RAIMONDI, Giuseppe
, Scrittore, nato il 18 luglio 1898 a Bologna, dove ha sempre risieduto, attendendo a un'officina di stufe ereditata dal padre. Autodidatta, nel 1918 fondò una rivista letteraria, La Raccolta, che anticipò alcuni aspetti della Ronda, di cui poi fu il più giovane collaboratore.
Il gusto neoclassicheggiante di questa è sempre rimasto in lui, evidente nella cura stilistica della pagina e nell'intonazione da "operetta morale" d'ogni suo scritto, anche quando da forme prevalentemente saggistiche (Notizia su Baudelaire, Milano 1924; Galileo ovvero dell'aria, ivi 1926; Domenico Giordani, Bologna 1928; Testa o croce, Torino 1928; Il cartesiano signor Teste, Firenze 1928; Magalotti, Milano 1929; Giornale ossia taccuino, Firenze 1942; Anni di Bologna, Milano 1946) egli è felicemente passato alla narrativa, trasponendo il proprio autobiografismo lirico in un realismo nutrito delle sue esperienze di artigiano, e sensibile alle vicende politiche e sociali del suo tempo (Giuseppe in Italia, Milano 1949; Notizie dall'Emilia. Torino 1954, il suo libro più ispirato e più alto; Mignon, Milano 1955; Ritorno in città, ivi 1958). Provvisto di un acuto senso critico, e buon intenditore d'arte, ha anche scritto una monografia su De Pisis (Firenze 1952) e numerose pagine di impressioni e ricordi artistico-letterarî (La valigia delle Indie, Firenze 1955; Lo scrittoio, Milano 1960).
Bibl.: R. Cantoni, prefaz. a Giuseppe in Italia, cit.; C. Varese, Cultura letteraria contemp., Pisa 1951; E. Cecchi, Di giorno in giorno, Milano 1954; E. Montale, in Corriere della sera, 5 giugno 1954; A. Bocelli, in Il Mondo, 13 luglio 1954, 10 marzo 1959; G. De Robertis, in Tempo (Milano), 27 ottobre 1955, 29 marzo 1956; E. Falqui, Novecento letterario, I, Firenze 1959.