RICCA ROSELLINI, Giuseppe
RICCA ROSELLINI, Giuseppe. – Nacque a Perugia il 4 novembre 1834, primogenito di cinque figli, da Francesco Ricca e da Luisa Rosellini.
Il padre, pittore e scultore, apparteneva a una nobile famiglia piemontese; la madre Luisa era figlia della gentildonna Massimina Fantastici Rosellini, scrittrice e poetessa vissuta a Firenze alla corte del Granduca di Toscana, che lasciò unicamente al primo nipote l’onore di continuare la sua casata patrizia portando il cognome della madre.
Giovane intelligente e studioso, Giuseppe fu educato in famiglia insieme ai fratelli. Si laureò in fisica e matematica all’Università di Perugia il 19 luglio 1857, ma i suoi interessi lo portarono a frequentare corsi di belle arti, scienze naturali, agronomia, fisica e chimica. A Pisa si abilitò come docente di agraria e fu allievo di Pietro Cuppari, a Firenze fu assistente presso l’Istituto superiore agrario con Antonio Targioni Tozzetti per la chimica, con Filippo Parlatore per la botanica, con Francesco Carega per l’economia rurale, oltre che con Augusto Michelacci per lo studio della pellagra.
Ricca Rosellini dimostrò anche un notevole impegno patriottico: nel 1866 partecipò alla terza guerra di indipendenza nella campagna per il Tirolo, come soldato del corpo volontari. Nel 1882 fu nominato tenente della milizia territoriale di cui, nel 1889, divenne capitano fino al 1894 quando abbandonò per ragioni di età.
Nel 1862, aveva iniziato la sua carriera di docente a Forlì, dove fu nominato professore di agronomia ed estimo e geometria nel regio istituto tecnico, diventando titolare titolare della cattedra dal 26 novembre 1863. Lì conobbe Elisabetta Brasini, nata il 22 dicembre 1849, figlia di Biagio, imprenditore locale. Si sposarono nel 1866, al rientro dalla campagna per il Tirolo, ed ebbero otto figli.
Nel periodo romagnolo Ricca Rosellini fu molto attivo nella divulgazione del sapere agrario e nella diffusione di nuove innovazioni: nel 1866 introdusse un nuovo tipo di macchina trebbiatrice che fece costruire a Forlì in una fabbrica di strumenti agrari, apportando modifiche al modello inglese della Ruston Proctor & C. di Lincoln. Il successo dell’esperimento contribuì alla diffusione di quel tipo di trebbiatrici fra i maggiori proprietari romagnoli, superando anche la diffidenza dei contadini. Nel 1867 fondò il periodico L’industriale romagnolo che diresse fino al 1872.
Continuò comunque a pubblicare commenti e analisi anche su altre riviste, fra i quali: l’articolo in cui elogiava il polivomero copriseme di Tito Pasqui apparso a puntate sul Giornale di agricoltura del Regno d’Italia nel 1867, e poi in opuscolo (Della sementa a porche del grano in Romagna e del polivomero copriseme-Pasqui. Considerazioni, Forlì 1867); i saggi legati al tema della macerazione delle piante tessili (Macerazione del lino e specialmente della canapa col sistema americano, Forlì 1869), lo studio in cui proponeva di realizzare uno stabilimento industriale di macerazione della canapa ad acqua calda in Romagna (Manuale per uso degli agricoltori pratici, Roma 1873).
Mantenne rapporti di amicizia con Cuppari che, in una lettera a lui indirizzata, esprimeva un giudizio negativo sull’insegnamento nomade, come quello delle cattedre ambulanti, e considerava molto utili «le conferenze agrarie tenute fra gli agricoltori» (Cuppari, 1864, p. 97). Nel 1870, alla morte di Cuppari, Ricca Rossellini fu nominato professore incaricato di agraria e pastorizia e di agronomia presso l’Università di Pisa, cattedra che nel 1871 fu assegnata a Girolamo Caruso. Nell’Ateneo pisano Ricca Rosellini tenne il corso dal titolo Degli strumenti della produzione agraria e più specialmente del terreno con l’aria ambientale delle piante agrarie, degli animali domestici rurali e degli attrezzi (in Ordine degli studi della R. Università di Pisa, anno accademico 1870-71, Pisa 1870, pp. 32-34). Gli vennero affidati inoltre dei corsi speciali sulle coltivazioni dell’olivo, della vite e del gelso, e sulle relative industrie, oleificio, vinificazione, allevamento dei bachi da seta. Nel 1872 si trasferì a Udine, dove fu nominato professore titolare di agronomia ed estimo presso il regio istituto tecnico e direttore della Stazione agraria di prova. A Udine, l’anno seguente, pubblicò l’articolo Sulla istruzione agraria. Alcune considerazioni, dove si delineava già la sua convinzione che non potesse impartirsi «con vero e proprio vantaggio lo insegnamento dell’agronomia senza l’applicazione pratica ai fatti dell’arte» (p. 149).
In quegli anni continuò a occuparsi del tema dell’istruzione agraria e nel 1875 indirizzò una pubblica lettera al conte Gherardo Freschi, presidente dell’Associazione agraria friulana, in cui avanzava proposte per una graduale riorganizzazione delle scuole agrarie del Regno, che avrebbe voluto fossero dotate di un podere di applicazione, e si esprimeva a favore dei viaggi agrari per studiare l’agricoltura degli altri territori (Sul riordinamento della istruzione agraria nel Regno d’Italia. Lettera al cav. conte Gherardo Freschi, Udine 1875). Nel corso del 1875 fu inviato a Catanzaro per istituire e dirigere la Scuola di agricoltura e pastorizia. Da qui si trasferì a Reggio Calabria, dove fu nominato presidente della commissione ampelografica per la media Calabria e dove fu titolare di agronomia all’istituto tecnico. Nel 1879 passò al regio istituto tecnico di Bari fino al 2 novembre 1880 quando, in seguito a concorso, venne nominato ispettore dell’Agricoltura e dell’insegnamento agrario presso il ministero di Agricoltura Industria e Commercio con compiti di indagine, studio e controllo. In qualità di ispettore ministeriale ricoprì, insieme a Pasqui, un ruolo importante anche nell’apertura di nuovi istituti agrari.
Nella sua funzione di tecnico viaggiò per tutta l’Italia come presidente di commissioni di esami, per redimere controversie o sanare situazioni di difficoltà, istituire o riordinare scuole pratiche di agricoltura. Fu uno dei più stretti collaboratori di Nicola Miraglia, direttore generale del ministero di Agricoltura Industria e Commercio, punto di riferimento imprescindibile per le sue attività e le sue opinioni: riguardo alle scuole di agricoltura, auspicava una restrizione nell’ammissione degli allievi che avrebbero dovuto avere una «provenienza campagnuola e modesta» (Roma, Archivio centrale dello Stato, Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio, Direzione generale Agricoltura, V, b. 97, f. 15, 1884).
Nel 1883 fu incaricato come direttore della Scuola pratica di agricoltura Marsano in Sant’Ilario Ligure; nel 1890 fu inviato a svolgere le funzioni di primo amministratore dell’abbazia benedettina di S. Pietro a Perugia, destinata all’istruzione agraria. La sua carriera continuò con la nomina a ispettore capo dell’Agricoltura nel 1893 e ispettore generale dell’Agricoltura nel 1908, fino al 1910 quando chiese di essere collocato a riposo.
Morì a Roma il 24 gennaio 1914.
Opere. Oltre ai testi citati e ai numerosi articoli sull’Industriale romagnolo, si segnalano fra le sue pubblicazioni tecniche e scientifiche: Il R. Istituto forestale di Valle Ombrosa. Settembre 1869. Alcuni ricordi, Forlì 1869; Alla memoria di Pietro Cuppari. Alcuni cenni biografici, Firenze 1870; Le regioni agrarie d’Italia. Alcuni studi, Udine 1874; Regia scuola di agricoltura e pastorizia e collegio V. Emanuele in Catanzaro. Relazione dell’operato del primo triennio, Catanzaro 1878; Notizie storiche della istruzione agraria in Italia e all’estero, unite al Disegno di Legge sull’ordinamento delle Scuole agrarie e forestali presentato dal ministro di Agricoltura Industria e Commercio alla Camera dei deputati, Roma 1881; Notizie sulla agricoltura in Italia. Illustrazione delle mostre agrarie inviate dal ministero di Agricoltura alla Esposizione universale di Parigi nell’anno 1900, Roma 1900; I terreni d’Italia e le carte agronomiche. Ricordi e voti, Roma 1910.
Fonti e Bibl.: Roma, Società geografica italiana, Archivio storico, Fondo amministrativo, 1867-1921, f. 111, cc. 297-298; Archivio centrale dello Stato, Ministero di Agricoltura, Industria e Commercio, Direzione generale Agricoltura V, b. 97, f. 15: Consigli didattici delle R. Scuole pratiche e speciali di Agricoltura, ms. autografo, Roma 8 febbraio 1884; Albero genealogico della famiglia Ricca Rosellini (fornito dal pronipote Salvatore Ricca Rosellini).
P. Cuppari, Intorno ai viaggi agrari ed all’insegnamento nomade, in Giornale di agricoltura industria e commercio del Regno d’Italia, I (1864), 1, pp. 94-97 ; F. Ricca Rosellini, Cenni biografici del Comm. Prof. G. R. R., Forlì 1933; L’istruzione agraria (1861-1928), a cura di A.P. Bidolli - S. Soldani, Roma 2001, ad ind.; L. Cosentino, G. R. R. La professionalità e l’attitudine allo studio e alla ricerca, in L’Istituto tecnico agrario Vittorio Emanuele II di Catanzaro e i primi anni della sua storia. Personaggi e vicende. 1874-1934, Catanzaro 2012, pp. 49-88; B. Romano - M. Maovaz, L’attività di Eugenio Faina per la F.I.A. e il Regio Istituto Agrario sperimentale di Perugia, in Rivista di storia dell’agricoltura, LII (2012), 1, pp. 75-99; La biblioteca dell’abbazia di San Pietro di Perugia all’indomani della soppressione (1890-1893): vicende e protagonisti, in 1892-2012. Centoventi anni di storia della Fondazione per l’istruzione agraria in Perugia, a cura di G. Giubbini, Perugia 2014, pp. 367-376.