SCIUTI, Giuseppe
Pittore, nato a Zafferana Etnea il 26 febbraio 1834, morto in Roma il 13 marzo 1911. Appena quindicenne si recò a Catania a studiarvi pittura dapprima sotto la guida dello scenografo De Stefani, poi del ritrattista Gandolfo; solo molto più tardi poté perfezionarsi a Firenze, dove dipinse, tra l'altro, la Vedova e La tradita, quadri che, esposti a Catania, furono acquistati da quel municipio. Visse qualche tempo a Napoli dove esordì alle mostre della Promotrice con Tentazione, la quale opera lo rese noto e apprezzato. Da allora espose con successo a Napoli, Genova, Parma, Milano, dove il suo Pindaro che esalta un vincitore ai giuochi olimpici fu acquistato dal Ministero dell'istruzione pubblica e donato all'accademia di Brera. Nel 1875 si stabilì a Roma, dedicandosi soprattutto ai quadri storici che prediligeva perché gli permettevano di comporre quelle ampie scenografie cui era stato educato il suo gusto alla scuola del De Stefani. Ricordiamo come i più caratteristici I funerali di Timoleone (Palermo, Gall. d'arte moderna) e Restauratio Aerarii (Roma, Gall. naz. dd'arte moderna; v. Sicilia, tav. f. t.). Eseguì anche vaste opere di decorazione tra cui notevoli gli affreschi della sala del consiglio provinciale di Sassari.
L. Callari, Storia dell'arte contemp. ital., Roma 1909, pagg. 289-90; A. Colasanti, La Gall. Naz. d'arte mod. in Roma, Roma s. a., p. 196; A. M. Comanducci, I pittori italiani dell'Ottocento, Milano 1934, p. 659.