TARTINI, Giuseppe
Musicista, nato a Pirano d'Istria l'8 aprile 1692, morto a Padova il 26 febbraio 1770. Iniziò gli studî musicali (violino) durante il suo alunnato nel collegio dei Padri delle scuole pie a Capodistria, alunnato che ebbe termine nel 1709. Egli s'iscrisse poi all'università di Padova come studente di giurisprudenza, senza però negligere l'arte del violino. Rimase all'università fino al 1713, anno nel quale, invaghitosi d'una sua allieva violinista (tale Elisabetta Premazone da Padova, secondo alcuni nipote del cardinale Giorgio Cornaro), giunse a rapirla e sposarla in segreto. Lo scandalo, presto scoppiato, costrinse il T. a lasciar Padova, travestito, e a cercarsi altrove un asilo. Lo troviamo così per qualche tempo in Assisi, presso quel convento dei frati minori, immerso in severi studî di musica non solo ma anche di fisica acustica; studî, questi ultimi, che lo conducono alla scoperta del cosiddetto "terzo suono". Ivi compone poi - tra l'altro - una delle sue opere più robuste: la sonata che - a causa d'un sogno nel quale gli sarebbe stata suggerita dal diavolo - va appunto sotto il nome di Trillo del diavolo. Al perfezionamento del compositore giovarono assai - durante i due anni trascorsi ad Assisi - gli ammaestramenti del padre Cernohorsky in Italia (celebre come "il padre boemo"). Dopo il 1715 - condonatagli in occasione del Perdono di Assisi la colpa del suo matrimonio clandestino - il T. è posto di nuovo in condizione di farsi conoscere in più vasto ambito.
Ritorna dunque a Padova, dove rapidamente dà misura dei suoi meriti artistici, sì che nel 1716 è invitato a Venezia per accrescere il fulgore dei ricevimenti allora svolgentisi in onore dell'elettore di Sassonia. Ivi si trova però in confronto - nell'arte violinistica - con F. M. Veracini, uno dei maggiori violinisti e compositori per violino della scuola italiana. Egli stesso, ascoltando il Veracini, si giudica senz'altro inferiore, e - analizzate severamente le proprie deficienze - decide di ritrarsi per il momento nell'ombra allo scopo di emendarle. Sembra che ad Ancona, dove egli si reca allora, abbia goduto dell'assistenza tecnica d'un maestro tanto valoroso quanto oscuro, tale Giulio Terni. Sta comunque di fatto che al termine dei suoi nuovi studi, il T. è sicuro di sé anche come violinista, e la prova migliore della sua bravura gli è subito fornita dal pubblico entusiasmo e dagli onori, dalle cariche che cominciano a venirgli in patria e fuori.
Nel 1721 egli è infatti chiamato alla cappella Antoniana come primo violino, con lo stipendio - assai ingente per il tempo - di 150 fiorini, e - cosa importante per lo sviluppo della sua fama - con il permesso di prodursi anche fuori delle sue mansioni. Dal 1723 al 1725 il T. può in tal modo consentirsi un soggiorno a Praga, ove dirige la cappella musicale del conte Kinsky, conquistandosi l'ammirazione più viva da parte di quel pubblico e di quelle competenze che - in fatto d'arte violinistica - già erano tra le più autorevoli d'Europa. Nel 1726 ritorna a Padova, dove due anni dopo fonda quella sua scuola di violino che assurse a tale splendore da esser detta "Scuola delle nazioni". La fama del T. varca ormai i confini d'Italia: il "maestro delle nazioni" è di continuo officiato perché accetti cariche e posti di gran momento tanto in Francia (dal principe di Condé, dal duca di Noailles) quanto in Inghilterra (lord Middlesex), ecc. Tutti questi inviti egli rifiuta, sia per il suo scarso desiderio di ricchezze e di onori aulici, sia per l'attaccamento alla sua terra.
Nel 1740 è per qualche tempo a Roma, poi un poco dappertutto per le città italiane, tutte conquistate dal suo genio di violinista e di compositore. Nel 1755 ha ancora nuovi inviti e nuove offerte d'oltralpe, ma ancora rifiuta. Egli è sempre più dedito, ormai, all'esercizio della sua arte in quel che esso ha di più austero, profondo e duraturo. Pubblica composizioni di grande impegno, e ben più ne scrive e lascia inedite, fecondo quanto severo. E segna nuove orme nel campo della ricerca teorica, con lavori ancor oggi citati come fondamentali, specialmente concernenti le basi dell'armonia. E delle sue dottrine, vivamente discusse ma quasi sempre vittoriose, sostiene gli elementi con nuovi scritti, polemiche, ecc. L'eccessiva attività probabilmente contribuì ad affrettare l'indebolimento fisico del grande artista, che però fino alla morte non riuscì ad abbandonare il lavoro. Morì assistito dal suo allievo, allora già celebre violinista e compositore, G. Nardini, accorso al letto del vecchio maestro.
Nella storia della musica strumentale italiana il T. può essere considerato, anche a giudicare dalle sole opere pubblicate, come figura di primo ordine: insieme con il vecchio Vivaldi, G. B. Pergolesi e con G. B. Sammartini egli rappresenta infatti uno sviluppo di stile puramente strumentale (che dà nel sinfonico) nel quale, mentre si dà un primo coronamento all'edificio dei grandi compositori violinisti dell'ultimo Seicento, già si afferma il buon diritto degli spiriti drammatici che condurranno alla Sonata romantica. Per il nervoso, elettrico dinamismo degli Allegri di Sonata o di Concerto, la musica del T. ben chiaramente mostra i caratteri ch'essa ha in comune con quella del Sammartini, mentre negli Adagi essa raggiunge valori contemplativi forse più puri e - per la ferma nobiltà della linea melodica - forse più prossimi a quelli d'un Vivaldi. Al quale ultimo il T. resta però inferiore per potenza e profondità di concetti. L'elemento virtuosistico, spesso visibile nella trama dei Concerti tartiniani, mentre può essere considerato in altri come aspetto in certo senso decorativo, presso il T. conta invece fra i costituenti più responsabili della grande disposizione sinfonica per la quale il T. slancia in avanti il sonatismo del suo tempo, con una sicurezza di sguardo e un'audacia di movimenti che non si trovano presso i grandi sonatisti del nuovo stile, tedeschi o boemi, tranne forse il solo J. Stamitz.
Composizioni. - Oltre duecento opere strumentali ancora inedite (molti mss. si trovano nell'Archivio della Cappella musicale Antoniana a Padova), si hanno del T. circa 80 lavori pubblicati lui vivente: 18 Concerti per violino, op. 1 (1734); 12 Sonate per violino con violoncello e basso, comprese anch'esse nell'op.1; 6 Sonate, per violino con violoncello e clavicembalo, op. 2; 12 Sonate per violino e basso, op. 3; 6 concerti per violino, solo, 2 violini, viola e violoncello ovvero clavicembalo, op. 4; 6 Sonate per violino e B.C., comprese anch'esse nell'op. 4; 6 Sonate per violino e B.C., op. 5; 6 Sonate id., op. 6; 6 Sonate id., op. 7; 6 sonate per 2 violini e basso, op. 8; 6 Sonate, id., op. 9; L'arte dell'arco; la Sonata Il trillo del Diavolo è postuma.
Opere teoretiche e didattiche. - Nell'archivio comunale di Pirano si conservano 25 manoscritti del T. su varî problemi musicologici. Pubblicate furono poi le seguenti opere: Trattato di musica secondo la vera scienza dell'armonia, Padova 1754; Risposta di G. T. alla critica del di lui trattato di musica di Monsieur Serre di Ginevra (cfr. bibl.), Venezia 1767; De' principi dell'armonia musicale, Padova 1767; a pubblicazione postuma giunse una lettera didattica di singolare importanza: Lettera del defonto (sic) Sig. G. T. alla signora Maddalena Lombardini, Padova 1770, la quale lettera fu poi tradotta e pubblicata in inglese, tedesco, ecc., già nel 1771, 1786, ecc. Di un Trattato sulle appoggiature sì ascendenti che discendenti per il violino, ecc., rimane solo la traduzione francese pubblicata nel 1782 a Parigi col titolo Traité des agréments de la musique, ecc.
Edizioni moderne di molte composizioni del T. sono state pubblicate in varî paesi generalmente a cura di violinisti e didatti, come D. Alard, Leonard, I. David, Sensen, Wasielewski, Pente, M. Corti, E. Polo, ecc.
Bibl.: Labande, Voyage en Italie, Parigi 1749; Serre, Analyse critique de l'oeuvre de M. G. T., 1763; Conte di Thurn e Taxis, Risposta di un anonimo al celebre Sig. Rousseau, Venezia 1769; Ch. Burney, The present State of music in France and Italy, Londra 1771; F. Fanzago, Orazione, ecc. (elogio funebre), Padova 1779; Rubbi, Elogi italiani, ecc., Venezia 1782; J. A. Hiller, Lebensbeschreibungen, Lipsia 1784; F. Vallotti, Elogi, Padova 1792; A. Forno, Elogio di T., Napoli 1792; Fayolle, Notice sur Corelli, T., ecc., Parigi 1810; Ugoni, Della letteratura italiana, ecc., Brescia 1820; Ortlepp, Eine musikalische Anthologie, Stoccarda 1841; G. Tagliapietra, G. T. (cantica), Trieste 1853; Montrond, Les musiciens les plus célèbres, ecc., Lilla 1853; Parisini, Carteggio del p. G. B. Martini, Bologna 1888; G. Tebaldini, L'archivio musicale della Cappella Antoniana in Padova, 1895; Huet, École de violon, Châlons 1880; G. Benedetti, Brevi cenni, ecc., Trieste 1896; M. Tamaro, G. T., 1896; L. Caico, Due giorni nel Civico Archivio di Pirano, in La cultura musicale, I (1923); Ch. Bouvet, Une leçon de G. T., ecc., Parigi 1915.