SORMANI, Giuseppe
– Nacque a Mede, nella Lomellina pavese, il 19 agosto 1844 da Pietro e da Carolina Chiroli.
Dopo aver conseguito la licenza presso il regio liceo di Pavia, nel 1861 s’iscrisse, nella stessa città, alla facoltà di medicina dove si laureò a pieni voti nel 1866. Non ancora ventiduenne, prese parte alla terza guerra d’indipendenza. Si arruolò come volontario medico e partecipò alle campagne in Valsugana del 1866. Dopo un periodo trascorso all’ospedale militare principale dell’allora capitale, Firenze, il 20 settembre 1870 fu tra i soccorritori dei feriti di Porta Pia a Roma. Pubblicò in questo periodo i primi lavori scientifici riguardanti la demografia, la statistica e l’igiene (La fecondità e la mortalità umana in rapporto alle stagioni ed ai climi d’Italia, Firenze 1870).
Nel 1873 fu inviato al lazzaretto dei colerosi a Verona e nel 1875 a Roma, dove prestò servizio presso la sezione della statistica sanitaria militare. Nel 1877 fu nominato dal ministero di Agricoltura Industria e Commercio membro della commissione per l’istituzione di una statistica delle cause di morte nel Regno d’Italia (Atti per la commissione statistica sanitaria, Roma 1877), lavoro che fu premiato con due medaglie d’argento. In questi anni pubblicò ricerche riguardanti argomenti di statistica sanitaria e demografica, incentrate anche sulle condizioni dell’esercito italiano (Mortalità dell’esercito italiano, Roma 1877).
Abbandonata la carriera militare, nel 1878 fu chiamato dal rettore dell’Università di Pavia, Alfonso Corradi, a tenere un corso sull’igiene pubblica (Importanza, vastità ed utilità della igiene, Roma 1878) diventando poi libero docente di igiene nello stesso ateneo. Nel 1879 vinse il primo concorso in Italia per l’insegnamento di igiene, non più congiunto a quello della medicina legale a cui era tradizionalmente associato, e fu nominato professore straordinario all’Università di Pavia; nel 1885 diventò ordinario sulla stessa cattedra. Tenne la prolusione per l’inaugurazione dell’anno accademico 1887-88 (L’igiene pubblica ed il progresso sociale in Italia, in Annuario della R. Università di Pavia, anno scolastico 1887-88, Pavia 1887, pp. 20-41).
Nel corso della sua lunga carriera a Pavia impartì insegnamenti di epidemiologia, batteriologia e statistica demografica. Per un triennio, a partire dall’anno accademico 1905-06, fu docente del corso libero di ingegneria sanitaria per gli studenti iscritti alla facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali. Dall’anno accademico 1906-07 a quello 1914-15 tenne il corso di igiene scolastica ed elementi di anatomia e fisiologia nella scuola di perfezionamento per i licenziati nelle scuole normali, che dipendeva dalla facoltà di lettere e filosofia dell’ateneo pavese. Nel 1895 fu docente del corso di ingegneria sanitaria presso la Scuola superiore degli ingegneri di Milano.
Per fornire un supporto sperimentale alla didattica e alla ricerca, si dedicò alla creazione di uno dei primi laboratori di igiene in Italia, di cui fu anche direttore. La sua attività di ricerca fu ampia, come testimoniato dalla ricca produzione scientifica che comprende pubblicazioni inerenti temi di igiene sociale, statistica e demografia (Sulla mortalità dei bambini in Italia, Milano 1881; Étude sur la mortalité et sur les causes des décès dans les armées européennes, in Quatrième congrès international d’hygiène et de démographie... 1882, Genève 1883, estratto, pp. 1-49), batteriologia ed epidemiologia. Fu autore di un importante studio di geografia medica che univa le discipline statistiche e geografiche per compiere indagini sanitarie su base locale (Geografia nosologica d’Italia, Roma 1881). A partire dal 1883, appena nominato socio corrispondente dell’Istituto lombardo di Milano, comunicò i risultati ottenuti con ricerche sperimentali sul bacillo della tubercolosi, scoperto da Robert Koch l’anno precedente (Studi sperimentali sul bacillo della tubercolosi e sua cultura artificiale, in Rendiconti del R. Istituto lombardo, s. 2, 1883, vol. 16, n. 16, pp. 829-840 (con E. Brugnatelli); Ricerche varie sul bacillo della tubercolosi, ibid., 1884, vol. 17, n. 16, pp. 704-710). Nel 1884, con il dilagare dell’epidemia di colera in Italia, tenne alcune conferenze sull’argomento (Profilassi municipale ed individuale del colera, Milano 1884). Si occupò anche di studi sul tetano (Studi sperimentali sui neutralizzanti del virus tetanigeno, nota preventiva, in Rendiconti del R. Istituto lombardo, s. 2, 1889, vol. 22, nn. 12-13, pp. 533-541; I. Esperimenti sulla inalazione del virus tetanigeno; II. Osservazioni sul cosidetto tetano reumatico; III. Statistica e geografia del tetano in Italia, ibid., nn. 15-16, pp. 673-686; Sulla eziologia, patogenesi e profilassi del tetano, Milano 1892); osservò che il batterio è normalmente presente nelle feci di diversi animali domestici (Teoria fecale del tetano, in Rendiconti del R. Istituto lombardo, s. 2, 1891, vol. 24, pp. 913-922). Durante la prima guerra mondiale i suoi studi sulla profilassi del tetano furono importanti per evitare il proliferare della malattia nell’esercito italiano (Ricerche sperimentali sulla cura preventiva del tetano nei feriti in guerra, ibid., 1915, vol. 48, n. 12, pp. 597-600; Annotazioni sulla profilassi del tetano negli eserciti belligeranti, ibid., 1916, vol. 49, n. 16, pp. 881-886).
Per oltre trent’anni fu membro e presidente della Commissione antipellagrosa della provincia di Pavia e pubblicò diversi articoli sulla malattia (Sulla eziologia e profilassi della pellagra, Milano 1896; La pellagra nella provincia di Pavia, Pavia 1902). Per un decennio fu medico provinciale della provincia di Pavia. Come membro del Consiglio provinciale sanitario di Pavia, indirizzò la costruzione dell’ospedale di Broni, nel Pavese, suddiviso in padiglioni isolati.
Nel primo decennio del Novecento, in coincidenza con lo scoppio di gravi epidemie di vaiolo, si impegnò a combattere le istanze di coloro che frenavano le campagne di vaccinazione antivaiolosa (La vaccinazione jenneriana deve essere richiamata in onore, Milano 1915).
Con l’entrata in guerra dell’Italia assunse la direzione dell’ospedale di riserva di Pavia e, come sopra già detto, si occupò in particolare della prevenzione del tetano. Dal 1894 al 1899 fu preside della facoltà medica pavese e lavorò assiduamente nell’istituto di igiene fino al collocamento a riposo, nel 1919. Tra i suoi allievi e assistenti vi furono Costantino Gorini, Emilio Parietti, Francesco Pezza.
Membro di numerose accademie e società mediche estere, socio dell’Accademia di scienze, lettere ed arti di Padova, dell’Accademia fisico-statistica di Milano, della Società medico-chirurgica di Bologna e della R. Accademia di medicina di Torino; nel 1893 fu nominato presidente della R. Società italiana di igiene e molti dei suoi articoli scientifici furono pubblicati sul giornale della Società. Fu decorato cavaliere e ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia e dei Ss. Maurizio e Lazzaro e commendatore della Corona d’Italia.
Morì a Pavia il 28 novembre 1923.
Fonti e Bibl.: Pavia, Archivio del Museo per la storia dell’Università di Pavia, Fondo G. Sormani; Archivio storico dell’Università di Pavia, Fascicoli docenti, G. S.; Medicina e chirurgia, Carriera scolastica, 1689, 2291, f. 2; Iscritti, 226; Corsi, 1921, f. 3; Esami e diplomi, reg. 2276.
G. Sormani, Alcune notizie sulla carriera scientifica e sulle principali pubblicazioni del professore G. S. direttore dell’Istituto d’igiene della R. Università di Pavia, Pavia 1918; E. Bertarelli, G. S., in Annuario della R. Università di Pavia, anno scolastico 1923-24, Pavia 1924, pp. 205 s.; Nel primo anniversario della morte del prof. G. S. La famiglia ai di lui colleghi, parenti ed amici, Pavia 1925; C. Pogliano, L’Utopia igienista (1870-1920), in Storia d’Italia, Annali 7, Malattia e medicina, a cura di F. Della Peruta, Torino 1984, pp. 589-631 (in partic. p. 595); A. Pensa, Ricordi di vita universitaria (1892-1970), Milano 1991, pp. 48, 98, 170; G. Cosmacini, Storia della medicina e della sanità in Italia, Roma-Bari 1992, p. 417; C. Giovannini, Risanare le città. L’utopia igienista di fine Ottocento, Milano 1996, p. 33; P. Mazzarello - V. Cani, La facoltà di medicina (1859-1918), in Almum studium papiense, a cura di D. Mantovani, II, 2, Milano 2017, pp. 1279-1314.