con bibliografia); A.M. Damigella, G. R., schede delle opere, in Galleria nazionale d’arte moderna. Le collezioni. Il XIX secolo, a cura di E. Di Majo - M. Lafranconi, Milano 2006, pp. 350 s., 413 s.; Galleria d’arte moderna di Palazzo Pitti. Catalogo generale, a cura di C. Sisi - A. Salvadori, II, Firenze 2008, pp. 1516 s.; G. Belardi, Biografia, in G. R., 1823-1916. Il grande cantore dell’Agro in una collezione romana (catal.), a cura di G. Belardi, Roma 2010a, pp. 23-26; Id., Opere, ibid., 2010b, pp. 28-83; Id., I dipinti di R. del barone Franchetti, ibid., 2010c, pp. 87 s., 93; A. Lavaggi, G. R. Un pittore ligure a Roma: la collezione della Società economica di Chiavari, in Ligures, 2010, n. 8, pp. 183-191 (con bibliografia); Id., Il patrimonio artistico di Palazzo Ravaschieri: nuovi elementi per uno studio, in Atti della Società economica di Chiavari, 2011-12, Chiavari 2013, http://www.societaeconomica.it/ images/documenti/old/il_patrimonio_artistico_del_museo_di_palazzo_ravas.pdf, pp. 4-7 (con bibliografia nelle note; 13 aprile 2016).