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SICHEL, Giuseppe

di Mario Ferrigni - Enciclopedia Italiana (1936)
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SICHEL, Giuseppe

Mario Ferrigni

Attore comico, nato a Casaltone di Sorbolo (Parma) il 4 ottobre 1849, morto a Milano il 18 ottobre 1924. Figlio di un medico, fece il commerciante prima di dedicarsi al teatro. Di statura superiore al normale e magrissimo, riuscì a utilizzare nelle farse i suoi stessi difetti di persona in figure grottesche nelle quali conseguiva effetti ridicoli con grande intelligenza, con sobrietà signorile, e con una imperturbabile fisionomia truce. Recitava esitando, e pareva che non sapesse mai la sua parte; ma anche quello era un giuoco che aumentava la comicità di certi accenti bruschi e risoluti fra un'esitazione e l'altra. Si deve in gran parte a lui la separazione dal vecchio ruolo di "primo attor comico" del sotto-ruolo del "brillante". Fu in molte compagnie: Aliprandi, Vitaliani, Emanuel, Novelli, Maggi, Marini; nel 1895 iniziò con Virgilio Talli e Pier Camillo Tovagliari le compagnie comicissime che ebbero tanto fortuna in Italia, rappresentando commedie e vaudevilles quasi soltanto francesi. Nel 1903 si associò con Amerigo Guasti e Stanislao Ciarli e poi anche con Ignazio Bracci, in una compagnia che diresse egli stesso e che ebbe nel 1907-10 per prima attrice comica Dina Galli. Recitò fino al 1922 dirigendo e conducendo compagnie minori. Sua moglie, Emilia Sichel-Saporetti, nata a Ravenna nel 1865, fu un ottimo elemento comico, sebbene un po' frigida e contegnosa. Si ritirò dalle scene quando la compagnia del marito si associò Dina Galli.

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