SINOPOLI, Giuseppe
Compositore e direttore d'orchestra, nato a Venezia il 2 novembre 1946. Dopo aver studiato composizione al conservatorio Benedetto Marcello di Venezia, si è laureato in medicina all'università di Padova (1971). Nel 1968-69 ha seguito i corsi di G. Ligeti e K. Stockhausen a Darmstadt per la composizione, e quelli di direzione d'orchestra, a Vienna, di B. Maderna e H. Swarowsky (1972). Allievo di F. Donatoni a Siena (1970), ha debuttato inizialmente come compositore nel solco della programmazione strutturale della Scuola darmstadtiana. Nel 1975 ha istituito a Venezia il gruppo Bruno Maderna, specializzato nell'esecuzione di musica contemporanea. Si è dedicato anche all'insegnamento, prima presso il Conservatorio veneziano (musica elettronica) poi a Darmstadt (1976), volgendosi però sempre più esclusivamente alla direzione d'orchestra, muovendo dal repertorio moderno e contemporaneo e allargando i suoi interessi anche al teatro musicale italiano e tedesco (Verdi, Puccini, Wagner). Ha ricoperto ruoli di direttore principale della New Philharmonia di Londra (1983) succedendo a R. Muti, e dell'Accademia di Santa Cecilia a Roma (1987-88), incarico da cui si è dimesso clamorosamente per la non risolta questione di un auditorio romano da costruire. Dirige abitualmente i Wiener Philarmoniker, i Berliner Philarmoniker, la Chicago Symphony Orchestra, la New York Philarmonic Orchestra, la Israel Philarmonic e le orchestre del Covent Garden di Londra, della Staatsoper di Vienna, del Metropolitan di New York, della Deutsche Oper di Berlino. Tra le sue direzioni: Tosca al Metropolitan con la regia di F. Zeffirelli (1985) e Tannhäuser a Bayreuth con la regia di W. Wagner, nonché l'intero Ring des Nibelungen (1988-91) e il Parsifal (1992) in forma oratoriale all'Accademia di Santa Cecilia in Roma. Numerose le sue testimonianze in disco, sia sul versante sinfonico che su quello operistico (Nabucco, La forza del destino, Macbeth, Rigoletto, Manon Lescaut).
Fondamentale in S. è la complementarità tra l'attività compositiva, svolta prevalentemente nel corso degli anni Settanta, e quella direttoriale. La tradizione del grande passato strumentale si fonde così con le esigenze della produzione contemporanea: da una parte l'approfondimento dello stile espressionista, dall'altra il tentativo di una lettura in chiave moderna (almeno nello spirito) dei grandi capolavori sinfonici del passato. Nell'ambito interpretativo alcune sue letture non sono immuni da un certo mahlerismo (per es. in J. Brahms o F. Schubert) e da un'interpretazione storicistica elaborata a tavolino. Tuttavia la cura del dettaglio orchestrale e il risalto conferito all'eloquio sinfonico fanno delle sue esecuzioni momenti di riferimento importante nella storia dell'interpretazione. Suo autore principe è G. Mahler, per quel che di decadente o visionario contengono le sue partiture. Congeniale gli è anche R. Wagner, grazie alla capacità analitica della sua lettura musicale. Grande concentrazione conferisce inoltre a G. Verdi e a G. Puccini, felicemente riscattato da una vieta tradizione platealmente verista.
Tra le sue composizioni ricordiamo: Souvenir à la memoire per il Festival di Rayan (1975); Pour un livre à Venise per lo Holland Festival (1975); Tombeau d'Armor I per le Giornate Musicali di Donaueschingen 1975; Requiem (1976); Tombeau d'Armor II per l'Autunno di Graz (1977); Kammerkonzert commissionato dal ministero della Cultura di Parigi (1978); l'opera teatrale Lou Salomé per la Staatsoper di Monaco (1981).
Bibl.: Intervista a Giuseppe Sinopoli, in Musica maestri!, a cura di F. Rosti, Milano 1985, pp. 191-202.