REVERE, Giuseppe
Letterato, nato a Trieste, di famiglia oriunda del Mantovano, il 2 settembre 1812; morto a Roma il 22 novembre 1889: le sue ceneri furono trasportate a Trieste solo nel 1921, non avendolo l'Austria permesso prima. Allontanatosi da Trieste a 23 anni, lasciò la vita del commercio per dedicarsi agli studî letterarî. Ardente patriota di fede repubblicana e fiero cospiratore, combatte a Milano, nelle Cinque Giornate, con C. Cattaneo, e a Roma con G. Mameli; durante i mesi della gloriosa resistenza si trovò a Venezia, donde fu bandito per dissensi da Daniele Manin.
A Milano, entrò nel salotto della contessa Maffei, guadagnandosi con la sua vivacità e arguzia le simpatie di quel circolo colto. Ben presto si fece conoscere, oltre che per le liriche, ricche di brio e d'humour, per il Lorenzino de' Medici (1839), dramma storico pieno di forza, destinato, come osservò il Cattaneo, più alla lettura che al palcoscenico e che s'ebbe vario giudizio. Ad esso seguì nel '43 I piagnoni e gli arrabbiati, dramma che, inferiore al precedente, non fu mai rappresentato; altri due suoi drammi storici, il Sampiero da Bastelica e La congiura di Bedmar, ebbero invece la fortuna di essere interpretati da Gustavo Modena. Inoltre il R. śi provò in soggetti passionali di costume: il Sandro setaiolo e Le sventure di un pittore, rimasti inediti; ma sopra tutto notevole è la Vittoria Alfiani. Artefice fecondissimo di versi e specialmente di sonetti, ne lasciò parecchie raccolte: Sdegno ed affetto (Milano 1845); Nuovi sonetti (Capolago 1846); Marengo (versi sciolti, Milano 1848); I Nemesii (Torino 1851); Persone ed ombre (Genova 1862); Osiride (Roma 1879); Sgoccioli (ivi 1881).
Nella molteplice produzione del R. certi pregi di vivacità nelle immagini e talvolta di robustezza non valgono a compensare i difetti della concezione artistica e della forma, faticosa e spesso grave, di compassato accademico. Tra le cose migliori del R. sono i Bozzetti alpini e Marine e paesi, raccolte d'impressioni, che mise insieme nel suo soggiorno prima a Genova (1856) e poi a Susa. Pubblicista, il R., come a Milano aveva scritto nella Rivista europea, così a Torino collaborò alla Rivista contemporanea, ora con lo pseudonimo di Anacleto Diacono ora con quello di Cecco d'Ascoli. Le opere del R. furono raccolte in quattro volumi con prefazione di A. Rondani (Roma 1896).
Bibl.: C. Cimegotto, G. R., Padova 1899; nel 1928 fu pubblicato a Roma a cura di A. Revere un volumetto, G. R., con prefazione di P. Sticotti, contenente varî saggi sulla vita e sulle opere del poeta.