POLI, Giuseppe Saverio
POLI, Giuseppe Saverio. – Nacque a Molfetta il 28 ottobre 1746, da Vitangelo ed Eleonora Corleo, in una famiglia benestante, originaria di Chioggia.
Compiuti i primi anni di scuola presso i gesuiti, entrò nel locale seminario. Nel 1764 ottenne gli ordini minori e l’anno successivo, per volere dei genitori, si trasferì a Padova per frequentare l’Università, dove completò la formazione scientifico-letteraria ed entrò in contatto con letterati e scienziati di fama europea (Antonio Valsecchi, Jacopo Facciolati, Giovan Battista Morgagni, Leopoldo Marcantonio Caldani). Prima del ritorno in patria nel 1770, visitò diverse città italiane (Verona, Modena, Bologna, Firenze e Roma), per rendersi conto del livello raggiunto nell’insegnamento e nella ricerca da altre realtà della penisola. Nel 1771, deposti gli abiti ecclesiastici, si recò a Napoli per laurearsi in medicina e intraprendere la professione medica. Dopo il conseguimento della laurea, si dedicò soprattutto alle scienze naturali.
Nel 1772 Poli pubblicò a Napoli La formazione del tuono, della folgore, e di varie altre meteore, spiegata giusta le idee del signor Franklin; nel 1773 le Riflessioni intorno agli effetti di alcuni fulmini e nel 1774 la Continuazione delle Riflessioni intorno agli effetti di alcuni fulmini, ove si esamina la Dissertazione del p. Giangaetano del Muscio, relativa alle medesime. In questi scritti sostenne le teorie di Benjamin Franklin, in particolare affermò che il fulmine, l’elettricità e il magnetismo erano fenomeni collegati fra loro e prodotti da uno stesso ‘fluido’. Questioni che trattò poi, in maniera più organica, nelle Osservazioni fisiche concernenti l’elettricità, il magnetismo e la folgore, uscite negli Atti della Reale Accademia delle scienze e belle lettere del 1788. Altri suoi scritti erano apparsi in precedenza negli Opuscoli scelti sulle scienze e sulle arti, curati da Carlo Amoretti: Congetture sulle tempeste, che sogliono succedere alle aurore boreali (I, 1778, pp. 191-195); Lettera a sua Eccellenza il Sig. D. Francesco Pignatelli de’ principi di Strongoli (III, 1780, pp. 107-111); Memoria su di un nuovo micrometro di riflessione diretta al Sig. De La Lande (III, 1780, pp. 111-118).
Conosciuto e apprezzato da personaggi influenti vicini alla corte, nel 1774 Poli fu chiamato a insegnare storia e geografia nell’Accademia del battaglione Real Ferdinando, per il cui corso pubblicò le Lezioni di geografia e di storia militare (1774-76) e gli fu conferito il grado di tenente.
In vista della riorganizzazione dell’Accademia militare, a partire dal 1775 Ferdinando IV lo mandò in giro per l’Europa (Italia centro-settentrionale, Germania, Francia, Gran Bretagna e Paesi Bassi) per studiare l’organizzazione e il funzionamento di istituzioni simili, ma anche delle scuole e delle università. Il viaggio gli diede l’opportunità di frequentare i maggiori virtuosi europei del tempo, tra i quali James Cook, dal quale acquistò vari oggetti provenienti dalle isole del Pacifico, Jesse Ramsden, che gli mostrò i disegni della sua celebre ‘macchina fisica’, e Joseph Banks, presidente della Royal Society, che nel 1779 lo fece nominare membro ordinario di quel prestigioso consesso. Nello stesso anno fu nominato socio pensionario della Reale Accademia delle scienze e belle lettere di Napoli, appena fondata; divenne in seguito socio delle maggiori accademie e istituzioni scientifiche italiane e straniere (Istituto d’incoraggiamento di Napoli, Reale Accademia borbonica di Napoli, Istituto delle scienze di Bologna, Accademia delle scienze di Torino, Accademia delle scienze di Siena, American philosophical society di Filadelfia).
Nel 1780 Poli fu chiamato a insegnare fisica sperimentale presso la Scuola medica dell’ospedale degli Incurabili, dove erano stati trasferiti alcuni insegnamenti della facoltà di medicina.
In vista dei corsi da tenere agli Incurabili e all’Accademia, pubblicò nel 1780 il Breve ragionamento intorno all’eccellenza dello studio della natura e nel 1781 il Ragionamento intorno allo studio della natura e la prima edizione degli Elementi di fisica sperimentale.
Questo fortunato manuale, che ebbe numerose edizioni a Napoli e fuori, fu adottato come libro di testo da Alessandro Volta per le sue lezioni universitarie a Pavia e studiato dal giovane Giacomo Leopardi. Gli Elementi documentano come nell’insegnamento della meccanica Poli adottasse la nuova macchina di George Atwood, conosciuto a Cambridge, che gli permise non solo di osservare i gravi in caduta libera, ma di ottenere anche, con un accorgimento tecnico da lui introdotto (una levetta che gli consentiva di far partire contemporaneamente l’oscillazione del pendolo per la misura del tempo e la caduta del corpo), delle buone misurazioni.
In questi anni Poli fu chiamato da Ferdinando IV a svolgere il ruolo di precettore del principe ereditario, il futuro Francesco I. Una maggiore disponibilità di tempo e di mezzi lo spinse a intraprendere, intorno al 1788, la sua opera più importante, i Testacea Utriusque Siciliae eorumque historia et anatome tabulis aeneis illustrata.
L’opera è dedicata prevalentemente ai Molluschi marini e dulciacquicoli, ma include anche i Crostacei Cirripedi. Le specie riportate, tutte dei mari dell’Italia meridionale (soprattutto Campania e Puglia), furono descritte secondo la nomenclatura linneana, la quale, pur criticata, veniva adottata per evitare confusione con specie note. L’originalità dei Testacea consiste nel fatto che le descrizioni erano basate non sulla conchiglia dell’animale, come d’uso, bensì, grazie all’aiuto del conterraneo Michele Troia, sull’anatomia e fisiologia comparata. I primi due volumi, relativi ai Bivalvi, ai Poliplacofori e ai Cirripedi (gli ultimi due chiamati Testacei multivalvi), furono pubblicati a Parma, dall’Ex Regio Typographeio, per i tipi bodoniani, nel 1791 e nel 1795. Il terzo volume, relativo ai Gasteropodi e ai Cefalopodi (chiamati Testacei univalvi), fu completato e pubblicato in due parti, presso lo stesso stampatore, nel 1826 e 1827 dal suo discepolo Stefano Delle Chiaie, che fu autore della seconda parte.
Il 25 maggio 1801 Poli fu nominato tenente colonnello di fanteria e nello stesso anno presidente del Real Convitto militare, incarico che tenne anche nel 1802. Tra il 1803 e il 1805 fu presidente della Real Accademia militare della Nunziatella.
In vista dello studio sui Testacea, Poli aveva raccolto una ricca collezione conchigliologica, che costituì una parte rilevante del suo museo privato di storia naturale, divenuto, a partire dal 1778, una delle attrazioni della capitale del Regno. Il museo, denominato Poliano dal 1816, anno in cui venne collocato nel monastero di S. Lorenzo, fu fatto acquistare dal re Ferdinando per 15.000 ducati. Nel 1826 i suoi oggetti furono distribuiti fra il Museo zoologico e il Museo mineralogico dell’Università di Napoli.
Oltre alle collezioni naturalistiche, Poli raccolse anche oggetti d’arte, confluiti nel Museo borbonico, e medaglie antiche e moderne provenienti da diversi Paesi europei, donate dallo scienziato a Francesco I.
Negli ultimi due decenni di vita, carico di onorificenze, si dedicò soprattutto alla composizione di opere poetiche (Viaggio celeste. Poema astronomico, Napoli 1805; Saggio di poesie italiane e sicule, Palermo 1814; Inno al Sole […], s.n.t.), molte delle quali rimaste inedite.
Morì a Napoli il 7 aprile 1825.
Opere. Annuncio agli amatori della storia naturale, s.l. 1789; Pel felice ristabilimento delle altezze reali dall’innesto del vajuolo. Canto, s.l. 1790; Il trionfo della clemenza per celebrare il felicissimo ritorno in Napoli de’ nostri augusti sovrani Ferdinando IV e Maria Carolina d’Austria, Napoli 1791; Pace serena e stabile. Poesia. Posta in Musica dal dilettante D. Marcello Perrino, s.l. 1791-1810; L’Avventura benefica. Dramma per musica, Napoli 1797; Memoria sul tremuoto de’ 26 luglio del corrente anno 1805, Napoli 1806; Breve saggio sulla calamita e sulla sua virtù medicinale, Palermo 1811 e Napoli 1816; Traduzione in versi italiani del Miserere e del De profundis, Napoli 1824; De Pterotrachea observationes posthumae, in Atti del Reale Istituto d’incoraggiamento alle scienze naturali di Napoli, IV (1828), pp. 219-244; Breve saggio di cosmografia, Bergamo 1830.
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