RAGGIO, Giuseppe
Pittore, nato a Chiavari il 24 maggio 1823, morto a Roma il 21 ottobre 1916. Compì brevi studî a Firenze, dove subì l'influenza dei macchiaioli e nel 1848 si trasferì a Roma, rimanendovi fino alla morte, affascinato dalla tragica poesia della campagna circostante, di cui espresse tutta la desolata solitudine con una emozione sempre uguale, pertinace, sincera. La materia dei suoi quadri è povera, sorda, priva di splendore e di vivacità; il disegno appare a una prima impressione fiacco e incerto. Purtuttavia la giallastra uniformità di certe sue intonazioni è mirabilmente adatta a suggerire la febbrile tristezza dell'Agro, dove a certe ore tenui nebbie sembrano nascere da una lenta decomposizione di terre umide e di acque stagnanti. Le sue visioni della Campagna romana spopolata dalla malaria sono animate dai cavalli e da pochi episodî della vita che i suoi scarsi abitatori, poveri e randagi, conducono in comunione con le greggi, con gli armenti, con le mandrie. Sue opere nella Galleria di arte moderna di Firenze, nella Galleria del Palazzo Bianco in Genova, nella Galleria di S. Luca e nella Galleria nazionale d'arte moderna a Roma (Idillio; Trasporto di travertino).
Bibl.: A. Colasanti, La Galleria nazionale di arte moderna di Roma, Milano-Roma s. a., pp. 180, 181; F. Sapori, G. R., Torino 1919; Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXVII, Lipsia 1933 (con bibl.).